07/2023

Sindacato Indipendente Banca Centrale
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Sindacato Indipendente Banca Centrale
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La riunione della Commissione Banca-Sindacati sullo stato di applicazione del modello ibrido ha offerto spunti interessanti: paradossalmente, specie dove sono mancate le risposte alle domande, tanto era l’imbarazzo dei rappresentanti della Banca.

Cominciamo dai temi su cui GEP ha proferito verbo.

LA PERCENTUALE-OBIETTIVO Tra i pochi dati centellinati che l’Amministrazione ha concesso, quello sull'utilizzo complessivo dice che da gennaio a maggio 2023, la percentuale delle giornate lavorative da remoto a livello di Istituto è stata il 35%: di fatto, la percentuale-obiettivo che nei vari “libri bianchi” la Banca aveva indicato come ottimale a livello di Istituto (comprese le strutture dove per forza il lavoro da remoto è minimo). Questo, se non altro, toglie alibi alla bava alla bocca di alcuni Alti Dirigenti presi da scompensi nervosi quando sentono parlare di lavoro da remoto.
L’incontro di raffreddamento, richiesto da FALBI e SIBC a seguito dell’esito fortemente negativo della discussione della scorsa settimana sui temi dell’efficienza aziendale e dell’IPCA, ha rappresentato un momento di acceso confronto tra due visioni distanti, se non opposte, del rispetto delle norme, del rispetto di chi lavora, del rispetto della logica.

L’Amministrazione ha ribadito la pregiudiziale, già esposta durante l’incontro, di seguire un “ordine logico e cronologico” in base al quale intenderebbe procedere prima alla firma dell’efficienza aziendale 2022 e 2023 e, solo successivamente, avviare il negoziato sull’IPCA 2023.
La ragione addotta è il rischio che la coincidenza temporale di più accordi (sia pure terribilmente tardivi come quello dell’efficienza 2022) produca un ammontare percentuale eccessivo (??) tale da essere facile bersaglio di critiche esterne.
Sappiamo, per averlo appreso da alcuni quotidiani a diffusione nazionale, che uno fra i più noti service operanti nell’ambito della gestione del contante e, pertanto, oggetto dell’azione di vigilanza della Banca d’Italia, è stato sottoposto dalla Procura di Milano alla misura dell’amministrazione giudiziaria per una condizione di sfruttamento dei lavoratori, che “sarebbero retribuiti con stipendi al di sotto della soglia di povertà e sproporzionati rispetto alla quantità e qualità del lavoro prestato”.

La stessa Procura, nello scorso giugno aveva adottato la medesima misura nei confronti di un altro operatore del settore.
Probabilmente per evitare analogo destino, i giornali informano che un altro fra i principali service operanti nel ciclo del contante, il Gruppo Battistolli, ha rivisto la propria decisione di applicare ai propri dipendenti un contratto di categoria siglato dall’UGL che prevedeva lo stesso misero trattamento.
Nella riunione di domani di “monitoraggio” sull’applicazione del lavoro da remoto, sarà interessante approfondire diversi temi. Alcuni già ampiamente dibattuti, eppure sempre terribilmente sentiti dai colleghi che - davanti al muro di gomma di Capi e Capetti - invece di rassegnarsi, continuano a denunciare situazioni paradossali; altri meno consueti, eppure degni della massima attenzione.
Dopo la verifica condotta dal SIBC sugli esiti della riforma dell’Area Manageriale del 2016 (cfr. i link soprastanti), nessuno può più dire “non lo sapevo”. La verifica era prevista dopo tre anni dall’entrata in vigore della riforma, ma i sindacati firmatari (Cida-Cisl-Dasbi) si guardarono bene dal pretendere chiarezza e rimettere mano a quel che - già si capiva - non sarebbe andato a dovere.

E così, Esperti e Consiglieri si sono trovati sempre più alla mercé dei propri Capi, che possono disporre del loro futuro e della loro busta paga come più gli aggrada, senza dover rispondere del rispetto di alcun criterio, avendo “dimenticato”, la menzionata Banda dei Tre, di imporne uno-che-fosse-uno (tranne, si capisce, il 60% per i Direttori).
Nell’incontro del 20 luglio 2023, a oltre un mese dalla formalizzazione da parte dell’Istat del dato IPCA previsionale 2023, al netto dei prezzi dei beni energetici importati, la Banca si è sottratta al confronto con il Sindacato, previsto dal modello contrattuale vigente per l’adeguamento delle tabelle stipendiali di tutto il personale.

Ha fatto in realtà ancor di peggio: ha esplicitamente condizionato il riconoscimento dell’IPCA all’accettazione da parte del Sindacato delle sue condizioni in merito ad ammontare e modalità di erogazione dell’efficienza aziendale 2022 e 2023. Un condizionamento che non ha precedenti nella storia degli adeguamenti (parziali) all’andamento del costo della vita, e non trova riscontro possibile nelle norme del modello contrattuale che tutte le parti sono tenute a rispettare.
Delle due, l’una. O in Banca non c’è una guida né un indirizzo chiaro, per cui il primo che arriva prende l’iniziativa che gli pare e nessuno si sente in diritto-dovere di fermarlo, anche quando eventualmente la si faccia “fuori dal vaso”.
Oppure la guida c’è, e ha dato un input molto chiaro: “combattere il lavoro da remoto”. Per cui, si spiegano tante cose, compresa questa parossistica ricerca di accontentare il Sovrano come meglio gli riesce, a costo di terremotare il Regolamento del Personale.

Scossa numero uno: epicentro, GEP. La Banca d’Italia ha firmato a dicembre 2021 un accordo che prevedeva la riunione semestrale della Commissione mista che ha il compito di monitorare l’applicazione dell’accordo sul lavoro da remoto.
AL DIRETTORE GENERALE
DELLA BANCA D'ITALIA

Egregio Direttore Generale,

l’attività della Banca è ormai da tempo parte fondamentale dell’Eurosistema. La proiezione esterna, l’interscambio con gli organismi europei, rappresenta uno snodo cruciale, e di crescente importanza, per l’affermazione dei principi che il nostro Istituto, in una storia ultracentenaria, ha difeso in ogni modo: la stabilità finanziaria, la sana e prudente gestione, l’affermazione di regole trasparenti e correlate responsabilità.

Il personale dell’Istituto è protagonista dell’attuazione del progetto, con integrazioni che abbracciano i settori della vigilanza, dei mercati, dell’antiriciclaggio, delle infrastrutture informatiche, dei sistemi di pagamento, delle rilevazioni statistiche, e molto altro.

Di particolare rilievo è l’attività del personale che viene distaccato a vario titolo presso gli organismi europei. Un lavoro spesso lontano dagli occhi dei gestori, ma di straordinaria utilità per gli interessi nazionali.
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