La Banca ha tenuto ieri un incontro sulla polizza sanitaria per informarci che il contratto in scadenza a giugno del 2025 non sarà prorogato perché Previgen non ha accettato la proroga.
Sarà attivata la clausola di proroga obbligatoria per questi contratti, di durata semestrale, per cui il contratto scadrà definitivamente a fine dicembre 2025.
Non è ancora stato definito il criterio di calcolo dei massimali per le prestazioni del semestre aggiuntivo.
L’accordo per il piano di assistenza sanitaria del personale in servizio e in quiescenza tuttora in vigore include la seguente frase: “L’Amministrazione dichiara che la durata dell'appalto sarà di tre anni (dall’1.7.2022 al 30.6.2025) più due anni di eventuale proroga”.
Sarà attivata la clausola di proroga obbligatoria per questi contratti, di durata semestrale, per cui il contratto scadrà definitivamente a fine dicembre 2025.
Non è ancora stato definito il criterio di calcolo dei massimali per le prestazioni del semestre aggiuntivo.
L’accordo per il piano di assistenza sanitaria del personale in servizio e in quiescenza tuttora in vigore include la seguente frase: “L’Amministrazione dichiara che la durata dell'appalto sarà di tre anni (dall’1.7.2022 al 30.6.2025) più due anni di eventuale proroga”.
Qualcuno ricorderà, circa un mese fa, il solenne impegno di Previgen, di cui l’Amministrazione si era fatta megafono: “entro fine febbraio, i disservizi (cominciati da ottobre dello scorso anno, ndr) saranno sistemati”.
Ecco, fine febbraio è passata da un po’, ma la situazione dell’assistenza sanitaria non risulta affatto tornata alla normalità.
Il sito Previgen, ad esempio, ancora non funziona:
non consente l’inserimento di richieste di prestazione diretta, con blocchi della procedura o addirittura l’inserimento di richieste che non risultano poi agli altri soggetti coinvolti.
Ecco, fine febbraio è passata da un po’, ma la situazione dell’assistenza sanitaria non risulta affatto tornata alla normalità.
Il sito Previgen, ad esempio, ancora non funziona:
non consente l’inserimento di richieste di prestazione diretta, con blocchi della procedura o addirittura l’inserimento di richieste che non risultano poi agli altri soggetti coinvolti.