La raggelante notizia arrivata dalla CSR ai soli titolari di mutui cointestati, su errori passati e presenti del fornitore informatico Cedacri nel calcolo dei fringe benefit da sottoporre a tassazione, comporterà - solo per i titolari di mutui cointestati:
- il pagamento di un ulteriore conguaglio fiscale, per chi nel 2022 aveva già superato il limite dei 3.000 euro previsto dalla legge;
- per chi se l’era cavata - collocandosi entro detto limite - il rischio di un improvviso superamento del plafond con conseguente tassazione dell’intero importo, come ricalcolato.
Inoltre, sempre per i detentori di mutui cointestati, il fatto che i “contatori fringe” delle buste paga sono falsati, e sottostimati (oltre a essere già sottostimati per tutti, per il riferimento al TUR del 31.12.22). Ci saranno inoltre impatti sulle dichiarazioni fiscali, di cui la Banca dovrebbe chiarire la portata in tempi brevi (per questo consigliamo di attendere a chiudere la dichiarazione!).
- il pagamento di un ulteriore conguaglio fiscale, per chi nel 2022 aveva già superato il limite dei 3.000 euro previsto dalla legge;
- per chi se l’era cavata - collocandosi entro detto limite - il rischio di un improvviso superamento del plafond con conseguente tassazione dell’intero importo, come ricalcolato.
Inoltre, sempre per i detentori di mutui cointestati, il fatto che i “contatori fringe” delle buste paga sono falsati, e sottostimati (oltre a essere già sottostimati per tutti, per il riferimento al TUR del 31.12.22). Ci saranno inoltre impatti sulle dichiarazioni fiscali, di cui la Banca dovrebbe chiarire la portata in tempi brevi (per questo consigliamo di attendere a chiudere la dichiarazione!).
“A partire da quest’anno si dovrà quindi andare verso un pieno utilizzo del budget per il primo anno da parte dei gestori, proprio in chiave di valorizzazione del merito individuale.” (Banca d'Italia, "Gli avanzamenti per l’Area manageriale e alte professionalità", 23 gennaio 2023)
Com’è prassi del SIBC, confrontiamo le chiacchiere dell’Amministrazione con i fatti, lasciando perdere per oggi la “Banda dei Tre” (CIDA-CISL-DASBI) che da sette anni incensa la riforma senza dare peso al malessere crescente all’interno del personale direttivo dell'Istituto (tanto, il problema è di Esperti e Consiglieri, che importa?).
Com’è prassi del SIBC, confrontiamo le chiacchiere dell’Amministrazione con i fatti, lasciando perdere per oggi la “Banda dei Tre” (CIDA-CISL-DASBI) che da sette anni incensa la riforma senza dare peso al malessere crescente all’interno del personale direttivo dell'Istituto (tanto, il problema è di Esperti e Consiglieri, che importa?).
E’ il caso di tornare sul rispetto delle regole da parte del nostro Istituto. Queste servono a tutelarne nella sostanza il futuro, insieme all’indipendenza e all’autonomia che sarebbero sancite da norme europee e da leggi nazionali.
A tal proposito, il Trattato sul funzionamento dell'UE (art. 123), lo Statuto del SEBC e quello della BCE (art. 21) vietano alle Banche Centrali persino la concessione di scoperti di conto alle amministrazioni dello Stato, agli enti regionali o locali.
La Banca d'Italia non ha bisogno di concedere scoperti di conto allo Stato. Gli trasferisce gli utili di esercizio… più le tasse. Lo fanno anche altre Banche Centrali, ma da noi, in sei anni, le risorse destinate allo Stato hanno superato i 40 miliardi di euro (quaranta miliardi), sfruttando al massimo l’effetto delle passate politiche monetarie espansive, che hanno gonfiato i bilanci del SEBC e consentito i cospicui trasferimenti allo Stato, alimentati anche comprimendo al massimo le risorse necessarie a svolgere nel modo migliore le funzioni istituzionali che la Banca ha garantito.
A tal proposito, il Trattato sul funzionamento dell'UE (art. 123), lo Statuto del SEBC e quello della BCE (art. 21) vietano alle Banche Centrali persino la concessione di scoperti di conto alle amministrazioni dello Stato, agli enti regionali o locali.
La Banca d'Italia non ha bisogno di concedere scoperti di conto allo Stato. Gli trasferisce gli utili di esercizio… più le tasse. Lo fanno anche altre Banche Centrali, ma da noi, in sei anni, le risorse destinate allo Stato hanno superato i 40 miliardi di euro (quaranta miliardi), sfruttando al massimo l’effetto delle passate politiche monetarie espansive, che hanno gonfiato i bilanci del SEBC e consentito i cospicui trasferimenti allo Stato, alimentati anche comprimendo al massimo le risorse necessarie a svolgere nel modo migliore le funzioni istituzionali che la Banca ha garantito.
Per capire dove va il mondo, e dove va la Banca d’Italia, è sufficiente analizzare i temi spinosi della modalità di lavoro e del tempo di lavoro.
Il mondo e l’Italia vanno in una direzione ben precisa.
Uno: conta il lavoro e non dove lo si fa.
Due: conta il lavoro e non la pretesa di distribuirlo per forza su cinque giorni a settimana, aventi stesso orario e stesso tutto.
Una rivoluzione, no? La possibilità di liberare tempo, o giornate dal lavoro e migliorare così le condizioni dei lavoratori era già nel pensiero di Marcuse, filosofo di scuola marxista quasi un secolo fa. Lo attua oggi, fra gli altri in giro per il mondo, anche il governo Meloni, di natura conservatore: “il governo spinge su smart working e settimana corta”, scrive pure Repubblica.
Il mondo e l’Italia vanno in una direzione ben precisa.
Uno: conta il lavoro e non dove lo si fa.
Due: conta il lavoro e non la pretesa di distribuirlo per forza su cinque giorni a settimana, aventi stesso orario e stesso tutto.
Una rivoluzione, no? La possibilità di liberare tempo, o giornate dal lavoro e migliorare così le condizioni dei lavoratori era già nel pensiero di Marcuse, filosofo di scuola marxista quasi un secolo fa. Lo attua oggi, fra gli altri in giro per il mondo, anche il governo Meloni, di natura conservatore: “il governo spinge su smart working e settimana corta”, scrive pure Repubblica.
Mettiamola così: in Banca, a certi livelli, di gente che dice (o scrive) le cose che pensa ce n’è pochina. Capita però, per uno scherzo del fato, che a furia di credersi infallibili e intoccabili, si faccia qualche errore, mettendo nero su bianco quel che non si potrebbe. I piani alti del Servizio Organizzazione, nei giorni scorsi, hanno diramato una serie di slides per stampigliare la mission aziendale nella mente dei vari sottoposti.
Vi è riportato, infatti, che uno dei punti chiave della mission aziendale è “MASSIMIZZARE LE RISORSE RETROCESSE ALLO STATO”.
Vi è riportato, infatti, che uno dei punti chiave della mission aziendale è “MASSIMIZZARE LE RISORSE RETROCESSE ALLO STATO”.