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Per riassumere l’incontro di ieri sulla riforma dell’Area Operativa e per raccontare questa Amministrazione, basterebbero le due slides più sotto commentate, o la frase che ci siamo sentiti rivolgere dalla Delegazione aziendale “voi dovete dare ai vostri iscritti la sensazione che con questa riforma ci saranno più promozioni per tutti”.
“Tu chiamale se vuoi… sensazioni”, canterebbe Battisti.

L’incontro, per il resto, ha offerto un modesto specchietto per le allodole, e numerosi e pesantissimi passi indietro per tutti, in termini di impatti della valutazione sulla retribuzione di ciascuno.

Lo specchietto per le allodole è la riduzione da 20 a 10 anni del tempo per avere il requisito di scrutinabilità per il passaggio da Segmento Addetto a Segmento Specialisti dell’Area Operativa. Come tutti sanno perfettamente, si può facilmente essere scrutinabili e rimanere fermi a vita: basta mantenere come oggi lo zerovirgola percento di promozioni annue.
Quanto dichiarato da una O.S. quest’oggi a proposito dell’integrazione dell’IVASS in Banca d’Italia fa chiarezza per due ordini di ragioni.
La prima è perché conferma il carattere carbonaro dell’operazione. Fino a quando il SIBC non ha sollevato il problema, nessuno parlava dell’argomento. Ora improvvisamente si scopre che alcuni conoscono molti particolari su questo progetto di integrazione con annessa sottoposizione del 70% del personale di Banca ai nuovi ingressi.
La seconda ragione di chiarezza è il fatto che questa O.S. propone (o comunica?) un progetto di integrazione allarmante. “Prevede” la creazione di un ulteriore Dipartimento (la crescita incontrollata di Dipartimenti e Servizi “isolati” segna la fine del modello dipartimentale e si accompagna allo scempio della rete territoriale), il “Dipartimento Assicurativo” (c’è già il nome) che a detta di quella Organizzazione “… potrà garantire sviluppi di carriera e posizioni di avanzamento dedicate”. Tenuto conto dei gradi elevatissimi di accesso, è singolare vengano previsti pure percorsi dedicati a tutela delle crescite individuali, invece di essere comparati con gli attuali colleghi di Banca, cui resta il percorso di carriera irto e complicato a cui sono già attualmente destinati.
Anche quest’anno il 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, istituita dall’ONU nel 1999, è contrassegnato da numeri agghiaccianti: nel nostro Paese, come in molti altri Stati nel mondo.

Secondo i dati pubblicati dal Ministero dell’Interno, dal 1° gennaio e fino al 17 novembre del 2024 in Italia sono stati commessi 269 omicidi; in ben 98 casi (il 36,5% del totale) le vittime erano donne, 84 donne sono state uccise in contesti familiari o affettivi e per 51 di esse l’assassino era il partner o l’ex partner.
Di gran lunga maggiori i numeri legati alle molteplici forme che può assumere la violenza di genere: in Italia sono attivi 10.458 braccialetti elettronici di cui 4.677 per stalking. Solo a Milano e provincia, la Procura ha ricevuto oltre 6.000 denunce per violenza da parte di donne.
Quando recentemente abbiamo denunciato per primi e pubblicamente il fatto che l’imminente assorbimento dell’IVASS determinerà impatti non trascurabili sul personale dell’Area Operativa e su quello dell’Area Manageriale, si è rotto il silenzio su argomento sul quale, fino a quel giorno, vigeva un omertoso riserbo.

Sollecitare una pubblica discussione su scelte gestite nelle segrete stanze dei piani alti della Banca serve a rendere i colleghi più consapevoli dei termini in cui vengono trattate certe questioni determinanti per la loro vita professionale. Siamo ben felici di continuare su questa operazione-trasparenza, che chiaramente disturba alcuni, ma che continueremo a svolgere in modo sempre più incisivo e al servizio dei colleghi.

Dell’IVASS ha parlato lo stesso Governatore, sostenendo che per svolgere le funzioni dell’IVASS non avremmo bisogno di assorbire l’IVASS, dato che in gran parte le svolgiamo già: basterebbe un “memorandum of understanding”. Salvo poi ribadire che il problema che poniamo non esiste (ma onestamente non abbiamo capito perché), basta quella premessa per azzerare la retorica di certi Sindacati secondo cui la confluenza “serve alla Banca” per avere nuova visibilità, per salvare le Filiali, forse anche per combattere la fame nel mondo e metter fine alle guerre.
Interrogarsi sulla reale portata dell’ entrata dell’IVASS in Banca d’Italia è invece un dovere.
Non è il caso di prendersela con chi scribacchia su giornaletti di modesta importanza una serie inesauribile di dati errati e omissioni che la metà basterebbe, in un Paese normale, a levargli il patentino di giornalista.
Siamo in Italia, suvvia.

Chiediamoci invece perché viene sparata ora, non una settimana fa, o un mese fa, o quando è uscito il bilancio della Banca, la sciocchezza sullo "stipendio medio" di 149.039 euro.

Chiediamoci soprattutto perché la Banca d'Italia non interviene con un comunicato pubblico in cui spiega l'abc a rettifica per tutte le testate online che hanno ripreso l’articoletto, magari evidenziando che in Banca parecchi colleghi hanno stipendi pari a un sesto di quella somma, parecchi altri pari a un quinto, altri (più fortunati?) pari a un quarto. In Area Manageriale, "privilegiati" che non sono altro, molti hanno un terzo di quella cifra.
Lunedì 18 e martedì 19 novembre si è svolto il Comitato Direttivo Nazionale del SIBC, che ha affrontato tutti i temi di maggiore interesse per i colleghi e di attualità sul piano negoziale, come quelli sulla riforma della carriera operativa e del progetto di ridimensionamento delle Filiali, sui quali sono state assunte deliberazioni.

E’ stato inoltre rimarcato il ruolo decisivo del SIBC nel far luce sugli impatti che deriverebbero dall’eventuale confluenza del personale IVASS all’interno dell’Istituto, taciuto da tutti fino al nostro intervento.
E' stato sottolineata anche la funzione svolta nel denunciare significative anomalie nel processo che ha portato alla mancata proroga del contratto di copertura sanitaria per i colleghi in servizio e in quiescenza.

Il Direttivo Nazionale ha anche evidenziato la continua e formidabile crescita di consenso del SIBC, secondo sindacato nell'Area Operativa e secondo sindacato nell'Area Manageriale, testimonianza che sempre più colleghi riconoscono l'importanza di un'Organizzazione sindacale che con coerenza e coraggio sappia sostenere e argomentare posizioni anche scomode per la controparte.
L’altro giorno, durante l’incontro sulla polizza sanitaria, il Segretario Generale della Banca d’Italia ha testualmente affermato che ci sono “ragionamenti in stato avanzato per la confluenza dell’IVASS in Banca d’Italia”, compresi naturalmente i suoi 367 (tendenziali 400) dipendenti.

I dipendenti dell’IVASS diventerebbero quindi dipendenti della Banca d’Italia.

Una premessa è d’obbligo, visto che - per il solo fatto di aver noi accennato al tema in un volantino e in un webinar - altra Organizzazione ha sentito il bisogno di scendere frettolosamente in campo per sponsorizzare anche questa comunicazione della Banca.
La Banca ha tenuto ieri un incontro sulla polizza sanitaria per informarci che il contratto in scadenza a giugno del 2025 non sarà prorogato perché Previgen non ha accettato la proroga.

Sarà attivata la clausola di proroga obbligatoria per questi contratti, di durata semestrale, per cui il contratto scadrà definitivamente a fine dicembre 2025.
Non è ancora stato definito il criterio di calcolo dei massimali per le prestazioni del semestre aggiuntivo.

L’accordo per il piano di assistenza sanitaria del personale in servizio e in quiescenza tuttora in vigore include la seguente frase: “L’Amministrazione dichiara che la durata dell'appalto sarà di tre anni (dall’1.7.2022 al 30.6.2025) più due anni di eventuale proroga”.
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