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Sindacato Indipendente Banca Centrale
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La Banca si è abituata troppo bene.

Avendo a che fare con persone civili, che cercherebbero la via del ragionamento anche se di fronte avessero uno squilibrato, armato fino ai denti e che spara all’impazzata, conta sul fatto di poter agire nei modi più dittatoriali, arroganti e offensivi per il personale, perché mai nessuno la chiamerà a rendere conto del suo operato.

Ma anche i bambini imparano presto a capire che, a forza di tirare, una corda si spezza.
Quanto potrà resistere la cordicella tenue che lega l’Amministrazione e il Vertice della Banca ai colleghi, davanti ad atteggiamenti privi di logica e di rispetto?

La corda si spezzerà.
“Che può fare per me il sindacato?”
Lo chiedono in tanti: chi più speranzoso, chi meno.
Molti immaginano che le alternative siano che il sindacato possa fare tanto, o poco, o addirittura niente.
Purtroppo si tende a dimenticare l'alternativa peggiore: anche quando il sindacato può fare poco “per te”, può fare tanto “contro di te”. Può stipulare accordi peggiorativi delle condizioni di lavoro. Può girarsi dall’altra parte e fingere di non vedere le malefatte della Banca. Può vendere una categoria di colleghi, in cambio di vantaggi per altre, o tornaconti diversi.
Ne abbiamo avuto esempi in tempi non così lontani, giusto?

Per questo, i colleghi devono sapere che non essere iscritti a un sindacato facilita il lavoro a chi trova utile girarsi dall’altra parte, o fare niente.
A pagina 12 del documento di Educazione Finanziaria della Banca d’Italia (“Kahoot Costruisci il tuo futuro! Senior”, così tutti capiscono che noi siamo gggiovani), è evidenziato il fenomeno del Greenwashing, così definito:

“… una pratica di comunicazione scorretta di un’azienda che sfrutta la tematica ambientale solo per catturare l’attenzione dei consumatori attenti alla sostenibilità ambientale. La parola greenwashing deriva dall’unione di due parole inglesi: green (verde) e whitewashing (tingersi) e può essere tradotta come ecologismo di facciata. Le tipiche pratiche di greenwashing possono essere: l’uso di una comunicazione scorretta, l’utilizzo di una comunicazione omissiva e la mancanza di dati e riscontri scientifici a supporto della veridicità dell’affermazione ambientale fornita dall’azienda”

Due gli elementi chiave.
Il Greenwashing è:
Ecologismo di facciata
Comunicazione scorretta, omissiva a supporto dell’affermazione ambientale fornita dall’azienda.

In pratica, un grande bluff
Perché le aziende bluffano? Per tanti semplici motivi: per l’immagine. Per cavalcare una moda. Per iscriversi d’ufficio tra i buoni, e pertanto al riparo da critiche. Ma inutile girarci intorno: in Banca, lo sappiamo bene, l’immagine è il bene ormai considerato più prezioso dell’oro conservato in Via Nazionale.
Le priorità di una persona si comprendono dalle sue azioni. Vale lo stesso per le amministrazioni. Per questo, in mezzo a tante chiacchiere sullo smart working e ai depliants sullo smart office, guardiamo la realtà dei fatti: il lavoro piace in presenza. Possibilmente sudato.

Invece di occuparsi di estendere il lavoro da remoto, o di rimuovere gli incomprensibili ostacoli procedurali e organizzativi che lo limitano la possibilità in alcune strutture, la Banca avvia iniziative di altra natura (legittimissime, ma solo a valle delle prime, non sostitutive!), come ad esempio, la splendida “bike to work”, formidabile iniziativa per andare in bicicletta in ufficio, particolarmente raccomandata nel periodo estivo.
Alcune affermazioni contenute nelle prime Considerazioni finali del nuovo Governatore Panetta ci trovano pienamente d'accordo.

Ne citiamo alcune:
Il capitale umano ha un ruolo decisivo.
Competenze e conoscenze, da nutrire e rivitalizzare lungo tutto l’arco della vita, sono il cardine non solo del progresso economico, ma anche e soprattutto di quello civile.
Non riesco a credere che un Paese con la nostra storia, le nostre risorse, le nostre potenzialità, che insieme agli altri Stati membri ha saputo creare una comunità
L’incontro con il Governatore della Banca d’Italia non è stato, né poteva essere, un incontro dai contenuti negoziali. E’ stato però un incontro positivo proprio in quanto “conoscitivo”.
Conoscitivo non della persona (che conoscevamo già) ma dello spirito con cui il neo Governatore intende gestire le questioni che incidono sul personale, e rapportarsi con le Organizzazioni che quel personale rappresentano.

Da parte nostra, abbiamo proposto temi di merito e di metodo.
A una settimana dagli incontri delle Organizzazioni sindacali con il nuovo Governatore, pensiamo che - siccome la trasparenza è un tratto distintivo della nostra attività - sia giusto condividere con ciascuno di voi quello che diremo in quella sede.

E’ infatti un passaggio che non riteniamo di utilizzare per saluti e auguri di rito, ma per cercare di “ingaggiare” il Governatore in un percorso di rinascita della Banca, del senso di un'Istituzione coesa in cui tutti marciano verso obiettivi trasparenti e comuni.

La coesione è il tema dei temi. Non sfuggirà a nessuno che la frammentazione del personale in gruppi di interessi diversi e talvolta in conflitto tra loro può forse produrre nel breve termine un vantaggio per l’Amministrazione, indebolendo l’interlocuzione sindacale, ma di certo mina la saldezza e il senso di appartenenza nell’Istituzione.
Abbiamo scritto più volte sugli impegni, assunti dalla Banca, volti a finanziare lo Stato - esplicitati sotto il Governatore Visco anche nel Piano strategico 2023-25 - e per conseguenza a ridurre gli investimenti e la spesa dell’Istituto, entrambi necessari a mantenere adeguata la Banca d'Italia ai molteplici e complessi compiti che le sono affidati.

Infatti, rileviamo che la sistematica riduzione dei vari budget assegnati sta comportando di fatto il contenimento o la riduzione delle attività svolte, e sta anche intaccando molti diritti acquisiti nel tempo dal Personale.
Sindacato Indipendente Banca Centrale
siamo in Via Panisperna, 32 - 00184 Roma

telefono 0647923071

mail - segreteria@sibc.it
PEC - segreteria.sibc@actaliscertymail.it
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