FUORI ORARIO - Commissione paritetica sul modello ibrido
Mercoledì 26 Lug 2023 · 4:45
FUORI ORARIO
Domani la Commissione paritetica:
tutto quello che non va nel modello ibrido
Nella riunione di domani di “monitoraggio” sull’applicazione del lavoro da remoto, sarà interessante approfondire diversi temi. Alcuni già ampiamente dibattuti, eppure sempre terribilmente sentiti dai colleghi che - davanti al muro di gomma di Capi e Capetti - invece di rassegnarsi, continuano a denunciare situazioni paradossali; altri meno consueti, eppure degni della massima attenzione.
Tra quelli già affrontati, ma ancora irrisolti, inutile dirlo:
Χ quali insormontabili problemi operativi e organizzativi costringono l’intero campo delle divisioni di Segreteria di Filiale nella gabbia del 5/50, mentre in Amministrazione Centrale più di una Segreteria è già approdata ai 12/120? (per non parlare delle Segreterie delle Filiali STC, che vengono evidentemente risucchiate dal vortice del contante)
Χ cosa impedisce di attribuire temporaneamente, alle persone che stabilmente lavorano da remoto (ma in ufficio!) per divisioni di altre Filiali o dell’AC, lo stesso budget da remoto di cui dispongono i colleghi distanti, invece di rimanere bloccati al poco o niente delle GSP?
Χ quali impercettibili differenze riescono a vedere tra attività identiche, che vengono però trattate diversamente in caso vengano svolte in Filiale, o di natura del tutto sovrapponibile, anche tra Dipartimenti della Capitale, limitando il numero di colleghi che possono fruire dei 12/120 gg..
Χ quale ragione esoterica obbliga gli informatici a usare l’informatica inchiodati alle scrivanie dei propri uffici? Pensavamo che quell’epoca fosse finita con la decrittazione del Codice Enigma, e invece resiste strenuamente presso il Centro Donato Menichella;
Χ lo stesso vale per chi tratta titoli o gestisce portafogli sui mercati internazionali: quale migliore spread si ottiene negoziando piantonati alla propria seggiola inventariata?
Ci sono poi aspetti nuovi che si affacciano alla discussione:
± il tasto “blocca il lavoro da remoto in giornate specifiche” usato in una Filiale un po' particolare, per finalità diversissime da quelle dichiarate: come mai ciò non ha comportato reprimende da parte di RIU?
± l’effetto harakiri di ottenere “flessibilità aggiuntive” per periodi brevi. Esempio: Mario Rossi chiede dei giorni aggiuntivi per assistere i genitori anziani in condizioni decisamente complicate. Gli accordano, poniamo 2 giorni in più, per tre mesi. Carini, solo che per usarli, Mario Rossi deve usare prima tutti i suoi 10 di quei mesi. Rinnova la richiesta, e gli accordano altri 2 giorni per il trimestre successivo. Mario Rossi li usa, dovendo però sempre esaurire prima i propri. Per farla breve, se i genitori restano in vita, a fine ottobre Mario Rossi non avrà più un solo giorno “proprio” per assisterli, perché si è mangiato tutti i suoi 100 per usare quei 20 che complessivamente gli sono stati riconosciuti nei 10 mesi dell’anno. La cosa non ha senso, perché basterebbe dire: "ti diamo tot giorni per l’intero anno, usali con giudizio". Invece no: "ti diamo tot giorni per tre mesi, sparati tutto subito sennò li perdi". Geniale.
± Antò, fa caldo, era il refrain di una nota pubblicità. E in effetti, fa caldissimo. Tanto che nel mondo normale si parla di cassa integrazione al superamento di determinate soglie di calore (ovviamente per chi fa certi tipi di lavoro). Si parla di riattivare le norme sullo smart working emergenziale presso le pubbliche amministrazioni. Limitare gli spostamenti, che inquinano e sono anche un rischio per la salute: prendere due giorni la metro a Roma, invece dell’auto di servizio, aiuterebbe tanti nostri Gestori a ragionare meglio.
Rammentiamo tra l'altro che l'accordo del dicembre 2021 consente di intervenire direttamente proprio in questi casi: "In relazione a situazioni di carattere emergenziale e temporaneo l’Amministrazione può disporre il lavoro da remoto anche oltre i limiti indicati nei commi precedenti" In pochi mesi, di situazioni emergenziali e di forte rischio ne abbiamo vissute e ne viviamo parecchie: alluvioni, inondazioni, frane, nubifragi, incendi, record storici del caldo. In quante di queste occasioni la Banca ha attivato la previsione del Regolamento del Personale che consente di ampliare il lavoro da remoto?
Invece no, le direttive sono chiarissime: tutti ai posti di combattimento, temperatura dei termostati da posizionare sui 27° (anche se tanto non ci arriva mai), le finestre restano serrate dove tanto non si possono aprire (al CDM, c’è il pericolo di fuga dei detenuti), il dress code non si cambia, e via andare. Siamo fatti così.
La perla arriva da uno dei palazzi romani, dove per eseguire un intervento di manutenzione, il servizio di climatizzazione sarebbe stato interrotto o avrebbe subito disservizi. Il bello viene ora: “In caso di necessità sarà possibile fornire, dove strettamente necessario, sistemi di climatizzazione portatile”. Scritto il giorno del record storico del caldo a Roma, quel “dove strettamente necessario” merita una menzione d’onore, un Oscar al risparmio (non intendiamo spendere per climatizzatori portatili) o al negazionismo (caldo? sentite davvero caldo?). Salvo che non sia, finalmente, un indiretto riconoscimento dello spirito di sacrificio del personale. In effetti, potrebbe essere un tacito attestato alla natura di Supereroi dei dipendenti.
Peccato che, per i nostri Vertici, non basta neanche essere Supereroi per meritare l’IPCA nei tempi dovuti.