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12/2024

Sindacato Indipendente Banca Centrale
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Al primo incontro sulla verifica del lavoro da remoto, pensavamo onestamente di aver sbagliato riunione.
All’inizio, sembrava di essere a un dotto simposio (auto)celebrativo sul lavoro da remoto, sulle prospettive planetarie, i confronti, l’ambiente, il tema building, il desk sharing e chi più ne ha più ne metta.
Sicuramente interessante, per l’amor del Cielo, ma non era quella la nostra riunione: noi dovevamo evidenziare gli aspetti da migliorare dell’accordo sul lavoro da remoto in Banca d’Italia, e nel migliore dei mondi possibili, che vuoi migliorare?
Essendo la riunione online, abbiamo staccato il collegamento, e subito ricliccato sul link.

In effetti, era cambiato lo scenario, ma neanche questo era quello giusto: ci siamo ritrovati stesi sul lettino di uno strano psicanalista, che cercava di farci il lavaggio del cervello e convincerci che quello che noi ottenemmo negozialmente tre anni fa, solo dopo mille discussioni e beccandoci pure minacce di querela, si era rivelato giusto, sostenibile ed equilibrato e soprattutto merito di chi ci aveva fatto la guerra.
Ma davvero queste cose ce le vengono a raccontare loro a noi??
L’incontro della giornata di ieri sulla riforma dell’Area Operativa ha finalmente segnato la conclusione dell’ennesima “ribollita” del progetto della Banca.

Un progetto rispetto al quale - a quanto ci consta, anche alla luce dell’intervento a sorpresa nel nostro webinar di ieri del Segretario Cgil - nessun sindacato offrirà disponibilità alla firma.

Tutti tranquilli, quindi? Non proprio. Che nessuno firmi questa precisa proposta della Banca, beh, ci mancherebbe pure.
Ma andrà chiarito da ognuno un punto chiave: di quanto e su cosa dovrebbe cambiare il progetto Banca, affinché il negoziato possa riprendere, con una fondata prospettiva di arrivare a conclusione?
La Banca si è abituata troppo bene.

Avendo a che fare con persone civili, che cercherebbero la via del ragionamento anche se di fronte avessero uno squilibrato, armato fino ai denti e che spara all’impazzata, conta sul fatto di poter agire nei modi più dittatoriali, arroganti e offensivi per il personale, perché mai nessuno la chiamerà a rendere conto del suo operato.

Ma anche i bambini imparano presto a capire che, a forza di tirare, una corda si spezza.
Quanto potrà resistere la cordicella tenue che lega l’Amministrazione e il Vertice della Banca ai colleghi, davanti ad atteggiamenti privi di logica e di rispetto?

La corda si spezzerà.
La vicenda della chiusura dell’asilo aziendale, sul quale siamo interventui con tutte le OO.SS. presenti in Banca, nasconde sicuramente una cospicua quantità di “non detto”.

In nessun posto nel mondo, nemmeno nel più male-organizzato, si aspetta la settimana prima di Natale per comunicare una notizia di tale delicatezza che sembra la Banca conoscesse già dal mese di ottobre.
In nessun posto del mondo, nemmeno nel più irragionevole, si butta al macero - senza fare un plissé - uno strumento fondamentale di inclusione e di conciliazione vita-lavoro.
In nessun posto del mondo, nemmeno nel più irrispettoso verso i propri dipendenti, certe decisioni vengono comunicate al limitare delle iscrizioni scolastiche.
In nessun posto del mondo, nemmeno in quello più indifferente verso le famiglie, si comunica una decisione del genere senza indicare una strada forte di tutela e di accompagnamento dei bambini che in tanti casi sono già all’asilo, o stanno per entrarci.

Quindi, per quanto male pensiamo delle modalità di organizzazione e gestione della Banca, non è possibile che non ci sia stato nascosto qualcosa.
Come tutti sappiamo, a detta dei “suoi” dati non verificabili, la Banca ha registrato nel 2023 l’incremento dell’efficienza aziendale più basso della sua storia, al punto da sfiorare lo zero assoluto (0,2%).
Inoltre, la stessa Banca ha varato un progetto di “riassetto della rete territoriale” il cui principio-guida sarebbe la lotta all’autoamministrazione, fonte di inefficienza e da estirpare a costo di chiudere strutture ecc. ecc.

Si direbbe che la Banca stia ammettendo di avere qualche problemino organizzativo, che (tanto per cambiare) ricadrà sui dipendenti e non su chi ha assunto nel tempo decisioni inadeguate.
“Che può fare per me il sindacato?”
Lo chiedono in tanti: chi più speranzoso, chi meno.
Molti immaginano che le alternative siano che il sindacato possa fare tanto, o poco, o addirittura niente.
Purtroppo si tende a dimenticare l'alternativa peggiore: anche quando il sindacato può fare poco “per te”, può fare tanto “contro di te”. Può stipulare accordi peggiorativi delle condizioni di lavoro. Può girarsi dall’altra parte e fingere di non vedere le malefatte della Banca. Può vendere una categoria di colleghi, in cambio di vantaggi per altre, o tornaconti diversi.
Ne abbiamo avuto esempi in tempi non così lontani, giusto?

Per questo, i colleghi devono sapere che non essere iscritti a un sindacato facilita il lavoro a chi trova utile girarsi dall’altra parte, o fare niente.
Giorno nove di dicembre dell’anno di grazia 2024: negli ultimi 45 giorni, la Banca è riuscita a convocare una sola riunione negoziale, oltre a due di tipo informativo:
- una per dirci (due mesi dopo rispetto a quando l’avevano saputo) che Previgen ha rifiutato la proroga del contratto e bisognerà negoziare un nuovo accordo per far partire la nuova gara d’appalto;
- l'altra per consegnare dati di dettaglio sul piano di riforma della rete territoriale.

In un mese e mezzo, quindi, battuto ogni record di inefficienza negoziale, fatto ancor più provocatorio se si considera la quantità e la rilevanza delle questioni per le quali è doveroso pervenire a una conclusione all’altezza del personale dell’Istituto.
Chiediamo formalmente che la Banca convochi immediatamente le OO.SS. per il riconoscimento dell’IPCA e dirami un calendario di convocazioni serrate per affrontare tutti i temi di rilievo qui elencati.
Quando, il 20 novembre scorso, il Governatore spiegò ai sindacati le ragioni della scelta di chiudere due Filiali e di incidere sull’organizzazione lavorativa di due decine di altre, il tasto sul quale batté in modo principale fu la lotta all’auto-amministrazione, fonte di inefficienze e punto di debolezza della Banca rispetto a uno scrutinio “esterno” di non-si-sa-bene-chi.

Avevamo manifestato il dubbio che, anche a voler considerare questa la priorità di una Istituzione, obiettivi dichiarati e scelte adottate apparivano in grave contraddizione.
Ma chi siamo noi davanti a cotanti cervelloni strapagati che - forti di studi raffinatissimi - hanno convinto il Governatore a intraprendere un’azione penalizzante per il personale e per tante comunità che vedrebbero la presenza della Banca venir meno, o affievolirsi in modo pressoché definitivo?
Sindacato Indipendente Banca Centrale
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