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Filiali: ma che hanno raccontato al Governatore?

Sindacato Indipendente Banca Centrale
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Filiali: ma che hanno raccontato al Governatore?

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Pubblicato in Filiali · Lunedì 09 Dic 2024 · Tempo di lettura 4:00
Filiali:
ma che hanno raccontato al Governatore?

Quando, il 20 novembre scorso, il Governatore spiegò ai sindacati le ragioni della  scelta di chiudere due Filiali e di incidere sull’organizzazione  lavorativa di due decine di altre, il tasto sul quale batté in modo  principale fu la lotta all’auto-amministrazione, fonte di inefficienze e punto di debolezza della Banca rispetto a uno scrutinio “esterno” di non-si-sa-bene-chi.

Avevamo manifestato il dubbio che, anche  a voler considerare questa la priorità di una Istituzione, obiettivi  dichiarati e scelte adottate apparivano in grave contraddizione.
Ma chi siamo noi davanti a cotanti cervelloni strapagati che  - forti di studi raffinatissimi - hanno convinto il Governatore a  intraprendere un’azione penalizzante per il personale e per tante  comunità che vedrebbero la presenza della Banca venir meno, o  affievolirsi in modo pressoché definitivo?

Il  primo confronto con la Banca sui dati alla base del progetto di  (sotto)sviluppo della rete territoriale ci ha però convinto che al Governatore devono essere state fornite informazioni non corrette.
Non  vogliamo infatti pensare che il Vertice della Banca abbia pensato di  poter trarre in inganno (o trovare la compiacenza di) otto sindacati su  otto. Per cui, ci dev’essere stato un problema a monte nel flusso informativo.

Seguiamo quindi la veridicità della guerra santa dichiarata all'auto-amministrazione.

E’ stato detto al Governatore che Brescia e Livorno, le Filiali che nel progetto-Banca andrebbero chiuse, sono due tra le 5 Filiali più efficienti in assoluto, considerando la percentuale di attività di auto-amministrazione? (vedi immagine qui sotto)



E’ stato detto al Governatore che le Filiali monodivisionali, dove è stato già fatto l’accorpamento tra Divisione Segreteria e GSP che la Banca vorrebbe estendere a dismisura, sono proprio le Filiali provinciali dove il peso dell’auto-amministrazione raggiunge livelli massimi, confermando che quel modello organizzativo è disfunzionale?



 
E’ stato detto al Governatore che l’impatto della riorganizzazione non è “70-80 persone” delle Filiali in chiusura, ma almeno 4 volte tanto, tenuto conto del “mismatch” tra Filiali in cui si registrerebbero carenze di personale e Filiali dove la Banca creerebbe eccedenze, con questo mirabile intervento organizzativo?

E’ stato detto al Governatore, infine, che i colleghi della carriera operativa, tanto disprezzati quando il tema del confronto è “riforma delle carriere”, vengono improvvisamente assimilati ai gradi alti dell’Area Manageriale, visto che le tabelline sui bisogni ed eccessi di personale non distinguono né per area di inquadramento né per gradi interessati,  come se tutti svolgessero le medesime mansioni, avessero le medesime  responsabilità e per conseguenza percepissero anche le stesse  retribuzioni?

§§§

Ma la questione è ben più ampia, perché non riguarda  solo il personale delle Filiali ora negativamente impattate dal  progetto. E nemmeno soltanto l'auto-amministrazione, senza la quale  peraltro nessuna organizzazione potrebbe essere funzionale ed  efficiente.
Riguarda l’essere Istituzione al servizio del Paese, delle imprese, dei cittadini, degli operatori.
Riguarda il “PATTO DI FIDUCIA” con i diversi stakeholder (dipendenti inclusi), sul quale dovrebbe reggere l’azione di una Istituzione, viene ulteriormente minato da scelte operative che contraddicono e smentiscono la narrazione di una comunicazione che sembra guidata da meri intenti pubblicitari.

Riguarda, sul piano sindacale, il tradimento di un patto che invece, dal lato Banca, trae vantaggio dall’abnegazione del personale nell’adempiere  ai propri obblighi contrattuali e morali. Direttori e Consiglieri  valorizzati per l’obbedienza e non per il merito, con incarichi  prolungabili a piacere della Banca anche in barba alle norme vigenti.  Expert illusi anche da promesse e prospettive non mantenute, come nel  riorientamento nei servizi di pagamento. Coadiutori prima parificati e  poi subordinati ai neoassunti laureati, nonostante un difficilissimo  concorso di accesso (come ammesso dal Segretario generale) e considerati  come una presenza inutile e quasi fastidiosa. Per non dire degli altri  operativi, illusi da percorsi rapidi e riforme mai fatte, con una  generazione di mezzo dimenticata.

Noi, i lavoratori del SIBC, riconosciamo il valore di  una Istituzione che si adegua ai tempi, al cambiamento della domanda di  servizi e all’esigenza di rispondere in modo efficace ed efficiente alle sfide. Ma non condividiamo interventi che minano quel “Patto di fiducia” e il ruolo istituzionale che la Banca è chiamata a svolgere nell’intero territorio nazionale.
Per questo, stiamo già lavorando a una proposta alternativa concreta, se possibile congiunta con la altre Organizzazioni sindacali, che valorizzi insieme il ruolo dell'Istituto e la professionalità di tanti colleghi. Di favorire le carriere di pochi presunti super manager, a noi, importa zero.


Sindacato Indipendente Banca Centrale
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