Lavoro da remoto: Le sabbie mobili della burocrazia
Pubblicato in smartworking · Lunedì 16 Dic 2024 · 3:45
Lavoro da remoto
Le sabbie mobili della burocrazia
Come tutti sappiamo, a detta dei “suoi” dati non verificabili, la Banca ha registrato nel 2023 l’incremento dell’efficienza aziendale più basso della sua storia, al punto da sfiorare lo zero assoluto (0,2%).
Inoltre, la stessa Banca ha varato un progetto di “riassetto della rete territoriale” il cui principio-guida sarebbe la lotta all’autoamministrazione, fonte di inefficienza e da estirpare a costo di chiudere strutture ecc. ecc.
Si direbbe che la Banca stia ammettendo di avere qualche problemino organizzativo, che (tanto per cambiare) ricadrà sui dipendenti e non su chi ha assunto nel tempo decisioni inadeguate.
Al riguardo, venendo al tema del lavoro “smart”, offriamo due piccoli contributi di serietà, sperando nessuno si offenda.
Persino nel mondo fatato dell’Amministrazione Centrale, in cui "per definizione" non ci sono problemi di inefficienza, e quando si chiude un Servizio è solo per far nascere due Dipartimenti, capita che - se si ha bisogno di due giorni in più di lavoro da remoto in un mese (sacrilegio! sacrilegio!)- si registri una modestissima trafila burocratica così articolata:
- il dipendente deve compilare un’istanza, motivandola possibilmente in base a una delle causali predefinite nel Regolamento del Personale;
- se l’istanza è causata da motivi di salute, al dipendente è “consigliato” di inviare preliminarmente l’istanza ai medici competenti, unitamente alla certificazione medica per capire, almeno in via informale, se la richiesta può essere accolta;
- a quel punto, il dipendente può firmare digitalmente l’istanza, e inviarla al Capo Divisione;
- il suddetto Capo Divisione deve esaminare l’istanza e, se d’accordo, firmarla anche lui digitalmente;
- a questo punto, per ragioni di cortesia, è “molto opportuno” preavvisare il Capo Servizio con una mail, non sia mai venisse colto alla sprovvista da cotanto ardire;
- bisogna poi inviare una mail alla Segreteria che predisporrà un messaggio CAD da inviare al Capo Servizio;
- il Capo Servizio, se se la sente, deve firmare il messaggio;
- la Segreteria allora invia finalmente il messaggio a GEP;
- GEP acquisisce formalmente il parere dei medici competenti (se si tratta di motivi di salute)
- GEP esamina l’istanza, passandone al setaccio ogni possibile manchevolezza documentale, grammaticale, motivazionale;
- GEP la ripassa al setaccio considerando la Divisione di appartenenza del richiedente (ad esempio, ci sono maternità di serie B e maternità di serie D, ad esempio (la A non è proprio contemplata), ma di questo la CPO non si occupa):
- se l’istanza viene accolta, si predispone un provvedimento in CAD.
- il provvedimento è infine inoltrato al Servizio e all’interessato (laddove sopravvissuto, ndr).
Una sana organizzazione, votata a ridurre ogni inefficienza, dovrebbe usare il lanciafiamme per eliminare questi labirinti burocratici, giusto? Vedremo alla verifica sul modello di lavoro ibrido, il cui primo incontro è convocato per giovedi 19.
Altro piccolo contributo, per liberare chi si occupa di organizzazione da incombenze che non gli competono e concentrarsi su cose più serie.
Come scritto nel Regolamento del Personale, l’estensione dei giorni da remoto per le Divisioni è disposto dai Capi Servizio, sentito il Capo della Divisione stessa. Punto.
Giungono invece segnalazioni che, a diversi dei colleghi preoccupati sul destino dei 120 giorni da remoto che stanno per scadere in alcune strutture perché “concessi” fino a fine anno, la risposta informale dei Servizi e delle segreterie è che “stiamo aspettando indicazioni da ORG”.
Strano. Spulciando il Regolamento, alla ricerca della norma che derubrica i Capi Servizio a impiegatucci al comando di altro Servizio evidentemente sovraordinato, non abbiamo trovato niente del genere.
Nella "Circolare sulla Gestione del tempo", scritta dalla Banca stessa, c’è scritto che il Capo Servizio può aumentare i giorni da remoto “informando il Capo Dipartimento e i Servizi GEP e ORG”. Quindi anche la normativa interna di Banca prevede che il Capo Servizio possa prendere decisioni (purché poi lo dica alla mamma, al papà e allo zio).
L’applicazione pratica invece è che ORG comanda, i Capi Servizio nemmeno respirano senza la preventiva “indicazione”, e tutti pensano di potersi sottrarre al confronto con le Organizzazioni rappresentative del personale oltre che, ca va sans dir, con le norme del Regolamento del Personale.
Ma che Banca stiamo diventando?