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Sindacato Indipendente Banca Centrale
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A volte viene da chiedersi se ci sia ancora qualcuno che ragiona, in questa Banca.
Ragionare significa interrogarsi sulle conseguenze delle proprie decisioni, legittime o meno che siano.
Interrogarsi sulle conseguenze dovrebbe essere imperativo per tutti, in particolare per chi ha molto potere, e proporzionali responsabilità.
La responsabilità non riguarda solo l’adempimento dei propri doveri, ma anche la capacità di rispondere delle proprie azioni e decisioni. Accountability, dicono quelli bravi.

Sul piano professionale essere responsabili implica svolgere il proprio lavoro con competenza e dedizione, ma anche rispettare le norme etiche e comportamentali della propria professione, evitando conflitti di interesse e condotte discutibili.
La responsabilità di chi occupa ruoli di leadership abbraccia non solo i colleghi o i subordinati, ma anche l’intera organizzazione, la reputazione di tutti coloro che vi lavorano onestamente, e - nel nostro caso - la collettività.

Scopriamo che la responsabilità diventa ogni giorno un bene più scarso. La cosa va di pari passo all’incapacità di guardare oltre il brevissimo termine.
Al Servizio GEP
Alla Divisione Salute e Sicurezza sul Lavoro

Oggetto: verifica livello di stress da lavoro correlato.

L'Agenzia Europea per la Sicurezza e la Salute sul Lavoro definisce lo stress correlato al lavoro come la “percezione di squilibrio avvertita dal lavoratore quando le richieste dell'ʹambiente lavorativo eccedono le capacità individuali per fronteggiare tali richieste”.
La stessa Banca ha precisato, nell’opuscolo informativo del 2016 (periodo in cui era di moda infilare in tutti i documenti ufficiali la parla “stress da lavoro correlato”, salvo poi dimenticarla lungo la via), il fenomeno deriva dall’interazione di molteplici fattori inerenti:
Winston Churchill sosteneva che “to jaw-jaw is always better than to war-war”: meglio un dialogo lungo e faticoso che una guerra senza fine, in pratica.

Non sappiamo se Churchill rientri nelle letture preferite dell’Amministrazione della Banca d’Italia, ma temiamo di no.

Non si spiegherebbe altrimenti il comportamento ostile al dialogo mostrato - ad esempio - nell’unico (!) incontro dedicato alla verifica triennale dell’accordo sul lavoro da remoto. In quell’occasione, invece di ascoltare le proposte altrui, e magari farne di proprie, l’unico messaggio che questa Amministrazione è riuscita a trasmettere è stato “attenti a chiedere un negoziato, perché anche noi avremmo molto da chiedere” (come a dire, l’accordo vigente, che è fortunatamente scolpito nel Regolamento del Personale, è già troppo per loro).
Dal 1977, l’8 marzo è stato dichiarato dall’ONU “Giornata delle Nazioni Unite per i diritti delle donne e la pace internazionale”. Come abbiamo già raccontato negli anni passati, in realtà in Italia è già dal 1946 che, grazie all’Unione Donne Italiane (UDI), l’8 marzo è un appuntamento fondamentale nel lungo cammino verso la parità tra i generi.
Siamo poco inclini alle celebrazioni di vuote ricorrenze, ma la giornata dell’8 marzo, oggi più di ieri, offre l'opportunità di ricordare le conquiste sociali, economiche e politiche ottenute nel tempo e di richiamare l'attenzione su temi cruciali come la parità di genere, le discriminazioni e la violenza contro le donne. È un'occasione per riflettere sui progressi raggiunti, sollecitare ulteriori cambiamenti e rendere omaggio al coraggio e alla determinazione di tutte quelle donne che hanno lasciato un segno nella storia. Per chi volesse approfondire la storia in Italia e non solo sulla lotta dell’emancipazione femminile, consigliamo di andare sull’apposita pagina di Rai Cultura dedicata all’8 marzo (https://www.raicultura.it/webdoc/otto-marzo/index.html#welcome ).
Taluni Sindacati, insieme alla Banca, hanno contestato al SIBC (e alla FALBI) di non avere legittimità a chiedere modifiche organizzative da una istituzione pubblica come la Banca d'Italia. Curiosamente, quei sindacati non ricordano che, in occasione della prima fase di tagli alla rete periferica ispirata a esigenze di razionalizzazione (la Banca, allora, era guidata da Mario Draghi), si avviò un aspro ma serrato confronto tra le parti che portò ad un significativo "riorientamento" del progetto iniziale.

Le Organizzazioni Sindacali hanno la funzione primaria di tutelare i lavoratori, ma non solo. Rappresentano anche un canale affidabile attraverso il quale chi ha la responsabilità di guidare l’Istituto nelle sue fondamentali funzioni pubbliche può trarre qualificati contributi al miglioramento funzionale e organizzativo dei propri progetti.
Speravamo che la partecipazione al SEBC avrebbe permeato anche la nostra classe dirigente alla cultura del confronto, dell'ascolto attivo e della trasparenza degli atti, ma sembra si sia rimasti ancorati livelli puramente formali e retorici.
Sullo stato della polizza sanitaria, a esser buoni, serve una bella cura ricostituente di chiarezza.
Ricapitolando lo stato dell’arte:

⏰ad agosto 2024 Generali fa sapere alla Banca che non intende accettare la proroga biennale dell’appalto per la copertura assicurativa del personale; il contratto, scadente il 30.6.25, potrebbe quindi avere solo la mini-proroga obbligata per legge di 6 mesi;
⏰due mesi dopo, la Banca si degna di far sapere questo “piccolo particolare” ai Sindacati (e quindi al personale), preannunciando in tempi brucianti convocazioni per definire un nuovo capitolato di gara;

⏰da allora sono passati altri 5 mesi, e la Banca non ha mai più pronunciato spontaneamente le parole “polizza”, “assicurazione”, "copertura" o “sanitaria”. Solo costretta, in sede di procedura di raffreddamento, ha mormorato che starebbe tuttora “cercando una soluzione” con Previgen, ma che comunque bisogna fare il negoziato per la gara. Negoziato che però non parte, quando mancano solo 9 mesi dalla scadenza delle salvaguardie di legge.
A tutte le AGENZIE DI STAMPA
e ORGANI DI INFORMAZIONE

In relazione alla diffusione di notizie non corrette sullo sciopero del 28 febbraio, indotte dal fuorviante comunicato stampa della Banca d'Italia, si precisa che lo sciopero è stato indetto da Falbi e Sibc nella sola rete periferica della Banca, con esclusione dell'intera Amministrazione Centrale.
L’incontro con la Banca in forma “question time” sul tema del welfare aziendale ha permesso di:
- segnare alcuni punti positivi;
- “metterne in calendario” altri, previsti dal contratto firmato tra Sindacati e Banca e tuttora non attuati
- di evidenziare aspetti che ancora appaiono lontani dalla soluzione.

Vediamoli con ordine, tenendo in fondo il "buco nero" delle convenzioni.

Primi aspetti positivi:
✅c’è consapevolezza dei problemi che si stanno registrando con Edenred: un contratto che, se da un lato è naturale sia ancora in fase di rodaggio (il contratto è stato firmato solo il 7 gennaio!), dall’altro evidenzia ancora lacune e anomalie che non vanno trascurate, considerata la durata (4 anni);
✅la Banca legge i volantini con molta attenzione. Diverse nostre segnalazioni sono state affrontate e in alcuni casi risolte;
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