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Sindacato o Dirigenza? Questo (da noi) NON è un problema

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Sindacato o Dirigenza? Questo (da noi) NON è un problema

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Pubblicato in carriera manageriale · Mercoledì 25 Giu 2025 · Tempo di lettura 4:15
Sindacato o Dirigenza?
Questo (da noi) NON è un problema

Sul rapporto fra dirigenza della Banca e sindacati è intervenuta opportunamente, ieri, altra Sigla sindacale. La questione ha un enorme rilievo, a nostro avviso persino superiore all’aspetto “formale” del singolo Funzionario generale iscritto a questo o a quel sindacato: magari bastasse la mancanza di tessera!
La terzietà e la correttezza di chi ha grandi responsabilità gestionali vanno verificate nei fatti, possibilmente con la consapevolezza della necessità di discutere, a monte, regole ed effetti che ne derivano.

Infatti, come sa bene chiunque abbia occhi per vedere (e per leggere i nostri volantini),
CON LA RIFORMA DEL 2016, SI È INSTAURATO
UN SISTEMA DI COOPTAZIONE PER CLAN ALLA DIRIGENZA…
…basato sull’allineamento e sul gradimento di chi sta "sopra" e ne fa già parte.

Oggi, ogni “visione divergente” è repressa in culla e neppure occorre censura, perché chi si candida a comandare professa inevitabilmente le stesse idee di chi già comanda.
Si sono cancellate molte garanzie e automatismi, soppresse tutte le prove di verifica più o meno oggettiva, e annullato ogni presidio in grado di assicurare un giudizio imparziale nella valutazione dei colleghi.

IL SENSO DELLA BANCA PER L'IMPARZIALITA'
Essere Capo Dipartimento, Servizio, Divisione o Ufficio, e dichiarare ai colleghi l’appartenenza a una certa sigla sindacale può facilmente convertirsi in una pressione implicita sui sottoposti, fonte di imbarazzo.
Si aggiunga il messaggio - dato direttamente dall'Amministrazione - che è derivato dal mantenimento ultradecennale di veri e propri feudi territoriali in cui taluni “irreprensibili” dirigenti sindacalizzati hanno potuto fare il bello e il cattivo tempo e decidere chi faceva corsi, missioni, ispezioni e - ovviamente - chi promuovere e chi no.
Tutti sapevano, nessuno ha agito: evidentemente, l'operazione era tutt'altro che sgradita.
Questo testimonia che è la Banca a non avere interesse a imporre imparzialità e terzietà a chi ricopre posizioni di potere. Significherebbe chiedere ai propri dirigenti riservatezza sull’appartenenza sindacale e, per conseguenza, di non svolgere servizio attivo nell’Organizzazione sindacale, a tutela dell’integrità - anche apparente - di chi comanda!

DIRIGENTE O SINDACALISTA? QUESTO (NON) E' IL PROBLEMA
Occorrerebbe in certi casi grande equilibrio, misura e senso dell’opportunità.
La scorsa settimana abbiamo denunciato il meccanismo inossidabile delle porte girevoli sindacato/politica, e ci hanno accusato financo di "non capire la democrazia" (in effetti no, cari compagni, non attribuiamo particolare pregio democratico al fatto che, su 24 milioni di onesti lavoratori italiani, gli unici che hanno la certezza della buonuscita parlamentare è quella dei segretari della Triplice confederale nazionale).
Nel nostro piccolo, vige un altro meccanismo di “porte girevoli”: quella sindacato/dirigenza, in base al quale si può essere il giorno prima rappresentante sindacale dei lavoratori e il giorno dopo stare seduto al tavolo delle trattative dalla parte aziendale (sic!). Ciò che in un mondo normale dovrebbe essere fonte di imbarazzo, qui è sinonimo di astuzia e di “saper vivere”.
E se questo è vero, ed è vero, è facile immaginare cosa può avvenire in un contesto di gerarchia novecentesca, di scarsa trasparenza, nel quale chi detiene il potere costituisce una casta a sé stante, retta da regole che non valgono per gli altri e che fungono da collante interno, come:
  • meccanismi – quasi automatici e certamente veloci - di avanzamento economico;
  • corsia preferenziale nelle vacancy, anche per le briciole;
  • comoda collocazione in staff in caso di perdita di una posizione organizzativa;
  • sistema oscuro e centellinato di cooptazione (meno del 5% all'anno dei consiglieri diventa direttore);
  • smaccata predilezione per chi ha “la poltrona” ed esercita un potere “su altri ricattabili”.

ANCHE PER SCARDINARE CIO’
E’ NECESSARIO INTRODURRE REGOLE OGGETTIVE
PER DIVENTARE DIRETTORI E CONSIGLIERI
(COMPRESE PROVE, PER ALMENO PER IL 25% DEI POSTI ANNUI)

In tutta la P.A. si diventa dirigenti essenzialmente per concorso; nella Banca – che della P.A. si professa “eccellenza” – lo si diventa SOLO per cooptazione.
Se è vero che anche le prove esistenti fino al 2016 potevano essere manipolate… beh, almeno c’era bisogno di manipolarle, cosa che a volte, ahiloro, non riusciva.
Poi CIDA-DASBI-CISL hanno regalato quintali di “carta bianca” per l’Amministrazione, libera ora di fare quel che crede senza alcun presidio di garanzia interno o esterno.

Un collega saggio ci scrisse tempo fa che sostenere certi sindacati (uno in particolare, egli diceva) era superfluo perché ciò che certi sindacati possono fare per te, coincide con ciò che la Banca vuole fare per te.
Questa massima è oggi ancor più vera: per questo, sostenere il SIBC significa sostenere l’unico sindacato INDIPENDENTE che lotta per la verità e per riportare l’istituzione al prestigio che le compete.


Sindacato Indipendente Banca Centrale
siamo in Via Panisperna, 32 - 00184 Roma

telefono 0647923071

mail - segreteria@sibc.it
PEC - segreteria.sibc@actaliscertymail.it
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