. La strategia dell'uovo oggi. Massimizzare i profitti, minare il futuro
Pubblicato in relazioni sindacali · Domenica 02 Lug 2023 · 3:30
La strategia dell'uovo oggi
Massimizzare i profitti, minare il futuro
Mettiamola così: in Banca, a certi livelli, di gente che dice (o scrive) le cose che pensa ce n’è pochina.Capita però, per uno scherzo del fato, che a furia di credersi infallibili e intoccabili, si faccia qualche errore, mettendo nero su bianco quel che non si potrebbe. I piani alti del Servizio Organizzazione, nei giorni scorsi, hanno diramato una serie di slides per stampigliare la mission aziendale nella mente dei vari sottoposti.Vi è riportato, infatti, che uno dei punti chiave della mission aziendale è “MASSIMIZZARE LE RISORSE RETROCESSE ALLO STATO”.Ora, non vogliamo impelagarci sulla legittimità rispetto all’autonomia della Banca d’Italia, la coerenza con il “divorzio” tra il Tesoro e lo Stato, la compatibilità con le norme che regolano il sistema delle Banche Centrali a livello europeo ecc...Ci poniamo un problema più di sostanza, che -guarda caso- proprio noi abbiamo evidenziato quando il Servizio Organizzazione partorì a gennaio l'avveniristico piano-strategico-senza-numeri, che già tradiva l’ossessione dei costi, pur di non incidere sulle risorse che la Banca potrà destinare allo Stato.Avevamo già chiaro che un piano strategico così povero di contenuti e di concretezza non poteva che essere stato partorito da una mentalità schiava del risparmio e non orientata al futuro dell’Istituto.Il problema di sostanza che ci poniamo è questo: che futuro avranno i dipendenti in una Banca d’Italia che si pone come obiettivo prioritario quello di dare più soldi possibili allo Stato, nonostante avrebbe l'obbligoTi interessa? Per iscriverti clicca qui!primario di fornire servizi efficaci alla collettività?Chi ha deciso che la nostra mission è “massimizzare le risorse” da dare allo Stato, invece di metterci nuovamente in condizione di fare bene e meglio il nostro lavoro?E soprattutto: quanto sta contando questa priorità di “massimizzare le risorse” da retrocedere allo Stato, nelle lungaggini del negoziato della riforma delle carriere, e nella pochezza delle proposte sinora pronunciate dal lato Banca?Quanto sta contando nella resistenza a replicare lo schema semplice sul riconoscimento dell’IPCA ai colleghi, attuato lo scorso anno? Appena pubblicato il dato dall’Istat, le parti si riunirono e firmarono l’accordo previsto dal modello contrattuale.Quest’anno, con un’inflazione alle stelle, e l’efficienza aziendale dello scorso anno ancora non pagata ai dipendenti (!!!), ci sarebbe da accelerare, non da rallentare.Quanto conterà la pretesa di massimizzare le risorse per lo Stato nelle decisioni che i vertici e l’Organizzazione prenderanno riguardo all’articolazione territoriale della Banca?Come possiamo fidarci che le scelte di volta in volta compiute in futuro, non nascondano in realtà il guinzaglio del risparmio, e quindi che ogni libertà di ragionamento di carattere strategico non sia compromessa in partenza?I tagli alle strutture, agli organici, alle attrezzature e alla cancelleria, alle missioni e allo straordinario, agli avanzamenti in carriera, alle varie indennità, alla formazione in presenza e ai budget di ogni tipo, come quelli bloccati sulla “tutela” che si dichiara di voler incrementare, sono pensati per offrire un servizio migliore alla collettività, o sono funzionali a massimizzare le risorse da cedere allo Stato a scapito dell’efficacia presente e futura della nostra Banca Centrale, magari nella speranza di ritorni personali?Un’Istituzione che invece di mettere al primo posto la bontà, l’efficacia e la qualità del lavoro svolto, mette in cima a tutto il finanziamento dello Stato, è paradossalmente un problema per la collettività. E’ l’Istituzione dell’ "uovo oggi" (anzi, ieri), che annienta la gallina di domani.Sembrerà magari lavorare bene, ma lavora male, perché lavora contro il futuro: apparentemente, contro quello dei dipendenti. Di fatto, anche contro quello della comunità nazionale.