A una settimana dall’invio di novanta lettere (mittente: il SIBC, destinatari: tutti i novanta Capi Servizio e Direttori di Filiale), 1.400 colleghi hanno beneficiato del passaggio ai 12/120 giorni dei massimali ordinari di lavoro da remoto, mensili e annuale, a partire dal 1° giugno.
L'ennesimo esempio di come in Banca si ottengano risultati solo rendendosi antipatici (sì, anche scrivere una lettera rispettosissima che cita articoli del Regolamento del Personale è considerato antipatico), perché purtroppo nemmeno il miglior ragionamento del mondo penetra nella logica di Neanderthal.
La logica di Neanderthal viene scalfita solo da fastidi reali, quale dev’essere stato l’allarme dei Vertici al pensiero che alcuni Capi delle Strutture, da persone civili, rispondessero in autonomia alle lettere loro pervenute.
L'ennesimo esempio di come in Banca si ottengano risultati solo rendendosi antipatici (sì, anche scrivere una lettera rispettosissima che cita articoli del Regolamento del Personale è considerato antipatico), perché purtroppo nemmeno il miglior ragionamento del mondo penetra nella logica di Neanderthal.
La logica di Neanderthal viene scalfita solo da fastidi reali, quale dev’essere stato l’allarme dei Vertici al pensiero che alcuni Capi delle Strutture, da persone civili, rispondessero in autonomia alle lettere loro pervenute.
Modello ibrido: i Capi tra coraggio, obbedienza e delegittimazione
Diciamola chiara, a dispetto dei professionisti del “volemose bene, mo’ ce parliamo noi, fidateve”.
In tutte le strutture in cui non viene attuato il passaggio dai 10/100 ai 12/120, il lavoro da remoto non rimane fermo alla situazione di avvio del modello, ma ne viene ridotta la fruizione: nel 2022 (essendo partito da aprile) il limite annuale non agiva, e quindi i 10 giorni potevano essere fruiti in tutti i mesi. Nel 2023, invece, “morde” anche il limite annuale di 100 giorni, fatto che implica la riduzione della fruibilità mensile media a 8,3 giorni.
Diciamola chiara, a dispetto dei professionisti del “volemose bene, mo’ ce parliamo noi, fidateve”.
In tutte le strutture in cui non viene attuato il passaggio dai 10/100 ai 12/120, il lavoro da remoto non rimane fermo alla situazione di avvio del modello, ma ne viene ridotta la fruizione: nel 2022 (essendo partito da aprile) il limite annuale non agiva, e quindi i 10 giorni potevano essere fruiti in tutti i mesi. Nel 2023, invece, “morde” anche il limite annuale di 100 giorni, fatto che implica la riduzione della fruibilità mensile media a 8,3 giorni.
La nota di ieri dell’Amministrazione, composta di tre pagine di messaggio e trentanove di allegati, può essere agilmente sintetizzata così: “Il lavoro da remoto funziona. La Banca migliora per efficienza ed efficacia, ma noi abbiamo una paura fottuta del nuovo e del progresso. Quindi, tutti fermi così: guai a perdersi di vista”.
Il "volantino" di Bechis, cui avevamo accennato ieri, era quindi -come previsto- la trombetta che annunciava la retromarcia della Banca, una retromarcia in totale e grave contraddizione con gli esiti delle analisi condotte dalla stessa Banca, e riportate nell’allegato principale.
Il "volantino" di Bechis, cui avevamo accennato ieri, era quindi -come previsto- la trombetta che annunciava la retromarcia della Banca, una retromarcia in totale e grave contraddizione con gli esiti delle analisi condotte dalla stessa Banca, e riportate nell’allegato principale.
Dopo tanta attesa, i vertici del Servizio Gestione del Personale hanno alfine partorito un messaggio sulla “pianificazione delle giornate di lavoro da remoto e delle assenze”. Già l’oggetto della comunicazione in CAD del 28.3.23 funge da involontario spoiler: la confusione dei due argomenti preallerta che il contenuto non è quello atteso dal personale.
Vengono quindi illustrate “ulteriori novità” del mitologico Launchpad “a un anno dall’avvio del nuovo modello”.
Vengono quindi illustrate “ulteriori novità” del mitologico Launchpad “a un anno dall’avvio del nuovo modello”.