Un film di qualche anno fa vedeva una splendida Isabella Rossellini offrire un filtro portentoso a una già matura Meryl Streep, donandole una nuova giovinezza e la bellezza di una ventenne.
Ecco, da qualche tempo a questa parte la comunicazione della Banca d’Italia si comporta come Isabella Rossellini: offre una nuova giovinezza a chi guida l’Istituto, riempie la home page e intere sezioni del sito internet con notizie su interventi, convegni, seminari a cui i nostri vertici partecipano, notificandoli anche sulla newsletter settimanale, con devota e puntuale solerzia.
Ecco, da qualche tempo a questa parte la comunicazione della Banca d’Italia si comporta come Isabella Rossellini: offre una nuova giovinezza a chi guida l’Istituto, riempie la home page e intere sezioni del sito internet con notizie su interventi, convegni, seminari a cui i nostri vertici partecipano, notificandoli anche sulla newsletter settimanale, con devota e puntuale solerzia.
I negoziati con la Banca seguono da tempo un andamento che nessuno comprenderebbe, se si escludesse la logica non dichiarabile di non arrivare mai al traguardo su alcuni temi (sistema di inquadramento, riconoscimenti economici anche legati alla pandemia, parità di trattamento all’interno del personale anche sul piano previdenziale, ecc.) concedendo il minimo possibile sul resto, e mettendo invece il turbo quando la materia è di interesse per chi guida l’Amministrazione.
In un quadro del genere, non sorprende la tendenza del negoziato sulla riforma dell’Area Operativa a cedere il passo a qualunque materia passi per la testa a Lorsignori, o la pervicacia con cui gli stessi fanno sparire dal tavolo tutti i temi economici (a partire dall’efficienza aziendale) preferendo di......
In un quadro del genere, non sorprende la tendenza del negoziato sulla riforma dell’Area Operativa a cedere il passo a qualunque materia passi per la testa a Lorsignori, o la pervicacia con cui gli stessi fanno sparire dal tavolo tutti i temi economici (a partire dall’efficienza aziendale) preferendo di......
Il Sindacato Indipendente non ha bisogno di farsi bello.
Il Sindacato Indipendente agisce esclusivamente nell’interesse del personale.
Questa cosa manda ai matti quelli che non sopportano il personale (ricambiati) e quelli che vorrebbero plasmarlo a propria immagine e somiglianza.
Per questo, per il SIBC è fondamentale comprendere i bisogni e le aspettative delle persone: per questo ascoltiamo con grande attenzione quello che ci dite nei webinar, o che ci scrivete nelle mail.
E da lì partiamo, ogni giorno, per cercare sempre di fare la cosa giusta: quel che i colleghi vorrebbero fare da soli, ma che da soli non hanno il potere di fare.
Per questo nascono i sindacati, e anche se alcuni ne hanno il nome ma non la sostanza, non ci dobbiamo vergognare di essere quello che siamo: un’associazione libera di persone libere che vogliono rispetto e riconoscimento per il loro lavoro, per la loro dignità, per le norme che ne regolano il rapporto di impiego.
Il Sindacato Indipendente agisce esclusivamente nell’interesse del personale.
Questa cosa manda ai matti quelli che non sopportano il personale (ricambiati) e quelli che vorrebbero plasmarlo a propria immagine e somiglianza.
Per questo, per il SIBC è fondamentale comprendere i bisogni e le aspettative delle persone: per questo ascoltiamo con grande attenzione quello che ci dite nei webinar, o che ci scrivete nelle mail.
E da lì partiamo, ogni giorno, per cercare sempre di fare la cosa giusta: quel che i colleghi vorrebbero fare da soli, ma che da soli non hanno il potere di fare.
Per questo nascono i sindacati, e anche se alcuni ne hanno il nome ma non la sostanza, non ci dobbiamo vergognare di essere quello che siamo: un’associazione libera di persone libere che vogliono rispetto e riconoscimento per il loro lavoro, per la loro dignità, per le norme che ne regolano il rapporto di impiego.
Anche se tutti parlano male della riforma 2016 dell’Area Operativa, tutti l’hanno firmata (a parte Fabi che la firmò in tempo successivo) e tutti ne sono direttamente responsabili. Tutti, tranne il SIBC, che ritenendola inadatta a risolvere le criticità del personale operativo, non la firmò né nel 2016, né mai dopo di allora.
Per questo, il SIBC è libero di parlare il linguaggio della verità, davanti a ognuno di voi
(appuntamenti da segnare in agenda
Lunedì' 22 maggio, 13-14,20: focus su COADIUTORI;
Martedì 23 maggio, 13-14,20: focus su VICE ASSISTENTI, ASSISTENTI)
Per questo, il SIBC è libero di parlare il linguaggio della verità, davanti a ognuno di voi
(appuntamenti da segnare in agenda
Lunedì' 22 maggio, 13-14,20: focus su COADIUTORI;
Martedì 23 maggio, 13-14,20: focus su VICE ASSISTENTI, ASSISTENTI)
A una settimana dall’invio di novanta lettere (mittente: il SIBC, destinatari: tutti i novanta Capi Servizio e Direttori di Filiale), 1.400 colleghi hanno beneficiato del passaggio ai 12/120 giorni dei massimali ordinari di lavoro da remoto, mensili e annuale, a partire dal 1° giugno.
L'ennesimo esempio di come in Banca si ottengano risultati solo rendendosi antipatici (sì, anche scrivere una lettera rispettosissima che cita articoli del Regolamento del Personale è considerato antipatico), perché purtroppo nemmeno il miglior ragionamento del mondo penetra nella logica di Neanderthal.
La logica di Neanderthal viene scalfita solo da fastidi reali, quale dev’essere stato l’allarme dei Vertici al pensiero che alcuni Capi delle Strutture, da persone civili, rispondessero in autonomia alle lettere loro pervenute.
L'ennesimo esempio di come in Banca si ottengano risultati solo rendendosi antipatici (sì, anche scrivere una lettera rispettosissima che cita articoli del Regolamento del Personale è considerato antipatico), perché purtroppo nemmeno il miglior ragionamento del mondo penetra nella logica di Neanderthal.
La logica di Neanderthal viene scalfita solo da fastidi reali, quale dev’essere stato l’allarme dei Vertici al pensiero che alcuni Capi delle Strutture, da persone civili, rispondessero in autonomia alle lettere loro pervenute.
Un’Organizzazione ieri ha giustamente ricordato il tema da tempo “dormiente” del trattamento previdenziale del personale, più o meno giovane, suddiviso - così viene scritto - in “due trattamenti pensionistici completamente diversi e legati alla data d’assunzione, generando due categorie di persone: i pre93 e i post93”.
A essere completi, i trattamenti pensionistici esistenti sono tre: i pre93, i post 93 aderenti al Fondo Complementare e i post 93 che optarono per l’IFR, rinunciando al Fondo Complementare, quando questa possibilità era ammessa.
Dopo molti anni dall'istituzione del Fondo, fermarsi significherebbe rinunciare a un principio di equità, equilibrio e non discriminazione all'interno del personale.
A essere completi, i trattamenti pensionistici esistenti sono tre: i pre93, i post 93 aderenti al Fondo Complementare e i post 93 che optarono per l’IFR, rinunciando al Fondo Complementare, quando questa possibilità era ammessa.
Dopo molti anni dall'istituzione del Fondo, fermarsi significherebbe rinunciare a un principio di equità, equilibrio e non discriminazione all'interno del personale.
Che la Banca d’Italia sia un’Istituzione oggi poco dinamica, è evidente a tutti.
Il venir meno di poteri autonomi su temi chiave (la fissazione del tasso di sconto, la vigilanza sulle banche maggiori) doveva essere l’opportunità di espandere in modo incisivo le nostre prerogative e affermare le nostre competenze sul un campo più ampio della Banca Centrale Europea.
Da chi guida l'Istituto, questa fase è stata invece vissuta in difesa (creando ostacoli ai tanti che potevano partecipare al progetto europeo) o addirittura con sollievo (la riduzione delle responsabilità sul terreno scivoloso della Vigilanza), aumentando la rilevanza delle funzioni di auto-organizzazione, trasformata nel tempo nel loro progressivo predominio su quelle istituzionali.
Il venir meno di poteri autonomi su temi chiave (la fissazione del tasso di sconto, la vigilanza sulle banche maggiori) doveva essere l’opportunità di espandere in modo incisivo le nostre prerogative e affermare le nostre competenze sul un campo più ampio della Banca Centrale Europea.
Da chi guida l'Istituto, questa fase è stata invece vissuta in difesa (creando ostacoli ai tanti che potevano partecipare al progetto europeo) o addirittura con sollievo (la riduzione delle responsabilità sul terreno scivoloso della Vigilanza), aumentando la rilevanza delle funzioni di auto-organizzazione, trasformata nel tempo nel loro progressivo predominio su quelle istituzionali.
Siamo in una Banca seria, cavolo. Per questo l’Amministrazione, i Capi di GEP, il Dipartimento Risorse Umane, il Direttorio, pretendono che "il Regolamento si rispetti" (specie nell’interpretazione sintetica fatta di un solo articolo: non danneggiare l’immagine sacra di chi guida l’Istituto). Costi quel che costi. Anche usando l’arma definitiva del licenziamento. Anche se si mette in difficoltà una famiglia. Anche se si dà un'immagine imbarazzante all’opinione pubblica, sui social, ovunque, producendo un danno d’immagine che certe trasmissioni devono impegnarsi non poco per arrecarci.