
Lunedì 18 e martedì 19 novembre si è svolto il Comitato Direttivo Nazionale del SIBC, che ha affrontato tutti i temi di maggiore interesse per i colleghi e di attualità sul piano negoziale, come quelli sulla riforma della carriera operativa e del progetto di ridimensionamento delle Filiali, sui quali sono state assunte deliberazioni.
E’ stato inoltre rimarcato il ruolo decisivo del SIBC nel far luce sugli impatti che deriverebbero dall’eventuale confluenza del personale IVASS all’interno dell’Istituto, taciuto da tutti fino al nostro intervento.
E' stato sottolineata anche la funzione svolta nel denunciare significative anomalie nel processo che ha portato alla mancata proroga del contratto di copertura sanitaria per i colleghi in servizio e in quiescenza.
Il Direttivo Nazionale ha anche evidenziato la continua e formidabile crescita di consenso del SIBC, secondo sindacato nell'Area Operativa e secondo sindacato nell'Area Manageriale, testimonianza che sempre più colleghi riconoscono l'importanza di un'Organizzazione sindacale che con coerenza e coraggio sappia sostenere e argomentare posizioni anche scomode per la controparte.
E’ stato inoltre rimarcato il ruolo decisivo del SIBC nel far luce sugli impatti che deriverebbero dall’eventuale confluenza del personale IVASS all’interno dell’Istituto, taciuto da tutti fino al nostro intervento.
E' stato sottolineata anche la funzione svolta nel denunciare significative anomalie nel processo che ha portato alla mancata proroga del contratto di copertura sanitaria per i colleghi in servizio e in quiescenza.
Il Direttivo Nazionale ha anche evidenziato la continua e formidabile crescita di consenso del SIBC, secondo sindacato nell'Area Operativa e secondo sindacato nell'Area Manageriale, testimonianza che sempre più colleghi riconoscono l'importanza di un'Organizzazione sindacale che con coerenza e coraggio sappia sostenere e argomentare posizioni anche scomode per la controparte.

L’altro giorno, durante l’incontro sulla polizza sanitaria, il Segretario Generale della Banca d’Italia ha testualmente affermato che ci sono “ragionamenti in stato avanzato per la confluenza dell’IVASS in Banca d’Italia”, compresi naturalmente i suoi 367 (tendenziali 400) dipendenti.
I dipendenti dell’IVASS diventerebbero quindi dipendenti della Banca d’Italia.
Una premessa è d’obbligo, visto che - per il solo fatto di aver noi accennato al tema in un volantino e in un webinar - altra Organizzazione ha sentito il bisogno di scendere frettolosamente in campo per sponsorizzare anche questa comunicazione della Banca.
I dipendenti dell’IVASS diventerebbero quindi dipendenti della Banca d’Italia.
Una premessa è d’obbligo, visto che - per il solo fatto di aver noi accennato al tema in un volantino e in un webinar - altra Organizzazione ha sentito il bisogno di scendere frettolosamente in campo per sponsorizzare anche questa comunicazione della Banca.

La Banca ha tenuto ieri un incontro sulla polizza sanitaria per informarci che il contratto in scadenza a giugno del 2025 non sarà prorogato perché Previgen non ha accettato la proroga.
Sarà attivata la clausola di proroga obbligatoria per questi contratti, di durata semestrale, per cui il contratto scadrà definitivamente a fine dicembre 2025.
Non è ancora stato definito il criterio di calcolo dei massimali per le prestazioni del semestre aggiuntivo.
L’accordo per il piano di assistenza sanitaria del personale in servizio e in quiescenza tuttora in vigore include la seguente frase: “L’Amministrazione dichiara che la durata dell'appalto sarà di tre anni (dall’1.7.2022 al 30.6.2025) più due anni di eventuale proroga”.
Sarà attivata la clausola di proroga obbligatoria per questi contratti, di durata semestrale, per cui il contratto scadrà definitivamente a fine dicembre 2025.
Non è ancora stato definito il criterio di calcolo dei massimali per le prestazioni del semestre aggiuntivo.
L’accordo per il piano di assistenza sanitaria del personale in servizio e in quiescenza tuttora in vigore include la seguente frase: “L’Amministrazione dichiara che la durata dell'appalto sarà di tre anni (dall’1.7.2022 al 30.6.2025) più due anni di eventuale proroga”.

“Troppi politici diventano parte dell’establishment. Tradiscono la loro base, tradiscono il loro mandato, in definitiva tradiscono se stessi. E’ un’industria di promesse mancate e pratiche scorrette”.
E’ una frase del prossimo Vice Presidente degli Stati Uniti, che ben si applica a chiunque abbia un dovere di rappresentanza. Merita una riflessione? Sì.
Tutti i sindacati dicono giustamente che una riforma della carriera operativa è necessaria, perché il sistema ormai non funziona più, da tempo. Non funziona per i colleghi, ancor meno funziona per la Banca, anche se chi la gestisce fa finta di niente.
La proposta dell’Amministrazione, per come è impostata, si è rivelata insufficiente per una soluzione condivisa.
La scorsa settimana abbiamo proposto noi una diversa impostazione, basata su un quadro mansionistico più ragionevole, riconoscimenti economici certi e progressioni di carriera definite e incentivanti.
E’ una frase del prossimo Vice Presidente degli Stati Uniti, che ben si applica a chiunque abbia un dovere di rappresentanza. Merita una riflessione? Sì.
Tutti i sindacati dicono giustamente che una riforma della carriera operativa è necessaria, perché il sistema ormai non funziona più, da tempo. Non funziona per i colleghi, ancor meno funziona per la Banca, anche se chi la gestisce fa finta di niente.
La proposta dell’Amministrazione, per come è impostata, si è rivelata insufficiente per una soluzione condivisa.
La scorsa settimana abbiamo proposto noi una diversa impostazione, basata su un quadro mansionistico più ragionevole, riconoscimenti economici certi e progressioni di carriera definite e incentivanti.

In Italia tutti veniamo spiati, investigati, intercettati. Se qualcuno intercettasse i discorsi dei responsabili dell’Amministrazione, cosa ascolterebbe? Immaginiamo insieme…
“Lo sappiamo bene che dovremmo spiegare a settemila dipendenti per quale motivo ci ostiniamo a non fare il nostro dovere, e concludere l’accordo per il riconoscimento dell’IPCA nelle buste paga. Ma onestamente non sapremmo che dire. Quindi niente incontri, così non si nota troppo che ci arrampichiamo sugli specchi come un liceale impreparato alla prima interrogazione a scuola.
In compenso, all’ultimo incontro sulla riforma delle carriere operative, abbiamo proclamato gonfi d’orgoglio di essere “pronti a intensificare gli incontri” e quindi a fare “convocazioni serrate”, per intenderci “ogni settimana” per “definire l’accordo”.
“Lo sappiamo bene che dovremmo spiegare a settemila dipendenti per quale motivo ci ostiniamo a non fare il nostro dovere, e concludere l’accordo per il riconoscimento dell’IPCA nelle buste paga. Ma onestamente non sapremmo che dire. Quindi niente incontri, così non si nota troppo che ci arrampichiamo sugli specchi come un liceale impreparato alla prima interrogazione a scuola.
In compenso, all’ultimo incontro sulla riforma delle carriere operative, abbiamo proclamato gonfi d’orgoglio di essere “pronti a intensificare gli incontri” e quindi a fare “convocazioni serrate”, per intenderci “ogni settimana” per “definire l’accordo”.

C’era una volta…
...in un tempo lontano, un'Istituzione che svolgeva funzioni importanti, era d’esempio per l’intera Nazione, era da tutti riconosciuta al servizio della collettività. I suoi dipendenti erano testimonianza di senso del dovere e spirito di servizio, e ad essi l’Istituzione assicurava il proprio rispetto e quello dell’intera comunità, che ne apprezzava la serietà e l’ottimo lavoro svolto. Nei momenti di difficoltà del Paese, sapeva sobbarcarsi l’impegno di trainare i diversi interlocutori verso traguardi ambiziosi. Aveva un metodo vincente, si analizzavano i problemi, le criticità, i vincoli, le opportunità, si individuavano soluzioni nell’esclusivo interesse della comunità. Era il metodo della Banca d’Italia, la banca centrale italiana. Faceva scuola.
...in un tempo lontano, un'Istituzione che svolgeva funzioni importanti, era d’esempio per l’intera Nazione, era da tutti riconosciuta al servizio della collettività. I suoi dipendenti erano testimonianza di senso del dovere e spirito di servizio, e ad essi l’Istituzione assicurava il proprio rispetto e quello dell’intera comunità, che ne apprezzava la serietà e l’ottimo lavoro svolto. Nei momenti di difficoltà del Paese, sapeva sobbarcarsi l’impegno di trainare i diversi interlocutori verso traguardi ambiziosi. Aveva un metodo vincente, si analizzavano i problemi, le criticità, i vincoli, le opportunità, si individuavano soluzioni nell’esclusivo interesse della comunità. Era il metodo della Banca d’Italia, la banca centrale italiana. Faceva scuola.

Situazione attuale della riforma delle carriere operative: Banca felicemente eclissata; Sindacati che hanno ripreso il filo di un confronto civile, ma che allo stato non hanno un'idea comune; Colleghi, cui vengono richieste qualificazioni elevatissime, che restano incastrati in un sistema di inquadramento che non ne valorizza competenze, expertise, percorsi professionali.
Non esattamente una situazione ideale, che semina incertezza in un personale del tutto incolpevole.
Il SIBC sa bene che - piuttosto che una brutta riforma - è meglio non fare riforme: è impensabile modificare in peius un quadro normativo su cui tanti colleghi hanno basato progetti sul piano economico e professionale.
Al tempo stesso, dovremmo tutti essere ben consapevoli che questo sistema antiquato determina la progressiva mortificazione professionale di tutto il personale operativo, mortificazione che grida vendetta rispetto alle qualificazioni dei colleghi.
Intendiamo quindi chiamare tutti i sindacati a togliere ogni alibi a chi non ha a cuore le sorti del personale, condividendo, alla luce del sole, idee fondanti su cui impostare il prosieguo del negoziato. Sempre, sia chiaro, nell’ambito di ciò che è realistico proporre: a fare proposte immaginifiche, ma impossibili da realizzare, son buoni tutti.
Non esattamente una situazione ideale, che semina incertezza in un personale del tutto incolpevole.
Il SIBC sa bene che - piuttosto che una brutta riforma - è meglio non fare riforme: è impensabile modificare in peius un quadro normativo su cui tanti colleghi hanno basato progetti sul piano economico e professionale.
Al tempo stesso, dovremmo tutti essere ben consapevoli che questo sistema antiquato determina la progressiva mortificazione professionale di tutto il personale operativo, mortificazione che grida vendetta rispetto alle qualificazioni dei colleghi.
Intendiamo quindi chiamare tutti i sindacati a togliere ogni alibi a chi non ha a cuore le sorti del personale, condividendo, alla luce del sole, idee fondanti su cui impostare il prosieguo del negoziato. Sempre, sia chiaro, nell’ambito di ciò che è realistico proporre: a fare proposte immaginifiche, ma impossibili da realizzare, son buoni tutti.

Si dice (giustamente) che i negoziati durano molto. Un modo per rendere più efficiente il processo negoziale sarebbe certamente quello di fondarlo su dati oggettivi e condivisi tra le parti.
Pur richiesti da tempo, nel corso di numerosi incontri negoziali, la Banca non ha ad esempio mai soddisfatto la richiesta di trasparenza rispetto ai dati aggregati della retribuzione nelle due Aree, come sotto specificati.
Convinti che la Banca non abbia nulla da temere nel rendere conto della situazione retributiva del suo personale, ricostruibile solo in parte dalle informative pubbliche di bilancio, confidiamo in una risposta rapida ed esaustiva alla lettera sottostante!
Pur richiesti da tempo, nel corso di numerosi incontri negoziali, la Banca non ha ad esempio mai soddisfatto la richiesta di trasparenza rispetto ai dati aggregati della retribuzione nelle due Aree, come sotto specificati.
Convinti che la Banca non abbia nulla da temere nel rendere conto della situazione retributiva del suo personale, ricostruibile solo in parte dalle informative pubbliche di bilancio, confidiamo in una risposta rapida ed esaustiva alla lettera sottostante!