Meglio la Nutella - Perchè il welfare serve a migliorare la retribuzione complessiva di tutti.
Pubblicato in relazioni sindacali · Martedì 19 Set 2023 · 3:45
Meglio la Nutella
Perché il welfare serve a migliorare la retribuzione complessiva di tutti
Per lavorare in Banca d’Italia, sono richiesti requisiti molto elevati. Di solito, la laurea, con una votazione molto elevata, oppure il diploma e la triennale (sempre con votazioni rilevanti), ecc.
Anche i sindacalisti in Banca dovrebbero possedere i medesimi requisiti, essendo dipendenti come gli altri - salvo che l’anno di ingresso in Banca non avesse alleviato il gravoso compito di eccellere in elevati percorsi di studi.
Si presume, in ogni caso, che nessuno abbia soverchie difficoltà a comprendere testi scritti, o a far di conto.
- Ieri ci è sorto però più di un dubbio, leggendo che - in base al nostro volantino “Redditi medi e bassi, i giovani, il welfare” - un'Organizzazione sindacale ci accusa nell’ordine di:
- non considerare importante un incremento stipendiale generalizzato (noi, capito? ma seri??!!);
- dare eccessivo valore al contributo economico nel credito libero del welfare;
- esserci appropriati di meriti altrui nella firma dell’accordo 2018 sul welfare aziendale (la questione è ormai a un passo dall’appassionare gli antiquari).
Ebbene, senza polemica ma per non lasciare che delle sciocchezze possano inquinare un’aria già non troppo respirabile in Banca, ci permettiamo di evidenziare le seguenti verità:
√ sostenere che noi non diamo centralità all’aspetto retributivo per tutti è una bestialità. Anche nel "terribile" volantino incriminato abbiamo scritto (e ribadiamo), che “far crescere i salari di tutti è sacrosanto”: cosa non si capisce di questa frase? Se può essere d’aiuto, “sacrosanto”, in italiano, significa “sacro, inviolabile” (Treccani).
√ e per aumentare la retribuzione, meglio soldi sul welfare o in busta paga? Partiamo da un presupposto: stiamo parlando di incrementi (una tantum) che non cambieranno la vita a nessuno. Ciò non significa però che ci si possa sputare sopra, e tantomeno che si possa fare a meno del pallottoliere, quando se ne ha un disperato bisogno. Per dire, uno stipendio di 50.000 cui viene aumentato lo stipendio dello 0,2% di efficienza una tantum aumenta di 100 euro l’anno, da tassare (quindi circa 60 netti). Il SIBC e la FALBI hanno chiesto, oltre a incrementi di efficienza, che il credito welfare libero per dipendente salga di 330 euro (oltre i 100 circa di rivalutazione per inflazione), che per definizione non sono tassati, e rappresentano l’1% della retribuzione di un neoassunto operativo, lo 0,7% di un Esperto giovane, lo 0,5% di un Consigliere e così via.. Dobbiamo aggiungere qualcosa, o è sufficientemente chiaro perché il welfare è importante in questo quadro?
√ sul welfare aziendale, difficile smentire che venne introdotto in Banca “per effetto di un accordo firmato dal SIBC e dalla FALBI”. Il welfare aziendale “nacque” con l’accordo del 21 dicembre 2018 di SIBC e FALBI, che ne costituì l’architettura fondamentale (cfr pagg. 7-8) e che è stato poi seguito (e chi lo nega?) dall’accordo finale 6 mesi dopo, con l’allora maggioranza Cida-Cgil-Cisl-Dasbi-Fabi-Uil e firmato da tutti, nessuno escluso.
Siamo però convinti che attacchi così sconclusionati non possano essere motivati da difficoltà linguistiche, o di calcolo, o di calendario: il problema è nell’aver toccato il dogma della gerarchia e del connesso differenziale retributivo, ora che non si entra più in Banca con la terza media, ma con requisiti elevati a ogni livello. E questo tasto, in certi ambienti, non va toccato. Il fatto che la Cisl non colga il tema (salvo per gli operai di III jr), spiega perché la riforma delle carriere operative proposta dalla Banca, con "zero soldi", non le fosse dispiaciuta affatto.
PS: una consolazione la troviamo almeno nelle dichiarazioni della CISL della Ferrero, a seguito di un accordo sindacale che riconosce lì un premio aggiuntivo di somma uguale a tutti i dipendenti, e da cui sono esclusi i dirigenti (opss): “una visione partecipativa e propositiva della contrattazione hanno agevolato un accordo di alto livello, che rafforza il potere di acquisto di lavoratrici e lavoratori, valorizza la produttività e consolida la struttura solidale del welfare aziendale”.
C’è Cisl e Cisl, insomma. E alla Ferrero fanno pure la Nutella, beati loro.