
Abbiamo letto nelle scorse settimane il volantino del Cida, di commento all’incontro con il Governatore, nel quale :
riconosce finalmente che il percorso di carriera del personale dell’Area Manageriale si è “allungato considerevolmente negli ultimi anni” (sic)
addebita la responsabilità di questo fatto increscioso non alla riforma del 2016 (che asseritamente doveva “velocizzare i percorsi di carriera”, cit.) ma a “Quota 100”, che, come tutti sappiamo, nella formula più drastica (62 anni di età + 38 anni di contributi), ha avuto vigore fra il 2019 e il 2021. Lo dicono o perché ci credono veramente, o per cercare un motivo, diverso dall'accordo tanto propagandato, per spiegare il fallimento di uno dei principali obiettivi della riforma 2016.
riconosce finalmente che il percorso di carriera del personale dell’Area Manageriale si è “allungato considerevolmente negli ultimi anni” (sic)
addebita la responsabilità di questo fatto increscioso non alla riforma del 2016 (che asseritamente doveva “velocizzare i percorsi di carriera”, cit.) ma a “Quota 100”, che, come tutti sappiamo, nella formula più drastica (62 anni di età + 38 anni di contributi), ha avuto vigore fra il 2019 e il 2021. Lo dicono o perché ci credono veramente, o per cercare un motivo, diverso dall'accordo tanto propagandato, per spiegare il fallimento di uno dei principali obiettivi della riforma 2016.

La primissima tornata di incontri negoziali sulla riforma delle carriere operative è bastata a destare un forte interesse nel personale dell’Area e a far nascere un dibattito ricco e polifonico tra gli stessi colleghi, prima ancora che tra sindacati.
Il bello e il brutto di questo dibattito è che… hanno tutti ragione.
Hanno ragione i Coadiutori, quelli respinti con modalità discriminatorie della selezione straordinaria del 2016, tanto quanto quelli diventati Coadiutori post 2016, e quindi privati per non si sa bene quale ragione della possibilità di poter diventare Esperti con una specifica selezione. Tutti colleghi entrati in Banca come Coadiutori, con un concorso per laureati (oggi si entra direttamente Esperti), o lo sono diventati con una prova interna tra le più difficili, dovendo mettere in gioco residenza, organizzazione familiare, percorso professionale. Molti di loro svolgono ruoli di rilievo e responsabilità, di cui aspettano un attestato nel “nuovo mondo”.
Il bello e il brutto di questo dibattito è che… hanno tutti ragione.
Hanno ragione i Coadiutori, quelli respinti con modalità discriminatorie della selezione straordinaria del 2016, tanto quanto quelli diventati Coadiutori post 2016, e quindi privati per non si sa bene quale ragione della possibilità di poter diventare Esperti con una specifica selezione. Tutti colleghi entrati in Banca come Coadiutori, con un concorso per laureati (oggi si entra direttamente Esperti), o lo sono diventati con una prova interna tra le più difficili, dovendo mettere in gioco residenza, organizzazione familiare, percorso professionale. Molti di loro svolgono ruoli di rilievo e responsabilità, di cui aspettano un attestato nel “nuovo mondo”.