Carriere: la riforma immaginaria

Dopo un incontro indubbiamente lontano dalle aspettative del personale, in cui ci è stato detto a chiare lettere che l’Amministrazione, ossia il Vertice dell’Istituto:

poteva forse mancare il volantino a tutela della parte datoriale a opera della riconoscente CISL? Certo che no. Rimanere seri giurando che “è troppo presto per dire se siamo vicini o lontani”, con quelle belle proposte, è da Oscar per la Migliore interpretazione del pesce in barile.

Ma al di là di questi aspetti “di colore”, l’incontro sulla riforma dell’Area Operativa ha riproposto lo scoglio che sta paralizzando qualunque trattativa di rilievo generale in Banca: la questione retributiva. Facciamo finta (finta, eh) che non ci preoccupi il Far West gestionale che deriverebbe dall’annullare ogni differenza nelle mansioni, o che non ci indigni sentir definire i Coadiutori “grado superato”, da sistemare purchessia, per non disturbare il livellatore universale.

Il fatto è che la Banca non ha intenzione di mettere un centesimo nelle buste paga del personale, e in particolare del personale operativo.

Se questo dipenda dal fatto che il Governatore è in uscita a ottobre, e trovi convenienza nel vantare lo scalpo di 7.000 pericolosi lavoratori onesti, non lo sappiamo.

Ma ragioniamo un attimo: le proposte della Banca si sostanziano in impegni crescenti per il personale operativo, flessibilità a 360° (o a 90°?), disponibilità a lavorare “ovunque serva” in settori anche diversi dal proprio… tutto questo in cambio di “non rimetterci in media” (!!) rispetto a oggi, e solo a patto

che tanta formazione porti frutti in termini di conoscenze e di applicazione lavorativa.

Ma seriamente: davvero crediamo che la Banca si illuda di fare la riforma delle carriere con zero aumenti retributivi e senza un consistente riconoscimento di quanto già fatto per anni, extra mansioni, da tutto il personale operativo (salvo il costo iniziale di uno scattino, preferibilmente leggero, da dare a quei morti di fame degli operativi)?

Impossibile: nel mondo della realtà, nemmeno la più incestuosa frequentazione di sindacati-scendiletto potrebbe portare a errori di valutazione così lamorosi.

La realtà è quindi che la Banca non sta proponendo la riforma operativa. Sta proponendo una riforma impossibile per mancanza del “capitolo finanziario", pronta a finire nel solito cestino magari dando la colpa ai sindacati retrogradi.

Non è così? Ci sbagliamo? Siamo malpensanti?

Magari: ci convochino subito, per DIMOSTRARCI CHE AL PERSONALE CONVIENE ECONOMICA-MENTE, CONVIENE NELLE PROSPETTIVE DI AVANZAMENTO, CONVIENE COME MECCANI-SMO DI REINQUADRAMENTO. Lo abbiamo chiesto insieme alla FALBI anche nell'incontro negoziale.

L’alternativa è continuare a parlare del sesso degli angeli, e aiutare la Banca a traccheggiare fino a primavera inoltrata, quando improvvisamente scoprirà l'urgenza di parlare dell'articolazione territoriale delle Filiali, e tutto il resto passerà in cavalleria. Viva i pellerossa!