. Negoziati a senso unico.
Negoziati a senso unico
Le priorità sono definite dalle norme e dalla realtà: basta giochi delle 3 carte
1. La logica non dichiarata dei negoziati infiniti e di quelli velocissimiI negoziati con la Banca seguono da tempo un andamento che nessuno comprenderebbe, se si escludesse la logica non dichiarabile di non arrivare mai al traguardo su alcuni temi (sistema di inquadramento, riconoscimenti economici anche legati alla pandemia, parità di trattamento all’interno del personale anche sul piano previdenziale, ecc.) concedendo il minimo possibile sul resto, e mettendo invece il turbo quando la materia è di interesse per chi guida l’Amministrazione.In un quadro del genere, non sorprende la tendenza del negoziato sulla riforma dell’Area Operativa a cedere il passo a qualunque materia passi per la testa a Lorsignori, o la pervicacia con cui gli stessi fanno sparire dal tavolo tutti i temi economici (a partire dall’efficienza aziendale) preferendo di gran lunga discettare di ferie solidali (a carico dei colleghi per aiutare altri colleghi) o financo dell’applicazione di ulteriori restrizioni alle attività finanziarie dei dipendenti, già oggi ridotte al lumicino, per tenere conto di linee guida emanate dalla solita BCE della quale, piuttosto, occorrerebbe prima copiare la policy sulla retribuzione.2. I temi economici (IPCA ed effcienza): la priorità è dettata dalla realtà e dalle norme vigentiOltre a evidenziare quanto da anni sotto gli occhi di tutti, sottolineiamo oggi che manca circa una settimana alla data di pubblicazione, da parte dell’Istat, dell’indice dell’inflazione previsionale 2023 depurata dai prezzi dei beni energetici (IPCA), che con un accordo negoziale incrementa in maniera stabile le tabelle stipendiali di ciascuno di noi.Ci preme anche sottolineare che, sempre tra una settimana, l’Istat pubblicherà l’indice IPCA consuntivo del 2022, che potrebbe discostarsi anche in maniera significativa da quella prevista e riconosciuta lo scorso anno (4,8%), evidenziando un differenziale inflattivo che come tavolo di maggioranza abbiamo chiesto venga riconosciuto da subito al personale.Sono evidentemente i temi economici quelli da affrontare in modo prioritario: sia perché la realtà parla a tutti noi di buste paga "falcidiate" dall'esplosione dei prezzi, dei mutui, dei canoni di affitto, con un'inflazione che non ha paragoni da decenni, sia perché è il modello contrattuale a dettarne i tempi, sia perché è tuttora irrisolta la questione della maggiore efficienza aziendale 2021 rispetto al 2020 (!!) che la Banca vuole riconoscere solo come “una tantum” salvo che i sindacati accettino condizioni capestro (fine della monetizzazione delle festività soppresse, fine dell’indennità per chi lavora al Centro Donato Menichella).3. Alle Filiali si pensa, ma solo per mandare all'aria altri negoziati...e farla dimagrireNon vorremmo che l’ordine delle priorità negoziali venisse invece stravolto “ad orologeria” dall'ingresso di temi ad elevato impatto sociale e organizzativo come potrebbe essere quello di nuovi ipotetici interventi sulle Filiali, sulle quali sarebbe stata investita l’ennesima task force (ne abbiamo già parlato alla fine del 2022, perché chi ha occhi per vedere ha ben chiaro il significato delle traiettorie di volo degli avvoltoi).Avrebbe un significato particolarmente sgradevole nei confronti del personale delle Filiali, sulla cui testa le varie task force fanno piovere i loro progetti senza una fase di preventiva e approfondita consultazione dei colleghi direttamente impiegati nelle attività di lavoro, piuttosto che nei simposi astratti dalla realtà. Un personale già largamente sottovalutato dalla Banca, e da ultimo segnato da applicazioni incoerenti del modello di lavoro ibrido, con limitazioni prive di logica per singole attività, a seconda che siano svolte in Filiale o in Amministrazione CentraleL'ennesimo giro di interventi sulla rete territoriale avrebbe anche un significato sgradevole anche per l’intero personale dell’Istituto, cui è stato più volte promesso di decidere su tutt’altre materie e si sentirebbe - ancora una volta! - preso in giro.4. Non si fanno negoziati sulla pelle dei figli, tantomeno dei figli disabili e degli adolescentiE non vorremmo che persino temi ad alta sensibilità sociale inclusi nel “welfare aziendale” vengano a loro volta usati come “merce di scambio” rispetto ad altro. Per intenderci: la Banca ha riconosciuto, numeri alla mano, che i contributi teorici del welfare per i dipendenti con figli disabili non sono tecnicamente spendibili per i vincoli e le casistiche previsti nel capitolato con Eudaimon, e analogamente i contributi per i corsi di studio all’estero dei figli risultano inutilizzati per mille ragioni anche legate alla modifica dei comportamenti post pandemia.Su questi temi la Banca aveva riconosciuto l’opportunità di un intervento, che ha però aveva prima “vincolato” all’accordo sull'efficienza aziendale (!), poi a quello delle ferie solidali, e ora pare nuovamente sparito dai radar, forse perché qualcuno crede di poter usare il tema, che coinvolge i figli disabili e i figli adolescenti, per fare scambi più “vantaggiosi”.Ecco, una stagione negoziale feconda non passa attraverso questi mezzucci.Per questa ragione, la convocazione ventilata per la prossima settimana sulle ferie solidali, ma senza le “correzioni” sul welfare, appare un pessimo segnale.