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FILIALI - Il cortocircuito di una Banca policefalica

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FILIALI - Il cortocircuito di una Banca policefalica

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Pubblicato in Filiali · Lunedì 14 Lug 2025 · Tempo di lettura 5:15
FILIALI - Il cortocircuito di una Banca policefalica

Quanto accaduto nell’ultimo mese ha rari precedenti nella storia delle relazioni sindacali in Banca d’Italia: proposte spacciate per straordinarie novità, ma che erano solo il copia-incolla del piano varato sei mesi prima; altre, rese ufficiali nel corso di un incontro, che al successivo erano già sparite e sostituite da proposte ulteriori, anch’esse a rischio di rapida obsolescenza.
Mai, in una trattativa così importante, si era vista tanta incertezza e mai la Banca si era mostrata tanto “policefalica”.

Slides e documenti che la Banca ha presentato, smentito, richiamato, riproposto in questi 20 giorni di trattative, oltre a denotare il ritorno in auge dei vertici del noto Servizio Dis-Organizzazione (e già questo spiega tante cose), hanno avuto la rara capacità di scontentare tutte le OO.SS., e di mortificare ancora una volta il personale della Rete periferica.
Questo personale si sente ancora una volta tradito rispetto alle promesse che le truppe missionarie delle Risorse umane avevano fatto loro durante la grande "Campagna di ascolto" della scorsa primavera (ma anche quelle promesse, vi avevamo avvisato, erano assai traballanti, cambiando a seconda dell’interlocutore che avevano di fronte: per questo i colloqui erano individuali!).

Durante questi colloqui nelle Filiali maggiormente interessate dal Piano di sotto-sviluppo, le “truppe buoniste” della Banca avevano mediamente puntato a rassicurare i colleghi sul fatto che la Banca sarebbe partita dalle misure del 2015 e tenuto conto delle esigenze di ciascun collega.
Avevano in diversi casi discusso amabilmente con i colleghi su chi aveva già i requisiti per andare via con le misure di accompagnamento, hanno indicato soluzioni per il cd. “zainetto” e avevano precisato che gli scivoli si sarebbero potuti prevedere anche per un massimo 7 anni.
Avevano persino illuso i colleghi di GSP di aver compreso il sentimento di penalizzazione diffuso in quelle strutture, e che erano allo studio soluzioni per consentire loro di poter usufruire del lavoro ibrido, rimpinguare gli organici, ecc.
Poi il fantasy è finito, e da 20 giorni è partito il dietrofront rispetto a quanto affermato dalle proprie truppe, sotto la precedente gestione..

La priorità di tutelare i colleghi cui viene chiusa la Filiale, sembra improvvisamente un fastidio rispetto al grande gioco famelico delle “misure” cui la Banca ha attirato alcuni colleghi e una consistente quota delle Organizzazioni sindacali.
Le soluzioni di conciliazione vita-lavoro sono quanto mai modeste. Le stesse opportunità del lavoro da remoto non sono usate tanto per eliminare e attenuare l'impatto delle chiusure e delle rimodulazioni, ma usate come forma di pressione indebita per il personale in difficoltà. Se si rinuncia ai soldi si hanno i delocalizzati moderatamente estesi (ma solo chi si trova nella divisione “giusta”; per chi lavora in GSP un’altra presa in giro), se si prendono i soldi se ne gode in forma ridotta e per un solo anno.
Mancano soluzione per dare pari dignità ai colleghi delle Divisioni GSP, nell’accesso al lavoro da remoto: anzi, si precisa che “ora” le questioni relative al lavoro ibrido sono fuori dal perimetro negoziale. Strano che gli inviati speciali delle Risorse Umane ne parlassero ai colloqui individuali con i colleghi, e che se ne fosse fatto chiaro riferimento nei discorsi con le Organizzazioni Sindacali: è forse cambiato il perimetro?
Così come non vi è più traccia di pensionamenti anticipati per gli addetti alle Filiali rimodulate.
Anche il vantato potenziamento degli organici delle Filiali e delle Divisioni GSP fa parte a pieno titolo di questo gioco di inganni: lo abbiamo dimostrato noi del SIBC con i numeri delle assunzioni, lo ha ancora una volta confermato la Banca con le residenze per il concorso interno a Coadiutore, da cui sono sonoramente escluse STC e provinciali, destinate a passare dal purgatorio all’inferno.
Grottesca la definizione di "settori istituzionalizzati" per la tutela della professionalità delle colleghe e dei colleghi addetti alle Divisioni Segreteria. Talmente vaga e inconsistente che due di questi futuribili Settori, nelle monodivisionali di Pescara e Lecce, nel giro di una sola settimana sono comparsi nelle proposte elaborate dalla Banca, e sono poi magicamente spariti nelle proposte successive elaborate dalla stessa Banca (altro che “durevolezza e stabilità”!!).
Se ce ne fosse ancora bisogno, quanto accaduto dà prova che le scelte della Banca, ufficialmente fondate in modo rigoroso sui famosi dati di lavoro, sono in realtà completamente arbitrarie, per non dire disarticolate dalla logica.
Per non parlare delle gravi limitazioni nei criteri di accesso al telelavoro, nella durata delle misure tenuto conto delle maggiori distanze, nelle misure di sostegno per i post ’93, e per gli ante costretti a scegliere tra "il contributivo e la famiglia", nelle diarie previste ecc.
Una proposta molto distante dalle aspettative dei colleghi e difficilmente paragonabile alle misure del 2015.

La Banca sta perdendo tempo, e finge che sia il tavolo sindacale a bloccarla. Ma non è così: proposte così “erratiche” e deludenti sono utili solo a trascinare nel tempo questa fase iniziale del negoziato.
Auspichiamo che la Delegazione aziendale si chiarisca le idee nelle prossime settimane e voglia avviare, con serietà e metodo costruttivo, una vera trattativa che parta innanzitutto dagli accordi del 2015, e non smentisca se stessa rispetto ai colloqui tenuti in giro per la penisola.
A meno che la Delegazione aziendale non decida di disconoscere ufficialmente quanto raccontato nei mesi scorsi alle colleghe e ai colleghi delle Filiali. Almeno, farebbe chiarezza, eliminando aspettative piuttosto radicate, al costo modico di certificare la propria inaffidabilità. Costo modico, perché si tratta solo di certificare qualcosa che è già chiarissimo a tutto il personale.


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