Negoziati: il topolino 2024 e la montagna 2025

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Negoziati: il topolino 2024 e la montagna 2025

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Pubblicato in negoziati · Martedì 07 Gen 2025 ·  3:00
Negoziati:
il topolino 2024 e la montagna 2025

Egregio Governatore,
potremmo inaugurare il 2025 enumerando la montagna di temi che abbiamo davanti e attendono soluzione: IPCA, efficienza aziendale, riforma della carriera operativa, promozioni e trasparenza in quella manageriale, e poi ancora le Filiali, la scuola d’infanzia, lo smart working, l’assicurazione sanitaria, e potremmo ancora continuare.

Per una volta, però, guardiamoci indietro: che è stato fatto nel 2024? E’ presto detto: un solo accordo, quello tecnicamente necessario per far partire la gara per il welfare aziendale.

A memoria, ci sembra che questo rappresenti un record storico negativo per la Banca d’Italia, e proprio nel suo primo anno da Governatore.

E’ una coincidenza?
Ce lo dica lei: lei cosa penserebbe, constatando che è la prima volta nella storia che manca il riconoscimento dell’IPCA nell’anno di competenza, perché per la prima volta nella storia quel riconoscimento viene subordinato alla rinuncia all’efficienza aziendale (cos’altro è, lo 0,2% una tantum, determinato in modo unilaterale?), o constatando che le proposte sugli inquadramenti stanno portando tutto allo stallo, propiziando magari una maggioranza più “bendisposta” e quindi “gradita”?

Non ci interessa fare dietrologie, o puntare il dito. A noi interessa uscire da una situazione ingiustamente penalizzante per tutti i colleghi.

Ci interesserebbe anche che la Banca non arrancasse nelle retrovie della capacità di sperimentare, innovare, premiare il personale che - a ogni livello - ne mantiene elevato lo standing a livello nazionale ed europeo.
Leggere che la pubblica amministrazione azzera il principio della “prevalenza del lavoro in presenza”, mentre qui dobbiamo combattere esplicite smanie di retromarcia, non fa bene alla Banca. Come non fa bene leggere che - sempre nella P.A. - si introdurrà la settimana lavorativa di 4 giorni a parità di orario (36 ore), mentre da noi è fatto divieto di parlare di orario di lavoro, della sua riduzione (dalle 37h30 attuali) e ovviamente anche della sua distribuzione su 4 giornate.

Una Banca vecchia e atrofizzata è facile preda di critiche dei ciarlatani sui giornali.
Certo, spesso i ciarlatani si limitano ad attaccare i dipendenti, curiosamente mai difesi dal Vertice.

Ma lei conoscerà sicuramente questo brano: «Prima di tutto vennero a prendere gli zingari, e fui contento, perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei, e stetti zitto, perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali, e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti, e io non dissi niente, perché non ero comunista. Un giorno vennero a prendere me, e non c'era rimasto nessuno a protestare.»

Dopo aver diviso il personale in tante piccole minoranze, ed essersi fatta beffe ora del personale operativo, ora di quello di Filiale, ora degli Esperti e dei Consiglieri, ora dei genitori che portano i figli all’asilo, ora di chi dell’IPCA ha bisogno, perché la sua IPCA - a differenza di altri - non equivale a un’annualità di stipendio di un collega, l'Amministrazione ha portato la situazione a un punto di rottura.  

Se il personale si compatta nella protesta, il rischio di rimanere solo, senza nessuno che protesti quando strumentalmente attaccato, lo avrà qualcun altro.
Per questo, egregio Governatore, la domanda è una sola: dove intende portare la Banca d'Italia?


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