Ciclo del contante - l'importanza della funzione, le scelte della Banca

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Ciclo del contante - l'importanza della funzione, le scelte della Banca

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Pubblicato in gestione_del_contante · Mercoledì 02 Ago 2023
Ciclo del contante
L'importanza della funzione, le scelte della Banca

Nei giorni scorsi abbiamo descritto le criticità che emergono, sempre più evidenti, nell’esternalizzazione della custodia e gestione del contante ai Service da parte delle banche.
Oggi torniamo sull’argomento del ciclo del contante in Italia e in particolare: sulle scelte strategiche effettuate dal Vertice della Banca e sull’impatto che queste hanno avuto sull’efficienza del sistema, su disponibilità e accesso a banconote e monete, sulla disponibilità ad accettarle in pagamento o in versamento. Concluderemo sull’attenzione prestata in Banca a questa funzione.

Scelte strategiche effettuate dal Vertice della Banca e dalle funzioni preposte
L’esigenza di rendere più efficiente l’intero ciclo del contante, anche massimizzando gli utili per le banche, ha indotto negli anni passati la nostra Banca Centrale a fare la “guerra  all’utilizzo e ai costi del contante”, anche se poi la posizione emersa  nell’Eurosistema è di neutralità rispetto all’uso dei diversi strumenti  di pagamento e di garantire ad assicurare la disponibilità del contante nei suoi diversi tagli a imprese e cittadini europei.
La nostra Banca, invece, per l’Italia ha puntato sull’efficienza del libero mercato (privato), favorendo l’esternalizzazione della gestione e della custodia del contante dalle banche ai service che curavano la sorveglianza delle agenzie bancarie e il trasporto valori, a prezzi imposti dalle stesse a pena della perdita dei remunerativi servizi già svolti, con l’effetto collaterale delle paghe da fame erogate ai dipendenti.
Forte di questa strategia, la Banca ha quindi ritenuto di poter concentrare le proprie fondamentali attività di distribuzione, trattamento e ritiro delle banconote su 6 Filiali STC e su un numero minore di Filiali (chiudendone molte ed escludendone tre dalle superstiti). Addirittura, per le monete, confidando nella capacità del mercato di compensarsi eccedenze e deficienze o nel fantomatico “borsino”, limitando la distribuzione e il ritiro prima sulla sola Filiale di Roma CDM, poi anche su Foggia e Piacenza.

Impatto sull’efficienza del trattamento del contante.
In realtà, l’inadeguatezza dei service ha comportato il ritardo nell’applicazione delle normative in tema di ricircolo del contante, qualche grosso ammanco, opacità nella proprietà e nella gestione, la fuoruscita dal mercato di molti soggetti non più in grado di reggere obblighi e costi crescenti in perdita, la concentrazione su pochi service che spesso operano in regime di sostanziale monopolio nel rendere disponibile l’accesso al contante nel territorio.
Ovviamente,  le maggiori distanze da coprire per prelevare o versare il contante in  Banca d’Italia hanno fatto lievitare i costi e i rischi di trasporto e  di custodia presso i caveaux dei service,  anche per i frequenti assalti con tecniche paramilitari da parte di  spregiudicate organizzazioni criminali attratte dai maggiori volumi  trattati.
Sul  fronte interno, l’infelice scelta della specializzazione funzionale  delle Filiali, imposta al mercato, non ha prodotto i risultati sperati  dai nostri strateghi.
Si dà il caso, infatti, che gli operatori, per contenere i  maggiori costi, hanno indirizzato i movimenti di contante verso le  Filiali economicamente più raggiungibili, obbligando a movimenti fondi tra Filiali del nostro Istituto per non spiazzare la capacità produttiva delle strutture STC e poi la riassegnazione della funzione a Filiali che ne erano state private.

 
Impatto delle scelte sulla disponibilità di banconote e monete, e sulla fiducia
Costi, anche assicurativi, e rischi crescenti hanno indotto le banche a  investire in ATM evoluti (adatti al ricircolo di prossimità) e a ridurre  l’intermediazione del contante, concentrando l’offerta alla clientela  nei tagli intermedi (50 e 20) erogabili attraverso gli ATM e, così,  rendendo quasi indisponibili i tagli superiori (200 e 100) e quelli divisionali (10 e 5). Per le stesse ragioni, è stata ridotta sensibilmente la disponibilità a trattare moneta metallica, privando la clientela commerciale di tale servizio.  
In tale contesto, le banche evitano anche di accettare il pagamento, il cambio o anche il versamento di banconote di grosso taglio (500 e 200, per i connessi obblighi  antiriciclaggio), di banconote danneggiate o non perfettamente integre, di monete. Con l'effetto di ridurre la fiducia dei cittadini nell’accettare la moneta legale.

L'attenzione alla funzione prestata in Banca
In A.C. sono intervenuti significativi  interventi per rafforzare l’efficienza nella produzione delle banconote  in euro e nel presidio dei nuovi compiti in tema di ricircolo del  contante e vigilanza antiriciclaggio sugli operatori non finanziari,  anche grazie al contributo qualificato di risorse provenienti dalla  “vigilanza”. Tuttavia, la strategia complessiva risente di una  logica improntata a ridefinire il ruolo della Banca, forte dei poteri  regolamentari, di controllo e sanzionatori, ma spesso avulso dalla  realtà che connota il nostro Paese. Ruolo che tende a disintermediare compiti operativi, dove prevalgono logiche spiccatamente aziendalistiche, anziché istituzionali, orientate a ridurre i costi operativi che gravano sulla Banca per il trattamento del contante, per venire girati su imprese e cittadini.

Le Filiali sono chiamate a operare  in un contesto di continua precarietà e incertezza, come se il domani  non esistesse, vivono un’agonia continua. Private dei compiti, sempre  più accentrati sull’A.C. e poche Sedi, ma impegnate  costantemente a offrire servizi di qualità in ambiti territoriali sempre  più ampi e diversificati (due, tre, cinque provincie). Riguardo al  contante dipendono dalle avulse decisioni dell’A.C. riguardo alle  assegnazioni di compiti e risorse e da flussi variabili, per fattori  esterni indipendenti e talvolta imprevedibili.
Le Divisioni GSP molto spesso sono  prive di personale specializzato nel trattamento del contante, spesso  sono dotate di Capi improvvisati, quasi sempre sono prive di  attrezzature adeguate. Sempre sono prive del rispetto di chi  governa l’Istituto, forse perché la funzione di emissione è considerata  meno importante. Il mancato rispetto per il personale addetto alla funzione viene dimostrato in ogni ambito: l’organizzazione che priva molte filiali di compiti necessari ad assicurare disponibilità e regolare circolazione del contante e che nega il lavoro ibrido anche su attività svolte compatibili; la gestione del personale, dove basta vedere organici, promozioni, avanzamenti, incarichi, utilizzi, livelli economici, bonus: l'unica attenzione in questi anni è stata rivolta in modo minaccioso verso l'indennità di cassa (da eliminare, secondo il Segretario Generale).

Ma nonostante tutte le mortificazioni e gli schiaffi presi, quel personale continua con fatica a servire al meglio l’utenza istituzionale e privata: così in tutte le Filiali; persino in quelle dove, come la Filiale di Lecce, pochissimi operativi devono far fronte a versamenti e prelevamenti fra i più elevati in Italia per volume.
Nonostante tutto.

P.S.: Forse basterebbe considerare che il  modello di specializzazione funzionale delle Filiali non ha trovato  comprensione negli addetti alla funzione e nemmeno nel “mercato”, che ha seguito strade diverse invece che adattarsi alla specializzazione imposta dall'alto dei servizi offerti nel territorio.
Forse basterebbe considerare che la maggiore flessibilità ed efficienza (della Banca e del ciclo del contante) si otteneva con servizi offerti in qualsiasi struttura della Banca: era poi il mercato a orientare le stesse a specializzarsi in funzione della domanda di servizi.


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