Visco fa politica? L'invenzione della fantomatica "spirale prezzi-salari" per colpire chi lavora, a partire da tutti noi
Pubblicato in negoziato_economico · Lunedì 28 Ago 2023 · 3:15
Visco fa politica?
L'invenzione della fantomatica "spirale prezzi-salari"
per colpire chi lavora, a partire da tutti noi
Che il personale della Banca d’Italia, a furia di dire che è privilegiato, stia scalando al ribasso le posizioni delle retribuzioni in Italia, è un dato di fatto.
Che la logica gestionale della nostra Amministrazione, negli ultimi 10-15 anni, sia solo tagliare le spese, dare montagne di soldi allo Stato, farcisi belli perché un domani chissà quale poltrona arriverà, è un altro dato di fatto: Fabrizio Saccomanni, Salvatore Rossi, Daniele Franco, su su fino a Mario Draghi sono stati testimonial di quanto la politica sappia essere riconoscente.
Che i due mandati di Ignazio Visco, in particolare l’ultimo, siano la continuazione di questa logica, sono i dati a dircelo: due rinnovi contrattuali ignorati, mai una trattativa economica, fino a saltare pure il riconoscimento dell’efficienza aziendale nei tempi dovuti, e inventare “precondizioni” pretestuose per rinviare il pagamento dell'IPCA.
Ma nell’incontro in cui il Segretario Generale, delegato dal Direttorio, ha scandito la tempistica “prima si firma l'efficienza aziendale una tantum, poi vedremo" è successo anche altro, rispetto al già inedito approccio "scambista" per applicare le regole del modello contrattuale.
E’ affiorata la voglia non più di fare quello che la politica vorrebbe, ma di fare politica direttamente. Come spiegare altrimenti le frasi della Delegazione aziendale, che è arrivata a teorizzare che il modello contrattuale sull'IPCA, che prevede il riconoscimento del tasso previsionale ogni anno, con verifica degli scostamenti ogni tre anni (tutto al netto dell'andamento dei beni energetici!) "funziona bene solo in periodi di bassa inflazione"?
E' stato teorizzato che se l'inflazione resta inchiodata allo zerovirgola, come avvenuto per undici anni filati, tutto bene, e qualunque richiesta sindacale viene stoppata perché “il modello contrattuale prevede questo, e questo sia”. Ma se l'inflazione cresce, si storcono i nasi, si alzano le sopracciglia, si discetta su un modello superato dai tempi.
Riflessioni, ci è stato spiegato, che non riguardano solo la Banca d’Italia, ma tutto il mondo del lavoro, sempre per esorcizzare lo spettro della spirale prezzi salari.
Una vera rivoluzione (meglio: involuzione) politica, mirata a picconare la stagione della concertazione tra associazioni datoriali e sindacali (Ciampi si rivolta nella tomba, ndr), per eliminare gli unici presidi a salvaguardia del potere d’acquisto degli stipendi. Curioso quanto silenziose siano rimaste, sul punto, Organizzazioni sindacali che anche a livello nazionale sono state sponsor di tale modello di contrattazione.
Ma stupisce che si abbia ancora il coraggio di parlare di spirale prezzi-salari in Italia, dopo aver cianciato di fiammata inflazionistica passeggera, quando le statistiche europee dimostrano che, negli ultimi decenni, l’Italia è l’unico paese in Europa in cui il potere di acquisto dei lavoratori si è ridotto.
La meno famosa (ma più veritiera) spirale salari-gamberi.
E i nostri governanti interni, invece di proporsi come avanguardia di una equa rinascita salariale in Italia (il boom degli anni Sessanta fu dovuto anche a questo) e invece di denunciare l’unica vera spirale esistente, che è quella prezzi-speculazione-profitti, mettono l’ingegno di cui sono dotati per deprimere famiglie ed economia nazionale.
Sia chiaro: tutto questo potrebbe essere solo una supercazzola della Delegazione per perdere tempo, tempo che è una variabile fondamentale per i colleghi che non hanno stipendi paragonabili a quelli di Lor Signori che governano la baracca. Ma se invece qualcuno ha davvero in animo di proporsi come alfiere di questa linea politica avrebbe pure la fortuna di trovare libero l’acronimo del nuovo partito: PdG, il Partito del Gambero.