Una Banca ostile al dialogo
Pubblicato in relazioni_sindacali · Lunedì 10 Mar 2025 · 4:00
* Lavoro da remoto
* Inquadramenti Operativi e Manageriali
* Rete periferica
UNA BANCA OSTILE AL DIALOGO

Non sappiamo se Churchill rientri nelle letture preferite dell’Amministrazione della Banca d’Italia, ma temiamo di no.
Non si spiegherebbe altrimenti il comportamento ostile al dialogo mostrato - ad esempio - nell’unico (!) incontro dedicato alla verifica triennale dell’accordo sul lavoro da remoto. In quell’occasione, invece di ascoltare le proposte altrui, e magari farne di proprie, l’unico messaggio che questa Amministrazione è riuscita a trasmettere è stato “attenti a chiedere un negoziato, perché anche noi avremmo molto da chiedere” (come a dire, l’accordo vigente, che è fortunatamente scolpito nel Regolamento del Personale, è già troppo per loro).
Oltre che antistorico (al di là di qualche soggetto famoso che fa dietrofront sullo smart working, le statistiche indicano che in Italia e in Europa continua ad aumentare la percentuale di lavoratori da remoto), si tratta di un atteggiamento debole, e contrario all’interesse dell’Istituto. Se qualcosa può migliorare, giova all’Istituto impedire di parlarne? E se possono essere trovate misure compensative adeguate per non cementare l’idea che esistono colleghi di serie A e di serie B, è solo interesse del Sindacato battersi per esse, oppure dal trovare soluzioni ne trarrebbe giovamento anche la Banca? (basti pensare alla rigidità nella gestione degli organici che deriva dal comprensibile rifiuto di molti di lavorare in quel comparto).
E ancora, ridurre la burocrazia, e definire una serie di casistiche trasparenti e oggettive che consentano in automatico - se adeguatamente documentate - la fruizione di giorni aggiuntivi di lavoro a distanza, senza entrare nel ginepraio di valutazioni iper-discrezionali dei capi e a cascata della funzione del personale, non migliorerebbe il clima aziendale, eliminando sprechi di tempo incalcolabili, con connessa perdita di efficienza? Sempre che a loro interessi davvero, l’efficienza.
Il rifiuto della Banca di dialogare su possibili miglioramenti nel lavoro da remoto è solo la versione meno ipocrita
di quanto ci è toccato assistere - in anni passati, ma anche in tempi molto recenti - su:
- la riforma dell’Area Operativa, in cui decine di incontri sono stati vanificati dall’indisponibilità della Banca a ragionare su progetti diversi dai propri, o anche solo su versioni dei progetti-Banca più ragionate e rispettose del personale, che "immettevano" qualche cosuccia casualmente dimenticata: la coerenza tra livello di inquadramento e mansioni, la coerenza con i requisiti richiesti, alle prospettive di progressione economica e professionale;
- la verifica della riforma dell’Area Manageriale è stata limitata, in due occasioni in anni passati, a meglio definire alcuni aspetti marginali, senza mai verificare il tema dei temi: la Banca funziona meglio? Il personale è più o meno motivato? Il clima aziendale è migliorato o peggiorato? La selezione della classe dirigente è più o meno affidabile di prima? I principi di equità e merito vengono tradotti in modo adeguato dal balletto dei segmenti e dei livelli? L’obbligo di imparzialità della funzione è garantito? Solo il SIBC ha ripetutamente messo numeri e idee sulla questione, conducendo la verifica analitica di un sistema che non funziona e che ha bisogno di idee nuove.
- il c.d. piano di sviluppo della rete territoriale, rispetto al quale tre pomposissimi incontri di "confronto" (solo dopo che il piano era stato varato e annunciato ai giornali di Corte) si sono risolti in due ridicole mancette clientelari per carezzare i sindacati già schierati sulla linea del “lasciar fare alla Banca”. Idee ragionevoli, che non mettevano in discussione il piano ma ne rendevano rispettosa l’attuazione e più razionale e stabile la struttura scaturente, sono stati cestinati per l’incapacità di tenere conto di realtà che non si conoscono. Talmente poco si conoscono che, davanti ai numeri dello sciopero, più d'uno tra i nostri geniali dirigenti, asserragliati nelle loro stanzone romane, sarà rimasto sorpreso.
Quindi, rileggere Churchill farebbe tanto bene a questa Amministrazione, per evitare una lunga stagione di scontri e veleni.
Anche perché, diceva sempre il premier britannico, “Nessuno può garantire il successo in guerra, ma solo meritarlo”.
Onestamente, non ci sembra che la Banca stia facendo molto neanche per meritarlo.