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Trasparenza sulle carriere. Chi può permettersela?

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Trasparenza sulle carriere. Chi può permettersela?

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Pubblicato in carriera _operativa · Lunedì 02 Dic 2024 · Tempo di lettura 3:45
Trasparenza sulle carriere. Chi può permettersela?

Nella vita bisogna sempre fare attenzione a toni e parole, a forma e sostanza.
Anche nei volantini sindacali.

Dal volantino SIBC dopo l’incontro sulla riforma della carriera operativa:
"Ribadiamo formalmente all’Amministrazione (i colleghi lo hanno capito benissimo), che la sua proposta NON ha il consenso del SIBC.
Continuare a esporla significa voler perdere tempo, o ritenere di poter contare, alla bisogna, su una maggioranza alternativa per firmarla."
 

Dal volantino CISL-CGIL-UIL, dopo il medesimo incontro:
"Queste Organizzazioni Sindacali… hanno ribadito la propria disponibilità a proseguire il negoziato e hanno invitato la Delegazione aziendale a concludere quanto prima l’esposizione complessiva della proposta.
È comunque necessario discutere da subito delle proposte volte a migliorare le criticità già emerse."

Noi non vogliamo pensare male, anche se... - come diceva quello - spesso ci si azzecca.
Abbiamo trovato sorprendente che - in esito a una riunione che ha aggiunto un altro problema colossale a quelli già esistenti - si sia sentito il bisogno di offrire “disponibilità” su un negoziato che, allo stato, è imperniato sulla proposta Banca, della quale - nota bene - ci si propone solo di “migliorare” le criticità già emerse (non eliminarle, ndr).

Ci piacerebbe ascoltare da CISL, CGIL e UIL se c'è disponibilità a ragionare anche sulla proposta presentata dal SIBC, se anche questa presenta delle criticità e, in caso, se ritengono possibile migliorarle.
Oppure se, come è legittimo che sia, preferiscono la proposta della Banca.

Ci sarebbe piaciuto svolgere quest’incontro negoziale, “rivelatore” quant’altri mai del reale approccio aziendale, insieme a tutte le altre Organizzazioni, sedute al medesimo tavolo, in una logica di trasparenza e di auspicabile condivisione di idee.
Purtroppo, all’offerta del SIBC non è stata data alcuna risposta, e anche questo è un elemento rivelatore della realtà.  Certo, è un peccato perché solo chi non ha nulla da nascondere  condivide con altri il tavolo negoziale, ed è anche un peccato non  comprendere quanto la Banca - in questa fase - si fa forte della  mancanza di proposte (e reazioni) comuni.

Ci piacerebbe sapere se ritengono una coincidenza che gli ostacoli posti allo sviluppo di carriera del personale operativo verso l’Area Manageriale (che sembravano chiesti a gran voce anche nella loro proposta, sic!) siano diventati così rigidi proprio quando si materializza l’arrivo di centinaia di “nuovi colleghi” dall’IVASS che  “manageriali” lo sono già e “ingolferanno” quella carriera, per usare  la terminologia dell’Amministrazione (quando si parlava di Coadiutori,  ndr).

A tale proposito, ci piacerebbe sapere se altri - oltre al SIBC  - ritengono quanto mai necessarie e urgenti norme a salvaguardia del  ruolo, delle competenze e delle prospettive del personale dell’Istituto  (anche dell’Area Manageriale), a fronte dell’“integrazione” esterna con chi arriva con competenze analoghe alle nostre ma gradi ben più “premianti”.
Oppure se si ritiene “utile” assecondare il progetto del Vertice e non porre alcun problema a tutela del personale dell’Istituto.

Sono solo quattro questioni, ma sono questioni precise, e una risposta pubblica sarebbe doverosa e chiarirebbe le idee a tutti.

Il SIBC ritiene indispensabile che ci si confronti al tavolo negoziale su un progetto di emanazione sindacale, che risponda agli interessi di tutti i colleghi. Ma non è più il tempo degli inciuci sottobanco, per natura privi di trasparenza verso i colleghi, perché i colleghi di quegli accordi sono regolarmente vittime incolpevoli.
Alle questioni poste va data risposta pubblica, chiara e trasparente.

Su tali basi, intendiamo favorire in ogni modo progetti in grado di deviare il corso di quello aziendale. Ogni strumento è valido, purché si accetti la sfida della trasparenza: sicuramente lo è lo strumento del volantino pubblico  che tutti possono leggere e valutare (apprezzabile infatti lo sforzo  della FABI di proporre delle linee guida non affette da cronica  vaghezza). Sicuramente lo è, per chi non ha nulla da nascondere, la partecipazione unitaria agli incontri, in una logica di trasparenza reciproca e di svelamento delle reali posizioni negoziali di ciascuno.
Una cosa è certa: per chiedere trasparenza, bisogna potersela permettere.


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