RUP-DEC: a volte ritornano
Pubblicato in rapporto di lavoro · Mercoledì 21 Feb 2024 · 2:00
RUP-DEC: a volte ritornano
Incentivi economici per collaboratori amministrativi
e affidamenti diretti: parla la Corte dei Conti
Durante il negoziato-lampo dello scorso autunno per varare l’accordo sugli incentivi economici derivanti dall’applicazione del Codice degli Appalti (RUP/DEC), che recepiva il lavoro biennale dell’apposita Commissione tecnica, evidenziammo il modesto riconoscimento previsto per una serie di colleghi assegnatari di compiti comunque decisivi per lo svolgimento degli incarichi e il funzionamento complessivo del sistema di appalti e affidamenti in Banca d'Italia.
Con concretezza, ottenemmo dall’Amministrazione che venisse formalizzato l’impegno secondo cui “ allo scopo di assicurare un adeguato riconoscimento ai compiti assegnati, gli incentivi destinati agli addetti delle unità di base saranno oggetto di ulteriore valutazione alla luce delle concrete linee applicative del presente accordo”.
Sacrosanto intervento, alla luce della recentissima delibera con cui la Corte dei Conti smentisce la logica secondo cui gli incentivi sono appannaggio di una ristretta cerchia di persone, mentre tutte le altre che collaborano a pieno titolo sono comunque da escludere. Dice infatti la Corte dei Conti, con buona pace di alti dirigenti di Banca e aspiranti facenti funzione: “ il Collegio, sia alla luce di precedenti giurisprudenziali che del tenore letterale delle norme in esame, ritiene che ai fini dell’attribuzione dell’incentivo tecnico non rilevi il profilo professionale “tecnico” (anche se di regola presente) bensì la concreta esplicazione di attività tecniche legate alla procedura contrattuale (anche se esplicata da collaboratori amministrativi)”.
Non finisce qui! La Corte dei Conti ritiene superata la considerazione negativa sugli incentivi per gli affidamenti diretti. Infatti, “relativamente alla possibilità di attribuire gli incentivi tecnici negli affidamenti diretti, può ritenersi superato l’orientamento negativo” anche se “la specificità della procedura di affidamento, anche in termini di maggiore semplicità e snellimento della stessa, richiederà una verifica accurata circa le attività incentivanti che dovranno necessariamente essere quelle individuate nell’allegato I.10 cit”.
Insomma, l’accordo esiste ed è un bene. Ma la pronuncia della Corte dei Conti evidenzia due punti che richiedono un adeguamento veloce, in ottica di equità, che bisognerà quindi riportare presto al tavolo negoziale. L'obiettivo è chiaro e speriamo condiviso: eliminare alcune odiose disparità di trattamento, che prima erano solo discutibili. Ora sono praticamente illegittime.