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Quattro giorni a settimana

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Quattro giorni a settimana

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Pubblicato in orario di lavoro · Mercoledì 19 Apr 2023 · Tempo di lettura 2:45
Tags: orariodilavoro
Quattro giorni a settimana
Il mondo corre in avanti, la Banca nostalgica guarda all'indietro

Per valutare la disposizione dei vertici aziendali all’innovazione, sarebbe sufficiente notare che mentre da noi, a fronte di risultati ammirevoli sul piano dell’efficienza, dell’efficacia, della qualità e degli impatti sociali del lavoro da remoto, si danno indicazioni per ridurne la fruizione media mensile, nel mondo fuori si ragiona in modo sempre più concreto, frequente e diffuso di riduzione dei giorni di lavoro, a parità di stipendio.
Mentre in Spagna partono già incentivi pubblici per le aziende che parteciperanno al progetto “quattro giorni a settimana”, in tutto il mondo le sperimentazioni proseguono con notevole successo, sia sul lato imprese (aumentata efficienza e produttività, come peraltro avvenne lo scorso secolo quando si passò da 6 a 5 giorni lavorativi), sia sul lato lavoratori (minori rischi di burnout, maggiore soddisfazione per il lavoro).
In un contesto che si muove sempre più rapidamente, le lentezze connaturate a un contesto burocratico rischiano di essere dannose anche per la leva cui la Banca si affida da anni per compensare la demotivazione crescente del proprio personale, ossia la capacità di attrarre i migliori talenti sul mercato del lavoro e prevenirne l’abbandono.
Non sfuggirà alla Banca, come non sfugge a noi, che mentre una volta le uniche domande che provenivano dai partecipanti ai concorsi esterni erano legate al trattamento economico, ora con la stessa frequenza arrivano domande sui giorni disponibili per il lavoro da remoto e sulla possibilità di lavorare in modo sempre più flessibile.
La capacità di non fermarsi a contemplare il passato, ma muoversi costantemente verso il futuro, rappresenterebbe quindi non solo un plus per il lavoratore, ma anche per un’azienda attenta ai propri interessi (per non dire al benessere di chi ci lavora).
Come ricorderete, il SIBC ha già posto il tema di recente. Nel frattempo, la Banca ha dimostrato di continuare a confondere il lavoro da remoto con le ferie - a dispetto di risultanze numeriche e qualitative che dicono l’esatto opposto.
La rivoluzione culturale necessaria in Banca d’Italia non è evidentemente ancora arrivata. All’innovazione normativa del dicembre 2021 ha fatto seguito una serie di battaglie di retroguardia per rafforzare il controllo fisico sulle persone (flessibilità individuali ridotte, intimidazioni ai Capi sui 12/120 gg., tutele differenziate per la maternità e per condizioni patologiche in base alla Divisione in cui si lavora).
Per dimostrare a noi e al personale che non è in atto un'azione di revanscismo ottocentesco, la Banca non ha che da riaprire il tavolo sull’orario di lavoro, mettendo anche nel cantiere questa riforma “win-win”, come piace dire alla Banca quando ci propone dei bidoni colossali. La riduzione dei giorni di lavoro sarebbe senza dubbio una riforma win-win e di avanguardia. Noi lavoratori del SIBC siamo pronti, ma lo saranno anche i nostri Vertici, tanto vezzeggiati da altre Organizzazioni "sindacali"?


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