Non so, ergo riorganizzo - Filiali: stato di incertezza permanente
Pubblicato in rete_territoriale · Giovedì 03 Ott 2024 · 3:30
"Non so, ergo riorganizzo"
Filiali: stato di incertezza permanente
Nei prossimi giorni trasmetteremo alla Banca, in via formale, le nostre osservazioni puntuali sul c.d. progetto di “sviluppo delle funzioni delle Filiali”, cui dovrà rispondere in modo meno elusivo di ieri, si spera.
Domani, dalle 13,40 in poi, noi terremo un webinar per parlare delle “magnifiche sorti e progressive" della rete territoriale.
Intanto, brevi annotazioni a margine dell’incontro di ieri, replica già vista di un film prevedibile, e infatti previsto e facilmente anticipatore di altre repliche con la stessa trama e la stessa conclusione.
L’incontro ricordava quella sullo smart office: un depliant infiocchettato, senza una parola sugli impatti sul lavoro quotidiano, sull’operatività dei colleghi, sulla gestione delle attività, sul benessere delle persone, su quello che sarebbe avvenuto dal giorno dopo.
L’aspetto emerso più chiaramente ieri è stata la condizione di permanente incertezza che d’ora in avanti si vuole imporre alla rete territoriale e ai suoi addetti.
A fronte delle domande di tutte le Organizzazioni sindacali, e della nostra richiesta di garanzie e di assunzione di responsabilità da parte di questi dirigenti pagati ciascuno quanto una tranche di Vice assistenti d assumere (a cui infatti vogliono abbassare il livello stipendiale di ingresso), la risposta è stata “Non possiamo sapere in futuro quali filiali rimarranno e per quanto, nessuno può assicurarvi nulla perché non sappiamo quale sarà la domanda di contante, dove sarà concentrata…”. Quindi niente garanzie, ma era sciocco chiederlo, visto che a fronte della crescente "domanda di Banca d'Italia", ossia di servizi di eccellenza che arriva dai territori, la risposta è fare vari passi indietro.
Ma tutto va letto in positivo, ci hanno spiegato, perché anche se “la garanzia della permanenza nessuno ve la può dare, un cambiamento continuo e graduale invece è un valore aggiunto”.
Garantiscono, che “questa riforma crea le premesse per un sistema strutturale e governato, si possono sempre fare aggiustamenti al margine, aprire una divisione o chiuderne un’altra”, replicando il modello dell’A.C. (dove però non si rischia di trovare il palazzo chiuso), nella quale infatti gli interventi riorganizzativi di questi stessi scienziati sono continui (come testimonia la più bassa efficienza aziendale della storia).
Tutta la presentazione è stata condita da un tentativo di attutire il colpo assicurando che “se domani dovessimo scoprire...” (si riaprono divisioni, ndr) dimostrando, praticamente, lo stesso grado di sicurezza che hanno i concorrenti dei “pacchi" di Rai Uno. Solo che qui chi ci va di mezzo non sono loro, ma i colleghi delle Filiali.
I quali colleghi delle Filiali, e ne siano sempre grati, non sono più “figli di un dio minore” - peccato non sia stato specificato quindi di chi, ma sospettiamo “figli di NN” come si scriveva nei certificati di nascita di chi non aveva padre conosciuto.
Le rassicurazioni sono state anche per i sindacati, che potranno financo "dire la loro" e proporre eventuali “aggiustamenti al margine”. Il colore della tovaglia, per dire. Ma anche lì, dipende. Magari lo decideranno per noi i colleghi dell’IVASS, con cui viene prefigurata un’integrazione, che potrebbe creare “flussi espansivi nella rete”, ma anche no, dipende, dal momento che “non sappiamo come sarà l’integrazione perché non sappiamo se ci sarà l’integrazione” (sic).
E guai a chiedere come verrebbero inquadrati i dipendenti IVASS, che arriverebbero in un contesto nel quale il sistema di inquadramento di metà personale risale addirittura a prima che, dell’Ivass, nascesse il progenitore (l’Isvap risale al 1982).
Se il motto della Banca sembra essere “chi vuol esser lieto sia, di doman non c'è certezza”, il problema è che, purtroppo, una certezza c’è. E’ che questa Banca non cambia mai.