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Mamma, ho dimenticato la carriera operativa

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Mamma, ho dimenticato la carriera operativa

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Pubblicato in carriera operativa · Lunedì 14 Apr 2025 · Tempo di lettura 4:45
Mamma, ho dimenticato la carriera operativa

Di seguito, le nostre risposte alle domande e alle osservazioni più frequenti di questi ultimi giorni sul tema della riforma dell'Area Operativa.

Avete dimenticato di fare la riforma dell’Area Operativa?
Qualcuno scrive che ci siamo dimenticati della Riforma della Carriera Operativa, e che in questi mesi ci siamo dedicati a cose trascurabili: la riforma della Rete Territoriale, l’Assistenza sanitaria in cui la Banca è stata spernacchiata da Generali, il pasticciaccio brutto dell’appalto Welfare-non-pervenuto, la vergognosa questione della scuola d’infanzia a Roma, il vero volto dell’Area Manageriale svelato anche dal gioco oscuro delle gratifiche. E, per non dimenticare, la sottoscrizione dell’IPCA e dell’Efficienza aziendale, cui si è giunti solo dopo azioni decise di SIBC e FALBI, ottenendo, tra l’altro, il riconoscimento certo dal prossimo luglio dell’IPCA 2025 e di quella triennale a conguaglio. Un totale che facilmente porterà ad aumenti della retribuzione permanenti superiori al 5%.

“Robetta”, a confrontarle con le letterine a Babbo Natale e i pensierini da Baci Perugina prodotti da altri sindacati, capaci solo di promesse alla “Cetto Laqualunque”, senza avere il potere negoziale per mantenerle e, ancor prima, la coerenza nel proporle.

Spicca, per inaffidabilità, il sindacato autore di una proposta di riforma che prevedeva l’automatico passaggio ad Expert per i Coadiutori “a mera richiesta”, e nel contempo restava granitico alleato nell’Area manageriale con i Sindacati dei Dirigenti, ossia chi oppone un tacito ma fermissimo diniego a ogni ipotesi di miglioramento degli inquadramenti del personale-che-non-è-Direttore.
Una doppiezza indecorosa, alimentata per mesi a meri scopi di propaganda e proselitismo, e che ha raggiunto l’unico scopo di inquinare le acque del negoziato, generando aspettative e gelosie incrociate interne al personale. Complimenti.

Perché non si è raggiunto un accordo con la Banca sulla Riforma dell’Area Operativa?
Perché la proposta della Banca ha segnato il record mondiale di non aver convinto un solo collega, nemmeno a cercarlo col lanternino.
D’altro canto, era strumentale a un’ulteriore proposta altrettanto impopolare: la riforma distruttiva della Rete Territoriale. Il riassetto territoriale era basato sul presupposto “tutti gli operativi fanno tutto, ma proprio tutto”. Mansioni? Un pallido ricordo del passato: l’obiettivo “manovalanza indiscriminata” era la filosofia della riforma, applicabile a Catanzaro come ad Aosta, come al Dipartimento romano Tal dei tali.

Tutto questo con soldi zero, per una riforma che si attende da 30 anni: resi incerti gli scatti annuali, in cambio della speranza di presunti miglioramenti discrezionali per qualcuno. La discrezionalità avrebbe investito così pure la retribuzione, e con essa sarebbe finito sotto ricatto anche il personale operativo, come è avvenuto per quello manageriale.

Chicca finale, la formazione, trasformata formalmente da dovere del datore di lavoro in dovere del lavoratore, con la trascurabile dimenticanza che alla Banca SERVE personale che si formi all’altezza dei compiti per quarant’anni (e passa) di vita lavorativa, per ottemperare ai doveri verso la collettività.
L’assunzione di straordinari colleghi di altissima qualificazione e a tutti i livelli è un investimento buttato al vento se si inserisce in un contesto in cui “tanto non cambia niente”.

Siete ingenerosi con la Banca, sicuramente ha capito il problema e sta cercando di risolvere
Senza confrontarsi con i sindacati? Continuando a giocherellare con le ampolle da alchimisti, sempre le stesse persone, nel chiuso di una stanza?
L’ultima volta che la Banca ha pronunciato la parola “carriere” in una frase che comprendeva la locuzione “Area Operativa”, è stata quando ha ventilato a una sigla sindacale la geniale idea del ruolo unico (ossia, il superamento della distinzione tra Area Operativa e Manageriale), affermando - si badi bene - di non avere "nessuna preclusione al contratto unico", davanti alla proposta di “rispettare le specificità di ciascuna Area” (ossia continuando a tenere ben segregato chi deve fare formazione e concorsi-cruna-nell’ago, da chi guadagna lauti stipendi senza che ne siano mai testate le effettive competenze).

Se si accede all’idea del ruolo unico senza che nulla cambi sul piano normativo per il personale operativo, ci sarebbe solo un effetto catastrofico: che la riforma degli operativi, dal giorno seguente, potrebbe essere firmata da una maggioranza composta anche dal CIDA. Tocchiamo ferro.

E quindi? Lasciamo perdere per sempre?
No. La Banca ha bisogno del personale operativo, e presto lo capirà.
Né la Banca può permettersi, senza che scoppi una rivolta all’interno del personale, di immettere 400 dipendenti dell’IVASS in gradi superiori a migliaia di colleghi parimenti qualificati della Banca, che hanno affrontato concorsi con tutt’altri requisiti!

Mentre sarebbe di corto respiro aprire un negoziato ora, con il Segretario Generale della Banca a un passo dalla pensione, è evidente che il prossimo, ancora non nominato  delegato dal Direttorio ai negoziati, avrà il dovere di dire da subito una parola chiara sull’argomento, riaprendo il confronto sulla base di nuove premesse di riforma.
E se le risposte saranno le stesse di chi lo ha preceduto, allora noi non ci sottrarremo a percorrere ogni azione che possa costringere la Banca a declinare soluzioni rispettose della dignità delle lavoratrici e dei lavoratori della Carriera Operativa.
Ma anche i colleghi devono fare la loro parte, perché il Sindacato è null’altro che la forza e il vigore che i lavoratori gli conferiscono. Date forza al SIBC!


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