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LA RIFORMA DELLE CARRIERE E' USCITA DAI RADAR (ma ci era mai entrata davvero?)

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LA RIFORMA DELLE CARRIERE E' USCITA DAI RADAR (ma ci era mai entrata davvero?)

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Pubblicato in carriera _operativa · Giovedì 06 Feb 2025 ·  3:15
LA RIFORMA DELLE CARRIERE E' USCITA DAI RADAR
(ma ci era mai entrata davvero?)

Se qualcuno avesse bisogno di conferme che la Banca non negozia, ma presenta dei “prendere o lasciare, o al massimo dei “prendere così, prendere camuffati, o lasciare”, basterebbe guardare al c.d. negoziato sulla riforma dell’Area Operativa.

Un annetto fa, la Banca era sparita dai radar su questo confronto pluridecennale, ma il Segretario Generale motivò i ritardi con questa affermazione: “Riteniamo opportuno che il negoziato sulle carriere e la riforma della rete territoriale siano trattati insieme, essendoci numerosi elementi che legano i due temi”. Immaginavamo: leve premiali per il personale, formazione per acquisire nuove competenze, sviluppare skills e flessibilità del personale.
Niente di tutto questo: pianificato un programma di sotto-sviluppo per la Rete territoriale, lo si voleva coronare con altrettanta Riforma da sotto-sviluppo dell’Area Operativa: dai ghetti territoriali ai ghetti professionali (e viceversa) è un attimo.

Capito che il SIBC avrebbe impedito una conclusione del genere, la Banca è sparita di nuovo sull'argomento: a conferma che è disposta a negoziare (meglio: a lavorare per camuffare la propria proposta originaria) solo se si resta nel solco strettissimo da essa tracciato. E solo se i cordoni della borsa restano ben chiusi.

Se così è, e nulla sembra smentire quel che diciamo, il negoziato sulla riforma dell’Area Operativa non è mai davvero iniziato.
La pretesa aziendale di indifferenziazione mansionistica sta lì a dimostrarlo (che sia a scapito dei Coadiutori o degli Assistenti, e Superiori, e Primi, non importa: il principio è lo stesso).
Il rifiuto di fissare prospettive di crescita professionale certe (né in termini numerici, né percentuali) significa che ben presto tutto tornerebbe come oggi: percentuali da albumina, soggette agli umori dell’Altissimo.
L’introduzione di discrezionalità nella retribuzione (a riduzione potenziale di quella attuale) dimostra poi una cosa diversa: che le colleghe e i colleghi dell’Area Operativa rappresentano il cuore pulsante dell’operatività e dei risultati di performace che, con la loro “flessibilità”, consegue ogni anno il management della Banca.
I colleghi hanno un potere enorme, e devono prenderne coscienza. Lo sa bene la Banca che ha proposto una riforma di quell’Area per sterilizzare questo temuto pericolo gestionale.

Il negoziato è quindi servito solo a promuovere certa propaganda ridicola, e a traccheggiare in attesa di apparecchiare la tavola delle “misure di sostegno”, unico tema che mette davvero d’accordo la Banca con un congruo numero di Organizzazioni sindacali.

Il SIBC ritiene che il personale dell’Istituto vada rispettato, nella sua interezza. Ci sono risposte positive che vanno date a tutti, a generazioni diverse con aspettative diverse, a gradi diversi con aspettative e vissuti diversi, a percorsi professionali ed esperienziali che vanno valutati in modo corretto.
Il nuovo management che guida la Banca, del tutto indifferente al futuro dell’Istituto, potrà anche continuare a rinviare sine die la riforma, ma è ormai evidente a tutti che - a furia di penalizzare il personale operativo - siamo molto vicini al fondo del barile, e il potere di ricatto dei nostri “capi” si sta ormai azzerando.
Arriverà presto il momento in cui 10, 100, 1.000 colleghi diranno “no, questo lavoro non spetta a me, sventolando la pagina del regolamento del personale che oggi stabilisce mansioni differenziate per ogni grado esistente.

Altro che “tutti fanno tutto”, come vuole l'Amministrazione: “tutti devono fare quanto previsto dalla normativa di Banca”. Né di più, né di meno.
Ci pensassero gli scienziati di GEP e Organizzazione a fare il resto, se ne sono capaci.


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