Logo o immagine
Questo sito utilizza i cookie necessari e cookie di performance per migliorare la tua esperienza di navigazione. Non raccogliamo tramite i cookie nessun dato personale o di tracciabilità. Puoi rifiutare l'uso dei cookie di performance cliccando "Rifiuta". Se accetti condividi la nostra privacy policy, che rispetta il GDPR.

Leggi la nostra Privacy Policy
Vai ai contenuti

La neolingua e le Filiali

Sindacato Indipendente Banca Centrale
Salta menù

La neolingua e le Filiali

sibc_raccolta comunicazioni
Pubblicato in rete_territoriale · Mercoledì 02 Ott 2024 · Tempo di lettura 4:30
La neolingua e le Filiali
7 peccati capitali, e una mini-riforma delle carriere

La neolingua della Banca d’Italia - in cui “sviluppo” significa “chiusura” e “potenziamento” significa “taglio”  - raggiunge vette ineguagliate sulla questione delle chiusure e  “rimodulazioni” di Filiali, descritta nel documento sullo “sviluppo”  della rete territoriale.

Non a caso, a fronte della “piena valorizzazione del capitale umano” promessa nell’aggiornamento del luglio scorso del Piano strategico 2023-25, il documento sul riassetto è privo di ogni considerazione proprio sul personale, sulle sue caratteristiche e professionalità;  e così, una modestissima analisi numerica prevale sui processi di  lavoro, sulle condizioni lavorative e di trattamento dei dipendenti  coinvolti (smart, non smart, conto terzi/proprio, posizioni manageriali  soppresse, etc). Fatta salva, si capisce, la solita fuffa promessa  (“faremo… diremo”, sulla formazione, sul riorientamento, sulle “campagne  di ascolto” e sul sostegno psicologico.

Nella sostanza, emergono dal documento della Banca gravi criticità.

  1. Per  la prima volta, assistiamo alla chiusura di realtà territoriali  (Livorno e Brescia) non perché mancanti di lavoro, ma perché lo  “sottraggono” ad altre Filiali dove gli scienziati della Banca avevano deciso che gli operatori del contante dovessero rivolgersi,  strutturando così rigidamente l’organizzazione produttiva. In pratica,  se la realtà esterna non si confà a quel che decidono a Organizzazione,  siamo pronti a tutto: anche all’harakiri.
  2. Oggettivamente, la sottrazione dell’attività di vigilanza (neanche  dappertutto “compensata” dal suo avvicendamento con la cd “vigilanza di  tutela”) è un colpo durissimo alle prospettive delle realtà  territoriali coinvolte: per quanto tempo un contenuto più “light” delle  competenze potrà giustificare la permanenza di quelle filiali, adesso  “salvate” dalla chiusura?
  3. E’ un colpo durissimo anche ai colleghi che vi erano addetti: la loro expertise viene sacrificata, in nome di non si sa cosa e chi, e così pure consolidati processi di lavoro, competenze maturate, prospettive di carriera,  anche per i Consiglieri che nelle Filiali trovano ancora qualche spazio  per ricoprire posizioni organizzative, unica chiave utile per avanzare  di segmento.
  4. Nelle quattro realtà dove le Divisioni di vigilanza non saranno sostituite neppure dalla “vigilanza di tutela” (Verona, Forlì, Salerno e Catania)  ci sono 31 colleghi interessati (14 manageriali e 17 operativi): che  fine faranno costoro? Dipenderanno dalle sedi regionali che li potranno  trasformare in lavoratori/cottimisti per conto terzi? Diventeranno il ricettacolo di ogni attività “minore” o “sgradita”  alla sede regionale di riferimento? Il documento tace su questo e altro  in nome, si capisce, della “piena valorizzazione del capitale umano”.
  5. Uno degli obiettivi più pericolosi della manovra è espresso - all’interno di un poderoso documento di quattordici pagine - in poche righe dedicate alla chiusura di 16 Divisioni di Segreteria.Le 16 Filiali interessate (Aosta,  Arezzo Stc, Bergamo Stc, Campobasso, Catania, Foggia Stc, Forlì,  L’Aquila, Padova Stc, Piacenza Stc, Potenza, Roma Cdm, Salerno, Trento,  Venezia e Verona) contano ben 136 colleghi addetti alle Segreterie (di cui 28 manageriali e 108 operativi!). La riforma punta a spostare de facto in GSP questi colleghi (almeno gli operativi),  aprendo la porta a una progressiva e subdola confusione delle mansioni,  all’allargamento dei compiti “un po’ alla volta”, alla sottoposizione a  un capo che potrebbe imporre mansioni contabili e di maneggio dei  valori a quei molti che accetterebbero “per quieto vivere” o per non  essere emarginati. La Banca anticipa così un pezzo della riforma della carriera operativa, in barba alla trattativa in corso di cui, con ogni evidenza, non le frega niente. Un’autentica vergogna!!
  6. Tra i “limitati interventi” (è sempre la neolingua, ndr) con cui la Banca si prodiga per garantire diffusamente la circolazione monetaria sul territorio e “razionalizzare” strutture e processi per un più efficiente impiego dei fattori produttivi: la chiusura di Brescia e la sottrazione della gestione del contante con l’utenza professionale ad altre 5 Filiali (Aosta, Trento, L’Aquila, Campobasso e Potenza), rappresenta anche qui lo step propedeutico alla successiva chiusura (Livorno docet).
  7. Il documento, infine, è privo di ogni elemento per un’effettiva accountability perché questa, si sa, va richiesta solo ai gradi inferiori della gerarchia. Si parla genericamente di risparmi di costo:  ebbene, in quattordici pagine di documento, sono riusciti a non  scrivere un solo numero che dia l’idea dei costi che la Banca immagina  di risparmiare. In questo modo, nessuno sarà mai chiamato a rispondere dell’eventuale fallimento. In un mondo normale, se si fa tutto questo per risparmiare 10 euro, si  viene accompagnati da uno specialista. Se si fa per risparmiare 100  milioni, e alla fine il risparmio si rivela molto inferiore, verrebbe  scritta la parola fine alla fulgida carriera di chi prende cantonate del  genere. In Banca d’Italia, poiché le carriere sono già scritte,  non si corrono rischi - soprattutto ai piani alti - e non si scrive un  solo numero per il quale essere chiamati a rispondere.

Tutti i colleghi interessati a confrontarsi con noi su questi temi, e  quelli che emergeranno oggi pomeriggio nell’incontro informativo con la  Banca, potranno partecipare liberamente al webinar del SIBC, aperto a tutti, venerdì 4 ottobre dalle 13,40 in poi. Vi aspettiamo!


Sindacato Indipendente Banca Centrale
siamo in Via Panisperna, 32 - 00184 Roma

telefono 0647923071

mail - segreteria@sibc.it
PEC - segreteria.sibc@actaliscertymail.it
Torna ai contenuti