Il mistero degli infissi delle case Sidief
Pubblicato in Sidief · Martedì 09 Gen 2024 · 6:15

A volte la verità è banale, ma non per questo meno sconcertante
Il mistero degli infissi delle case Sidief
Lo sanno pure i muri che, nel corso degli anni, la Sidief ha trascurato di intervenire e non ha sostituito gli infissi deteriorati delle case affittate al personale della Banca: una situazione diffusa, con evidenti disagi per gli inquilini e sprechi nel costo del riscaldamento.
Questo è il dato notorio, oggetto di tantissime richieste di intervento rimaste senza risposta. Non è però utile guardare solo al “dito”, salvo non si voglia tenere “la luna” al riparo da critiche.
Il punto è infatti: perché la Sidief non provvede? In fondo, il suo lavoro è gestire bene gli immobili che la Banca gli ha affidato, per affittarli al personale. Perché si comporta invece come quei padroni di casa arcigni e dalla mentalità ristretta?
Non è stato possibile, finora, avere una risposta chiara da parte della Banca o della Sidief. Solo a margine della Commissione alloggi, qualche accenno a “difficoltà operative”, o di generiche esigenze di redditività, e l’indicazione di tempi molto lunghi.
Scartiamo per magnanimità l’idea di una ostilità nei confronti dei colleghi. Anche se spesso la Sidief sembra proprio un corpo estraneo al mondo della Banca d’Italia.
Il SIBC ha provato allora ad andare oltre e trovare una risposta, analizzando l’unico documento disponibile e cioè la relazione al bilancio degli ultimi due anni.
La prima ipotesi che volevamo verificare è se Sidief non abbia i mezzi finanziari per sostituire i tanti infissi rovinati.
Le spese sono infatti cospicue: nel 2022, Sidief ha speso 9,4 milioni di euro per investire in un immobile a Milano destinato ad uffici (che, forse non a caso, ospita anche la sede di Milano Hub della Banca d’Italia) e ha proseguito in (costosi) progetti speciali a Venezia e a Roma (per gli affitti turistici), a Roma a Piazza Borghese e, per fortuna, anche allo storico palazzo di via Carlo Felice (destinato al personale di Banca). Ha poi effettuato interventi di manutenzione straordinaria a Roma (via G. da Procida, viale Somalia, via Cappellini) e restauri di alcune facciate, tra le quali via Appia nuova. Ha ristrutturato 110 alloggi a Roma, ma ne ha anche venduti 115 in altre città, incassando circa 14,4 milioni (nel 2021 erano entrati 12,4 milioni).
Il dubbio che alla fine, tra gestione ordinaria e progetti speciali, siano finiti i fondi, sembra risolto: la Sidief ha decine di milioni di euro liquidi (nel 2022 ne ha 61,7 milioni; nel 2021 erano 75,7 milioni). Senza scendere in dettagli la Sidief spende e investe – salvo che per gli infissi – ma resta piena di liquidità accantonata. L’utile del 2022 era circa 4 milioni portato a riserva 2,8 milioni nel 2021 e 3,4 milioni nel 2020. I fondi certo non mancano.
Altra ipotesi da scartare (già con meno sicurezza) è che la Sidief non sia sensibile al tema della sostenibilità ambientale. Nella Relazione al bilancio 2022 afferma di dedicare “particolare attenzione alla sostenibilità ambientale anche in linea con la politica della Banca d’Italia” (capirai…), salvo far capire che sono solo buoni propositi (si dice che è un percorso futuro e manca ancora un piano). Ma di certo la Banca non sarà tanto distratta da non invitare la sua controllata a intraprendere iniziative adeguate, no?
Di certo, non sarà qualche burocrate a bloccare il rifacimento degli infissi a spregio del sacrosanto obiettivo della sostenibilità ambientale.
Allora, in assenza di spiegazioni convincenti, ci siamo messi a sentire un po' in giro che si dice.
Se confermata, la verità è sconcertante. La Sidief ha redditività positiva; la Sidief ha liquidità in abbondanza; la Sidief, se necessario, potrebbe anche ottenere dalla Banca un sostegno finanziario per far partire l’operazione di rifacimento degli infissi a tappeto.
Ma la Sidief non chiede e non fa nulla perché non è in grado di far partire e seguire i lavori. Cioè, la struttura riesce a malapena a seguire l’attività ordinaria. I lavori sugli infissi li farebbero ditte esterne, certo, ma si dovrebbe fare le pratiche amministrative, seguire i lavori, organizzare. La struttura di Sidief non è in grado di affrontare complessità molto più banali di questa, figuriamoci!
Domanda: come è possibile che dopo tanti anni di Sidief siamo a questo punto?
La Sidief ha 129 dipendenti, dei quali i tecnici e amministrativi sono poco più dei portieri. Bastano? Evidentemente no. Ma se non bastano, perché la Sidief non assume?
Qualcosa – molto pudicamente – lo ha ammesso perfino il Consiglio di Sorveglianza che nella relazione all’Azionista (vedi Bilancio) ha segnalato “la necessità di miglioramenti nel sistema di controllo interno e di gestione dei rischi”.
Che significherà mai? Anche se il contesto è a dir poco oscuro, qualcosa trapela. Sembrerebbe che ben tre ispezioni interne siano andate male: sulle manutenzioni degli alloggi, sulle risposte agli inquilini per le richieste di intervento e su cantiere di via Carlo Felice. Gli esiti delle prime due ispezioni non stupiscono. Spesso i colleghi non possono entrare negli appartamenti perché i lavori non sono finiti o sono stati fatti male; stesse carenze nel caso di richieste di interventi.
Un panorama sconfortante.
Non è questa la sede per tirare le conclusioni, ma sembra emergere un modello molto accentrato di gestione operativa, certamente anacronistico: la Direttrice generale non ha un vice e così tutto passa per la sua scrivania. La stessa è anche una dei tre membri del Consiglio di gestione, organo che dovrebbe controllarla e darle indicazioni gestionali. Una confusione di ruoli che è di per sé un’anomalia: se la Sidief fosse una banca, la Vigilanza interverrebbe chiedendo una governance equilibrata e con pesi e contrappesi, una gestione efficiente e controlli efficaci, senza confusione di ruoli e senza rischioso accentramento di funzioni. E invece.
Se così fosse, sarebbe chiaro che senza una profonda revisione organizzativa e della governance di Sidief, gli infissi continueranno a cadere a pezzi!
Per questo, responsabilmente chiediamo alla Banca – socio unico di Sidief - di:
- verificare direttamente, con le proprie funzioni di revisione, lo stato dell’organizzazione interna della Sidief;
- far partire da subito la campagna di sostituzione degli infissi con tempi chiari e definiti, se necessario con l’utilizzo di tecnici esterni;
- dare trasparenza sulla gestione, fornendo informazioni chiare a inquilini, personale e Sindacati su cosa funziona e cosa no in questa società che da sempre rifiuta un confronto con soggetti che considera “esterni”.
Ci aspettiamo una risposta leale, come leale è l’analisi svolta e senza polemiche le richieste avanzate.
In ogni caso il SIBC non mollerà la presa, con l’aiuto dei colleghi che sopportano le finestre rovinate e con gli spifferi.