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Greenwashing in Banca d'Italia?

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Greenwashing in Banca d'Italia?

sibc_raccolta comunicazioni
Pubblicato in varie · Giovedì 17 Ott 2024 · Tempo di lettura 3:45
Greenwashing in Banca d'Italia?

A pagina 12 del documento di Educazione Finanziaria della Banca d’Italia (“Kahoot Costruisci il tuo futuro! Senior”, così tutti capiscono che noi siamo gggiovani), è evidenziato il fenomeno del Greenwashing, così definito:

“… una pratica di comunicazione scorretta di un’azienda che sfrutta  la tematica ambientale solo per catturare l’attenzione dei consumatori  attenti alla sostenibilità ambientale. La parola greenwashing deriva dall’unione di due parole inglesi: green (verde) e whitewashing (tingersi) e può essere tradotta come ecologismo di facciata. Le tipiche pratiche di greenwashing  possono essere: l’uso di una comunicazione scorretta, l’utilizzo di una  comunicazione omissiva e la mancanza di dati e riscontri scientifici a  supporto della veridicità dell’affermazione ambientale fornita  dall’azienda

Due gli elementi chiave.
Il Greenwashing è:
Ecologismo di facciata
Comunicazione scorretta, omissiva a supporto dell’affermazione ambientale fornita dall’azienda.

In pratica, un grande bluff
Perché le aziende bluffano? Per tanti semplici motivi: per l’immagine.  Per cavalcare una moda. Per iscriversi d’ufficio tra i buoni, e  pertanto al riparo da critiche. Ma inutile girarci intorno: in Banca, lo  sappiamo bene, l’immagine è il bene ormai considerato più prezioso dell’oro conservato in Via Nazionale.

****

Nel Rapporto Ambientale 2024 si sciorinano dati sul  PSCL (Piano Spostamenti Casa-Lavoro per Roma e per le Sedi principali  della rete periferica) ricavati anche con il supporto di un questionario  messo a punto dall’ENEA. Ovviamente dati in flessione che  inorgogliscono l’ecologico Vertice dell’Istituto. Peccato che gli  interventi che intende porre in essere la Banca sulla rete periferica  portano ad altre considerazioni.
La chiusura di Filiali comporta che 76  dipendenti diventeranno in gran parte pendolari. Useranno mezzi  pubblici o mezzi personali su distanze più lunghe. Mezzi che  inquineranno di più. A questi si aggiungano anche tutti quelli, per le  varie rimodulazioni, troveranno spazi nelle Filiali regionali.
Ma fino a qui resta un dato che afferirebbe alla Banca, peggiorandolo.
Diverso invece l’impatto per quanto riguarda la movimentazione fondi.  La Banca osanna la chiusura delle 2 Filiali e l'impedimento per altre 5  a svolgere attività di gestione del contante nei confronti dell’utenza  professionale. In questo modo riduce la sua impronta ecologica perché non ci saranno più movimentazioni di valori verso e da queste Filiali. Ma omette un particolare. Che ha traslato la sua impronta ecologia sulle società di servizio che ogni giorno faranno centinaia chilometri in più per approvvigionarsi del contante.  

Pazienza!
A noi interessa solo la nostra immagine ecologica mica contribuire realmente ad avere un ambiente green.
Ma non finisce qui!
Con la chiusura di strutture che offrono servizi ai cittadini in  prossimità dei loro luoghi di residenza, cosa accadrà quando per una  comune pratica successoria si dovranno fare cento e più chilometri? O per un cambio di banconote si spenderà di carburante quanto lo stesso valore delle banconote da cambiare? E così via per i tanti servizi che la Banca non offrirà più sul territorio. Del resto, questo è già accaduto con le prime tornate di chiusura delle Filiali.  
Anche in questo caso, le decisioni della Banca d’Italia hanno un impatto  sull’impronta ecologica di chi per necessità dovrà utilizzare i servizi  del nostro Istituto e che per tante ragioni non può servirsi dei supporti di tipo telematico. Supporti che, del resto, sono tutt’altro che green. Hanno un notevole costo in termini di impatto ambientale. Ad esempio, è stimato che l’invio di una semplice email emette circa 4 gr. di CO2.
Ma  anche in questo caso la colpa non è della Banca: è di chi le invia una  email, o magari si reca presso gli sportelli delle Sedi Regionali con i  mezzi di trasporto pubblici o privati.
Mica pensate che sia colpa della Banca?
Sarebbe interessante se tra i tanti studi che la Banca fa sulla riduzione dell’impronta ecologica, il prossimo anno stimi anche il costo ecologico che le sue scelte gestionali hanno sulla collettività.

Così, tanto per avere, oltre l’incoraggiante dato dell’impatto diretto, anche quello indiretto della nostra impronta ecologica.  

Ci aiuterebbe a capire meglio come agisce l’elfo verde della Banca.


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