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Gli scollegati dalla realtà

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Gli scollegati dalla realtà

sibc_raccolta comunicazioni
Pubblicato in relazioni tra sindacati · Venerdì 21 Mar 2025 · Tempo di lettura 2:30
Gli scollegati dalla realtà
la deriva inquietante di certi comunicati sindacali

Viviamo tempi strani. Ci sono tanti temi che destano preoccupazione nei colleghi, temi veri, che incidono nella carne viva delle persone: le prospettive economiche e di carriera, le Filiali che chiudono e quelle che stanno solo un altro po’ a bagnomaria, il lavoro da remoto che è argomento tabù, gli asili che vattelappesca, le assicurazioni che cominciano a burlarsi della Banca e il welfare che al momento zoppica, a conferma che “chi va con lo zoppo…”.

In questo contesto, la produzione sempre più frequente di comunicati sindacali scollegati dalla realtà appare ancor più sgradevole e degna di altro contesto professionale (un cabaret? un circo? fate voi).

Gli stornelli in romanesco di quello che una volta era il sindacato dei dirigenti, e ora si è trasformato nel dopolavoro ricreativo dei dirigenti, segnano una svolta nella dialettica sindacale, non solo sul piano linguistico, ma anche sul piano del principio di rappresentanza: da sindacato dei dirigenti a sindacato del Governatore.
Un salto di qualità di apprezzabile chiarezza, che lascerà freddini gli Esperti e Consiglieri superstiti che si accorgeranno di fare da portatori d’acqua in un sindacato che guarda molto, molto più in alto di noi poveri umani, ma che scalderà il cuore di quanti, più altolocati, si rispecchiano un sindacato evanescente che non rappresenta più l'eccellenza del personale della Banca.

Ieri poi ci siamo imbattuti in altro testo, pesantemente ispirato da qualche manuale di nautica, pubblicato dal noto sindacato della “rivolta sociale”, la cui dissertazione sui pregi della Marina borbonica (!), sul Regno delle Due Sicilie (!!), sul “primo piroscafo da guerra” (ma non erano quelli pacifisti??) ci ha tramortiti, al punto che ci è sfuggito come si è arrivati, alla fine del volantino, ad Amerigo Vespucci.
Nel mezzo, una serie di affermazioni non argomentate ma solo autocertificate, a difesa della linea di quel sindacato sulle Filiali, linea che tutti hanno capito essere la stessa del CIDA (cioè del Governatore), tanto che gli uni come gli altri parlano solo ed esclusivamente di “misure di accompagnamento”, incapaci di pensare e impegnarsi per un’altra ricaduta organizzativa del piano approvato dal Consiglio Superiore.
A questo, ci penseranno il SIBC e la FALBI, se la Banca intenderà negoziare con i sindacati di maggioranza, invece di crogiolarsi con il motto di Vespucci “Non chi comincia ma quel che persevera” che la CGIL amabilmente le suggerisce.
L’unica perseveranza ammessa, per non essere diabolica, è quella sui temi.
Quando si tornerà a parlare di temi concreti, che interessano il lavoro di tutti, e il cui accantonamento crea unicamente penalizzazioni sul piano economico, professionale e del benessere di ciascuno di noi?


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