Come NON fare la riforma delle carriere
Pubblicato in carriera _operativa · Mercoledì 08 Mag 2024 · 2:30
Come NON fare la riforma delle carriere
Alla vigilia dell'incontro del 9 maggio, suggerimento dal Comune di Roma
Di ricette su come fare la riforma delle carriere, ne esistono almeno una per ogni collega interessato. Ma di ricette per farla male ne esistono probabilmente anche di più.
E allora, in vista dell’incontro negoziale di domani (che sarà seguito dall’appuntamento in diretta web del SIBC, aperto a tutti, dalle 13 alle 14,30), ne citiamo uno esemplare, tratto dalle pagine di cronaca romana di ieri mattina. Esempio esterno, ma che richiama non poche "stranezze" e fissazioni nostrane.
Il concorso interno per l’accesso al grado di funzionario nei vigili urbani di Roma è un breviario di aberrazioni da evitare, stando a quanto riferito ieri da alcuni quotidiani, che riprendevano argomentazioni circostanziate di circa decine e decine di ricorrenti in giudizio.
Valorizzare le competenze? Certo, ma soprattutto a quelle non necessarie: una laurea in podologia, o un corso di recitazione può pesare più di 20 anni passati sul mestiere.
Criteri per l’avanzamento? Sì, soprattutto criteri «soggettivi e manipolabili, risultati decisivi per il punteggio finale».
Colloqui selettivi? Sì, chi si credono di essere questi con i titoloni di studio? "I candidati vogliamo vederli in faccia" (cit.). E così, i colloqui hanno preso un peso rilevante ai fini del concorso. Poi, come sempre, è un attimo che le domande (per natura arbitrarie) diventavano un tantinello stravaganti: tipo «Cosa faresti in caso di fuga dei leoni?». A Roma, la domanda andava fatta sui cinghiali, semmai.
Pari opportunità? Sì, soprattutto per i sindacalisti però: «Quasi tutte le Rsu e i delegati sindacali — racconta uno dei vigili a “Repubblica” — hanno preso il voto massimo o quasi a questo colloquio». Tra loro ci sono le figlie dei delegati regionali di Cgil e Cisl, e la sorella del delegato regionale Uil.
Ma vogliamo finirla con questi laureati? Al Comune di Roma hanno deciso di dare spazio anche ad altre professionalità. Hanno quindi trovato spazio i certificati per corsi formativi, con punti assegnati anche per quelli non esattamente pertinenti al ruolo di vigile, dal corso di sommelier a quello per agente immobiliare.
Roma, meta internazionale del turismo, potrebbe fare a meno di vigili con un inglese fluente? Mai: certificazioni B2 a pioggia sarebbero state accettate, senza verifica sull’effettiva conoscenza linguistica. A una vigilessa, madrelingua polacca, non è stato invece riconosciuto alcun punto. (Does anybody remember la selezione straordinaria 2016?)
Il Campidoglio - riferiscono i quotidiani - è “sereno” (e quando mai non lo è, ndr).
L'importante è che anche voi lo siate, sapendo che certe brutture, se continuerete a darci forza, in Banca d’Italia non potranno capitare mai.