Antiriciclaggio: i buoni risultati arrivano solo dalla competenza
Pubblicato in funzioni bankit · Giovedì 18 Apr 2024 · 4:15
Antiriciclaggio:
i buoni risultati arrivano solo dalla competenza
Nonostante il desiderio di questo Sindacato di elevare il livello del confronto con tutte le parti in causa, ivi inclusi l’Amministrazione, il Direttorio, i Capi delle strutture e non ultimi gli altri Sindacati, attraverso una maggiore attenzione alla realtà sostanziale nell’approccio alle diverse questioni, riscontriamo ampie controprove di segno contrario.
Con un recente comunicato, un’altra organizzazione sindacale (che non nominiamo per non urtarne la patologica suscettibilità) ha provato a cavalcare il legittimo sentimento dell’orgoglio nazionale, leso dalla scelta dell’Unione Europea di allocare la sede della propria Autorità antiriciclaggio a Francoforte invece che a Roma.
Si veda, al riguardo, il testo del comunicato diffuso il 4 aprile intitolato “ANTIRICICLAGGIO: ITALIA–GERMANIA 4 a... 28!”, con il quale chiama a raccolta il lettore rammentando - con fare belluino - la via intrapresa dalle Autorità antiriciclaggio tedesche intenzionate, almeno così si riferisce, a portare il loro complessivo organico fino a millesettecento unità rispetto alle appena centonovanta destinate dalla Banca d’Italia alla UIF e alla neo costituita SNA.
Oltre a offrire un paragone improprio - in quanto alle risorse presso la Banca d’Italia andrebbero allora aggiunte anche quelle delle altre componenti dell’apparato antiriciclaggio nazionale con le quali verrebbe abbondantemente superato il numero delle “millesettecento” unità - il comunicato in discorso non osa spingersi oltre una modesta analisi numerica, evitando di affrontare il tema della qualità dell’azione di intelligence e supervisione, la valutazione degli assetti organizzativi, dei rischi di sovrapposizione delle attività, di superfetazione normativa, dell'analisi dei risultati realmente conseguiti.
Quando parliamo di qualità facciamo soprattutto riferimento a quello che ne rappresenta il presupposto principale: la competenza, intesa come conoscenza diffusa e ai massimi livelli del quadro normativo, del contesto di riferimento, degli interlocutori nazionali e internazionali e delle prospettive in un orizzonte quantomeno di medio periodo.
Le scelte della Banca d’Italia, da questo punto di vista, si sono dimostrate non coerenti e non prive di conseguenze controproducenti.
Esemplare il caso dell’Unità Supervisione e Normativa Antiriciclaggio, per brevità SNA, alla quale il SIBC aveva dedicato una nota resa pubblica già in data 12 aprile 2022. Già allora, consapevole degli interessi della Banca e di tutto il personale a che gli obiettivi istituzionali siano perseguiti in modo efficace, il SIBC invitò l’Amministrazione “…ad adottare, sin dall’avvio dell’attività, una struttura robusta anche in chiave prospettica” in quanto quella inizialmente delineata rischiava “…di determinare le condizioni di necessità per imminenti, nuovi interventi riorganizzativi, influendo negativamente sull’efficienza dell’Unità…”.
Niente di quanto suggerito è avvenuto e, cosa ancora più eclatante, proprio le debolezze di cui oggi altri si accorgono sono il risultato dell’opinabile processo con il quale si è provveduto alla definizione e alla selezione delle risorse da assegnare a SNA. Ci sono esempi eclatanti.
Nell’agosto 2022, il Servizio Sviluppo delle professionalità diede l’avvio a una ciclopica “Raccolta di candidature per la funzione AML e relativo percorso di specializzazione” prevedendo fra i requisiti per l’ammissione “solide competenze” in alcuni ambiti. Inoltre, si indicavano formalmente, fra i requisiti preferenziali “esperienze pregresse nel campo AML sia in ambito accademico che professionale”.
Peccato che alcuni candidati siano stati esclusi con la seguente, incredibile motivazione: ”…in quanto avendo una pluriennale esperienza maturata nell’ambito della funzione antiriciclaggio presenta un profilo non coerente con l’inserimento in un percorso di riorientamento”.
In uno dei suoi classici giochi di prestigio che fanno diventare bianco il nero e viceversa, la Banca ha dapprima fissato precisi requisiti per la partecipazione al job posting, poi ha cambiato le regole del gioco “a partita in corso” mutando la natura da “percorso di specializzazione” a “percorso di riorientamento” così riservandosi assoluta discrezionalità nella scelta dei candidati.
Il risultato non è soltanto aver mortificato dei colleghi, illusi sulla trasparenza di alcuni processi selettivi interni, ma è anche aver tarpato le ali a una funzione essenziale: meno esperienza, meno competenze, carichi di lavoro che presso SNA ora sembrano non fronteggiabili con le risorse esistenti.
Peccato che chi oggi fa mostra di lamentare ferite al proprio italico orgoglio, non lamenti mai, né prima né oggi, la mortificazione delle competenze, quando si tratta di scegliere le risorse che guidano le strutture e quelle immediatamente sottostanti.
Sfugge, non a caso, che non si vive di sole poltrone per dirigenti: occorrono competenze.
A fronte di quanto sopra rappresentato, è auspicio di ogni iscritto al nostro Sindacato che l'Istituto torni capace di accrescere l’efficacia delle proprie funzioni, valorizzando in primis le tante competenze in essa già presenti. Competenze che, trasmesse alle nuove generazioni e da queste integrate e irrobustite, contribuiranno a creare benefici per l’intera comunità nazionale.