A lezione da Milano Finanza
Pubblicato in IVASS · Lunedì 10 Feb 2025 · 3:00
A lezione da Milano Finanza
Domanda a bruciapelo: ma secondo voi, è normale che per ascoltare un pensiero compiuto, di alto livello, sul futuro della Banca e del sistema delle Authority in Italia, si trovi meno a spulciare tra gli innumerevoli interventi dei membri del Direttorio in pubblici consessi, di quanto non si trovi scorrendo le pagine di Milano Finanza?
Un indicatore della capacità della Banca di incidere sul mondo circostante era sempre stato quello di anticipare innovazioni, o proporre al dibattito temi “alti”, guidandone la discussione e tratteggiando possibili soluzioni.
E’ molto tempo che questo non accade, o sbagliamo noi?
Pensiamo al surreale tema dell’integrazione presunta tra Banca d’Italia e IVASS.
Dal Vertice della Banca il tema non è mai stato sottoposto alla pubblica discussione, e persino all’interno dell’Istituto ci si è guardati bene dal dare informazioni che potessero finire al personale - hai visto mai, qualcuno si accorgesse della pietra tombale alle proprie prospettive di avanzamento di carriera?
Desta quindi qualche riflessione il fatto che - per scovare un ragionamento critico e costruttivo sul tema - occorra scorrere le pagine di Milano Finanza, dove un ex dirigente di altissimo livello non solo osa rompere il muro dell’omertà sull’argomento, ma lo inquadra in un contesto ben più ampio.
Scrive Angelo De Mattia, tra l'altro, che:
- l’evoluzione del contesto globale, le spinte neo-protezionistiche, le guerre in corso, i contrasti geopolitici, la transizione digitale non sono notizie esterne che possiamo ignorare, perché al contrario sono fatti nuovi che “parlano a una serie di istituzioni… tra queste, le istituzioni di regolazione, controllo e garanzia”.
- ci si aspetterebbe quindi che qualunque progetto maturato chissà quanti anni o decenni fa, venga rivalutato alla luce del mutato contesto globale (ivi incluso “il piano che riforma le attribuzioni delle filiali e sopprime due di esse”, nonostante “critiche bene argomentate anche da parte dei sindacati dell’Istituto”)
- le istituzioni finanziarie dovrebbero dedicare qualche energia, come fa ad esempio la Consob, a “riflettere sulle proprie funzioni e sul loro esercizio”, nel quadro delle trasformazioni in atto e delle prospettive di integrazione dei mercati finanziari
- che il progetto di integrazione tra Banca d’Italia e IVASS, “pressoché definito” a detta del Direttore generale della Banca & Presidente di IVASS fa parte del modus operandi sbagliato (“scelte a pezzi e bocconi” invece che “misure organiche complessive”) per affrontare quello che deve essere invece il tema dei temi, ossia la revisione, il rafforzamento, l’aggregazione del sistema delle Authority in Italia.
Ma si sa, non c’è riforma che si possa fare in Italia se mette in discussione le poltrone occupate, e temiamo che anche questo "nobile motivo", oltre a una visione strettamente miope e ombelicale, sia alla base di questa mancanza di una visione strategica.
Finché il conto lo paga il personale, come nel caso dell'aggregazione IVASS, poco male, basta non informarlo e far bastonare il sindacato che osa porre certi problemi. Ma se il conto rischia di essere presentato più in alto... che scherziamo?!
Il fatto è che, fuori da questo piccolo paesello vagamente omertoso, il mondo cambia, di rado ma cambia, e quando cambia lo fa sempre in modo repentino: chi resta ancorato a progetti antiquati e logiche di piccolo cabotaggio (oltre che clientelari) finisce immancabilmente spiazzato dal cambiamento.