. Primo Maggio in Banca d'Italia
Pubblicato in festa_del_lavoro · Lunedì 01 Mag 2023 · 4:00
Primo Maggio
in Banca d’Italia
Siamo in una Banca seria, cavolo. Per questo l’Amministrazione, i Capi di GEP, il Dipartimento Risorse Umane, il Direttorio, pretendono che "il Regolamento si rispetti" (specie nell’interpretazione sintetica fatta di un solo articolo: non danneggiare l’immagine sacra di chi guida l’Istituto). Costi quel che costi. Anche usando l’arma definitiva del licenziamento. Anche se si mette in difficoltà una famiglia. Anche se si dà un'immagine imbarazzante all’opinione pubblica, sui social, ovunque, producendo un danno d’immagine che certe trasmissioni devono impegnarsi non poco per arrecarci.Siamo una Banca seria, cavolo. Chi sbaglia paga. Se un Funzionario assume un comportamento non idoneo alle sue funzioni, anche se in buona fede, si prendono decisioni drastiche. Senza guardare in faccia nessuno, E i sindacati? I sindacati zitti, salvo rare eccezioni (tra i muti,chi proprio vuol parlare di un licenziamento, parla di un portiere di Sidief, che non è un collega e non è licenziato dalla Banca, mentre se si licenzia un collega si applaude “il divulgatore”).Non siamo abituati a tanta teutonica inflessibilità, ma tanto di cappello. Chi sbaglia paga.Eppure.Anche l'Amministrazione, i Capi di GEP, il Dipartimento Risorse Umane, il Direttorio commettono errori e/o violazioni di rilevanza tutt’altro che trascurabili. Che impattano sulla vita di migliaia di colleghi Si applica lo stesso metro nelle sanzioni? O almeno, de minimis, si adottano sanzioni anche in questi altri casi?Violare il diritto di difesa di un dipendente, impedendogli di farsi tutelare da un avvocato al’interno di una sede, come la Commissione Disciplina, dalla quale può partire la procedura che porta al licenziamento, non è un peccato veniale, non è un timbro che ci si è dimenticati di apporre. E’ una lesione di un principio base della legalità. Chi prese quella decisione, che il TAR ha stabilito essere illegittima?Violare lo spirito di norme contrattuali, come quelle sul lavoro da remoto, assumendo decisioni che vanno in direzione opposta alle risultanze oggettive di un anno di applicazione del nuovo modello: non è pure questa una lesione regolamentare, contrattuale, e persino degli interessi aziendali? Dovrà accertarlo un giudice?Sbagliare i bandi di concorso, inserendo requisiti talmente illogici da venire bocciati all’istante dai giudici di tutt'Italia, e costringendo così la Banca a ricominciare da capo le procedure di assunzione riscrivendo i bandi, è un errore colossale. In questo caso, sentenze alla mano, in cosa si è concretizzata l’inflessibile severità della Banca?Chi è appassionato di calcio sa bene che uno degli elementi di discredito della classe arbitrale non è tanto la singola decisione contestata. E’ l’applicazione di un metro di giudizio diverso, a seconda di chi commette una violazione.Se il personale può essere punito aspramente, aspramente devono essere punite anche le violazioni che si scaricano sul personale.Un dipendente era stato sospeso, e la sospensione è stata annullata dal TAR.Allora è stato licenziato, e anche il licenziamento è stato annullato dal TAR.Nemmeno dopo 24 ore da questa sentenza, la Banca lo ha sospeso di nuovo, anche per il “turbamento” che colpirebbe il personale se venisse a contatto con cotanto reprobo.I colleghi sono turbati, è vero. Dalla giustizia a senso unico.I colleghi sono turbati dal fatto che in Banca si faccia carriera sulla base di criteri mai scritti, opachi, non verificabili. Sono turbati dal fatto che si possa realizzare tanto agevolmente la teoria della Vice Direttrice generale, sui modi di fare carriera in Banca e nel mondo: lasciarsi scivolare tutto addosso, fare la statua di marmo.Non sono turbati dalla presenza in Banca di una persona che - anche se un giorno qualche giudice stabilirà che ha torto - ha finora vinto in giudizio tutti i passaggi contro le decisioni della Banca,Insomma: non siamo turbati dal fatto che, se all’improvviso, “chi sbaglia paga”. Anzi.Siamo turbati dal fatto che la frase giusta è “chi sbaglia paga, ma solo se non fa parte della classe dominante”. Se invece fa parte della classe dominante, chi sbaglia non paga e resta ai propri posti di comando, magari pure a decidere chi viene promosso e chi no.Per questo, in Banca d'Italia questo non può dirsi un buon Primo Maggio. Noi, con tutti i lavoratori perbene, vogliamo lavorare affinché tornino a esserlo tutti quelli a venire!