Il personale della Banca è sottoinquadrato
Pubblicato in carriere · Giovedì 16 Nov 2023
Il personale della Banca è sottoinquadrato
Dai contrattisti a ciascuno di noi, il passo è brevissimo
Per la fortunata serie "se il dito indica la Luna, il saggio guarda la Luna, lo stolto guarda il dito, e i sindacati della Banca d'Italia si accapigliano sulla pellicina accanto all'unghia", ha assunto curiosa rilevanza sistemica la vicenda della messa a ruolo degli ultimi quattro contrattisti (4) di cui uno (1) proposto dalla Banca come Coadiutore e gli altri tre (3) come Assistenti.
Non vi sembrerà, ma questa vicenda parla di ognuno di noi: basta allargare appena lo sguardo. Vi diciamo allora come la pensiamo sulla questione.
La questione del personale a contratto in Banca, delle richieste di stabilizzazione, dei rinvii, delle cause legali, delle promesse, degli impegni assunti, dei percorsi di inserimento e via dicendo sono una storia che si trascina da vari decenni. Nel corso degli ultimi anni, deciso il superamento della distinzione personale a contratto/personale a ruolo in nome della pari dignità di chi lavora, è stato sottoscritto l’inquadramento di tutti i contrattisti (alcune decine) che la Banca ha ritenuto nel tempo idonei, in considerazione delle mansioni concretamente svolte, a essere integrati appieno nella compagine del personale.
E’ accaduto per tutti, e tutti sono stati inquadrati nel grado corrispondente al livello delle mansioni che in quel momento svolgevano secondo attestazione diretta del datore di lavoro (la Banca d'Italia): da Vice Assistente a Direttore (Direttore!! Esistono forse concorsi esterni per Direttore? No, eppure, abbiamo ritrovato volantini di plauso della CISL e altri per la soluzione che venne trovata: certi principi valgono a giorni alterni?), passando per Esperto, per Assistente, persino per Consigliere.
Questo per quanto riguarda i contrattisti, tanto per non prendere in giro i colleghi.
Ma la realtà va vista nella sua interezza. Ci siamo chiesti: perché è facile sollevare un polverone parlando di contrattisti? Il motivo è presto detto.
Il personale della Banca, e in particolare il personale operativo della Banca d’Italia, è sottoinquadrato.
Sottoinquadrato, e quindi sottopagato. Non da due giorni. Da anni. Da decenni.
Sottoinquadrato rispetto alle mansioni che la stragrande maggioranza di noi è chiamata a svolgere.
Sottoinquadrato rispetto alle responsabilità assunte.
Sottoinquadrato rispetto alle qualificazioni richieste all’atto dell’assunzione (vogliamo ricordare la laurea di fatto pretesa nel bando per Vice Assistenti 2017, o quelle pretese per concorsi più recenti, compreso quello per Assistenti/esperti in materie giuridiche, economiche, informatiche, statistiche ecc., o le esperienze maturate e in diversi casi pretese anch'esse?).
Sottoinquadrato rispetto al percorso di crescita interna compiuto, e riconosciuto in misura infinitamente meno rilevante rispetto ai dipendenti di altre istituzioni italiane.
Sottoinquadrato anche con il trucco dello spezzettamento dei gradi e delle carriere, che creano una parvenza di crescita solo apparente, con una serie di gradi fittizi, ma in realtà servono a schiacciare in basso una consistente fetta del personale, a fronte di una crescita economica e professionale assai modesta rispetto all’utilità per la Banca e al ruolo effettivamente svolto da ciascuno di noi.
A fronte di questo, siamo "sconcertati" dal fatto che vari sindacati aizzino i colleghi a partecipare a una misera guerra tra poveri, per portare altre persone (anche fosse uno solo) nella famiglia dei sottoinquadrati, fregandosene dalle mansioni effettivamente svolte, anche quando queste ricalcano quelle di persone molto più alte in grado (!).
Riteniamo invece che tutte le Organizzazioni sindacali, nessuna esclusa, avrebbero il dovere di adoperarsi concretamente per riportare la Banca al tavolo delle trattative sulle carriere, e lavorare. Invece di tutelare miseri interessi di bottega, fare la guerra a chi lavora per impedire che sia occupato un posto che fa gola a qualche "amico", o agitare spettri inesistenti, o fuggire dai tavoli negoziali per paura di perdere una manciata di iscritti, l'unico modo per dare un futuro decente a tutti è lavorare.
Lo dobbiamo ai tanti colleghi assunti negli ultimi anni, ma anche alle migliaia di colleghi in servizio da decenni che si sono sentiti dire, dal primo giorno di lavoro “non ti preoccupare perché adesso si farà la riforma delle carriere”.
Professionalità straordinarie che esistono, lavorano, apportano ogni giorno la propria competenza e, ogni giorno, sono sottoinquadrate.
Dai Coadiutori Principali ai Vice Assistenti, nessuno escluso. Oltre tremila colleghe e colleghi (3.000).
