10/2024

Sindacato Indipendente Banca Centrale
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Si dice (giustamente) che i negoziati durano molto. Un modo per rendere più efficiente il processo negoziale sarebbe certamente quello di fondarlo su dati oggettivi e condivisi tra le parti.
Pur richiesti da tempo, nel corso di numerosi incontri negoziali, la Banca non ha ad esempio mai soddisfatto la richiesta di trasparenza rispetto ai dati aggregati della retribuzione nelle due Aree, come sotto specificati.

Convinti che la Banca non abbia nulla da temere nel rendere conto della situazione retributiva del suo personale, ricostruibile solo in parte dalle informative pubbliche di bilancio, confidiamo in una risposta rapida ed esaustiva alla lettera sottostante!
Tanti volantini sindacali portano a non leggerli, ma fermiamoci un attimo a riflettere: che qualcosa stia succedendo in Banca, lo capiscono pure i muri.

Sul fronte retributivo, in una nota inviata a Cgil-Cisl-Uil, il Segretario Generale afferma che il riconoscimento dell’IPCA non costituisce il “mero recepimento di un dato percentuale” ma va negoziato.

Ribadisce che per riconoscere l’IPCA la Banca pretende di “concludere contestualmente l’accordo” sull’efficienza aziendale, altrimenti proseguirebbe lo “stallo”.

Sul fronte della riforma dell’Area Operativa, la Banca ha avanzato una proposta “pro domo sua”, particolarmente penalizzante per l’intero personale, del quale non vengono riconosciute competenze e percorsi professionali.
Nell'’incontro di venerdì scorso sulla riforma dell’Area Operativa, la Banca ha riproposto una struttura basata su due segmenti (Addetti di processo, segmento inferiore, nel quale confluirebbero tutti i gradi da Vice Assistente a Primo Assistente, e Specialisti di processo, segmento superiore, dove confluirebbero Coadiutori e Coadiutori principali).

Di tali segmenti, ha esplicitato un assetto mansionistico: non dissimile, per il segmento superiore, a quello degli odierni Coadiutori, e un mix indifferenziato delle attuali mansioni di tutti gli altri gradi, per il segmento inferiore, con marcata prevalenza di quelle a più basso contenuto professionale.
Tra le tante lacunose risposte che la Banca ha dato alle nostre osservazioni sul progetto di (sotto)sviluppo della Rete Territoriale, ce ne sono alcune che ci lasciano davvero senza parole. Si tratta di considerazioni da cui traspare la scarsa conoscenza del lavoro di Filiale da parte di settori fondamentali dell'Amministrazione.

Citiamone una. Nel promuovere le "logiche" che la indurrebbero a sopprimere Divisioni Segreteria in 16 Filiali provinciali, nelle Filiali STC e in 6 Filiali Regionali, la Banca afferma testualmente di
“…considerare le esperienze, sinora peraltro positive, delle Filiali ove tale unificazione è già in atto …”

Per il Servizio (dis)Organizzazione l’esperienza attuale delle 5 Filiali dove sono attualmente accorpate le Divisioni Segreteria e GSP risulta “positiva”.
Quando, in una mattina di fine settembre, la Banca ha svelato alle colleghe e ai colleghi il tanto atteso e ambizioso progetto di (Sotto)Sviluppo della Rete Territoriale, pensavamo di aver visto tutto il peggio che l’intellighenzia organizzativa e gestionale della Banca potesse elaborare per allontanare definitivamente il personale dall’Istituzione.

MA NON ERA COSÌ!

Alla Fase I pubblica, costellata di proclami di (Sotto)Sviluppo con i Direttori prima e le OO.SS. poi, sembra stia già facendo seguito una Fase II, sottotraccia e priva di ogni trasparenza. Una Fase II che preoccupa molto questa Organizzazione Sindacale, in quanto induce a ritenere che il progetto sia ben più invasivo di quanto il Vertice dell’Istituto vorrebbe far credere.

Ci è giunta notizia di una missione lampo da parte di colleghi di alto lignaggio del Servizio Gestione Circolazione Monetaria, presso una delle Filiali provinciali a cui la Banca sottrae compiti di Vigilanza, di antiriciclaggio, persino di tutela e di Segreteria, per ridurre il tutto ad una sola Divisione operante esclusivamente sul trattamento del contante.
Sembrerebbe che si sia trattato di una missione volta a raccogliere informazioni logistiche, organizzative e gestionali sul trattamento del contante.
Per venerdì 25 la Banca ha convocato un incontro negoziale sulla riforma dell’Area Operativa (e noi abbiamo programmato un webinar aperto a tutti, dalle 13 sempre venerdì prossimo).
Dopo che l’ultima tornata di incontri ha registrato dissensi importanti rispetto al modello prospettato dalla Banca (il nostro, per lo meno), sorge legittimamente il dubbio che sia una convocazione fatta apposta per rimandare il calice amaro del riconoscimento dell’IPCA, baluardo finale di tutela delle prospettive retributive del personale, e quindi nemico giurato di questa Amministrazione.

Resta però il fatto che l’incontro sull’Area Operativa è quanto mai necessario, per evitare che il filo esile del negoziato si spezzi definitivamente.
Di che vogliamo parlare?

Del punto di minimo delle promozioni al grado di Coadiutore?
Dall’azzeramento degli avanzamenti per i gradi operativi tecnici?
Della “espertizzazione dei Consiglieri” (aumento degli ingressi nel segmento, riduzione delle uscite) così da creare un nuovo maxisegmento di manovalanza indistinta?
O dalla ritorsione aziendale per l’ampio “sgradimento” registrato sulle sue “proposte” sulla riforma delle carriere operative, materializzata con la riduzione delle promozioni, per allungare il “fermo amministrativo” in ogni grado aumentando la quota di “scatti leggeri”?

Diciamo solo che oggi la Banca presenterà ai sindacati, in un incontro informativo, il mondo alla rovescia.
A pagina 12 del documento di Educazione Finanziaria della Banca d’Italia (“Kahoot Costruisci il tuo futuro! Senior”, così tutti capiscono che noi siamo gggiovani), è evidenziato il fenomeno del Greenwashing, così definito:

“… una pratica di comunicazione scorretta di un’azienda che sfrutta la tematica ambientale solo per catturare l’attenzione dei consumatori attenti alla sostenibilità ambientale. La parola greenwashing deriva dall’unione di due parole inglesi: green (verde) e whitewashing (tingersi) e può essere tradotta come ecologismo di facciata. Le tipiche pratiche di greenwashing possono essere: l’uso di una comunicazione scorretta, l’utilizzo di una comunicazione omissiva e la mancanza di dati e riscontri scientifici a supporto della veridicità dell’affermazione ambientale fornita dall’azienda”

Due gli elementi chiave.
Il Greenwashing è:
Ecologismo di facciata
Comunicazione scorretta, omissiva a supporto dell’affermazione ambientale fornita dall’azienda.

In pratica, un grande bluff
Perché le aziende bluffano? Per tanti semplici motivi: per l’immagine. Per cavalcare una moda. Per iscriversi d’ufficio tra i buoni, e pertanto al riparo da critiche. Ma inutile girarci intorno: in Banca, lo sappiamo bene, l’immagine è il bene ormai considerato più prezioso dell’oro conservato in Via Nazionale.
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