
Dopo altre 2 ore di negoziato con la Banca e dopo altre 5 ore di confronto in diretta con centinaia di colleghi, abbiamo maturato idee precise su cosa serve per una riforma che concili le aspettative della Banca con quelle del personale e per trasparenza le mettiamo in condivisione con tutti, sperando che non vengano interpretate come un ostacolo alla riforma ma, al contrario, un contributo indispensabile affinché la riforma veda la luce: serve il consenso del personale.
Le offriamo anche al tavolo di minoranza, il cui approccio per una volta non sembra il solito disco rotto “va tutto male, è tutta colpa del tavolo di maggioranza”. Bene. Se possiamo permetterci, le osservazioni formulate rispetto al progetto della Banca, che condividiamo, sono ancora generiche.
E’ già ora per tutti di intervenire nel dibattito e in modo molto concreto.
Le offriamo anche al tavolo di minoranza, il cui approccio per una volta non sembra il solito disco rotto “va tutto male, è tutta colpa del tavolo di maggioranza”. Bene. Se possiamo permetterci, le osservazioni formulate rispetto al progetto della Banca, che condividiamo, sono ancora generiche.
E’ già ora per tutti di intervenire nel dibattito e in modo molto concreto.

Di ricette su come fare la riforma delle carriere, ne esistono almeno una per ogni collega interessato. Ma di ricette per farla male ne esistono probabilmente anche di più.
E allora, in vista dell’incontro negoziale di domani (che sarà seguito dall’appuntamento in diretta web del SIBC, aperto a tutti, dalle 13 alle 14,30), ne citiamo uno esemplare, tratto dalle pagine di cronaca romana di ieri mattina. Esempio esterno, ma che richiama non poche "stranezze" e fissazioni nostrane.
Il concorso interno per l’accesso al grado di funzionario nei vigili urbani di Roma è un breviario di aberrazioni da evitare, stando a quanto riferito ieri da alcuni quotidiani, che riprendevano argomentazioni circostanziate di circa decine e decine di ricorrenti in giudizio.
E allora, in vista dell’incontro negoziale di domani (che sarà seguito dall’appuntamento in diretta web del SIBC, aperto a tutti, dalle 13 alle 14,30), ne citiamo uno esemplare, tratto dalle pagine di cronaca romana di ieri mattina. Esempio esterno, ma che richiama non poche "stranezze" e fissazioni nostrane.
Il concorso interno per l’accesso al grado di funzionario nei vigili urbani di Roma è un breviario di aberrazioni da evitare, stando a quanto riferito ieri da alcuni quotidiani, che riprendevano argomentazioni circostanziate di circa decine e decine di ricorrenti in giudizio.

Abbiamo letto nelle scorse settimane il volantino del Cida, di commento all’incontro con il Governatore, nel quale :
riconosce finalmente che il percorso di carriera del personale dell’Area Manageriale si è “allungato considerevolmente negli ultimi anni” (sic)
addebita la responsabilità di questo fatto increscioso non alla riforma del 2016 (che asseritamente doveva “velocizzare i percorsi di carriera”, cit.) ma a “Quota 100”, che, come tutti sappiamo, nella formula più drastica (62 anni di età + 38 anni di contributi), ha avuto vigore fra il 2019 e il 2021. Lo dicono o perché ci credono veramente, o per cercare un motivo, diverso dall'accordo tanto propagandato, per spiegare il fallimento di uno dei principali obiettivi della riforma 2016.
riconosce finalmente che il percorso di carriera del personale dell’Area Manageriale si è “allungato considerevolmente negli ultimi anni” (sic)
addebita la responsabilità di questo fatto increscioso non alla riforma del 2016 (che asseritamente doveva “velocizzare i percorsi di carriera”, cit.) ma a “Quota 100”, che, come tutti sappiamo, nella formula più drastica (62 anni di età + 38 anni di contributi), ha avuto vigore fra il 2019 e il 2021. Lo dicono o perché ci credono veramente, o per cercare un motivo, diverso dall'accordo tanto propagandato, per spiegare il fallimento di uno dei principali obiettivi della riforma 2016.

La primissima tornata di incontri negoziali sulla riforma delle carriere operative è bastata a destare un forte interesse nel personale dell’Area e a far nascere un dibattito ricco e polifonico tra gli stessi colleghi, prima ancora che tra sindacati.
Il bello e il brutto di questo dibattito è che… hanno tutti ragione.
Hanno ragione i Coadiutori, quelli respinti con modalità discriminatorie della selezione straordinaria del 2016, tanto quanto quelli diventati Coadiutori post 2016, e quindi privati per non si sa bene quale ragione della possibilità di poter diventare Esperti con una specifica selezione. Tutti colleghi entrati in Banca come Coadiutori, con un concorso per laureati (oggi si entra direttamente Esperti), o lo sono diventati con una prova interna tra le più difficili, dovendo mettere in gioco residenza, organizzazione familiare, percorso professionale. Molti di loro svolgono ruoli di rilievo e responsabilità, di cui aspettano un attestato nel “nuovo mondo”.
Il bello e il brutto di questo dibattito è che… hanno tutti ragione.
Hanno ragione i Coadiutori, quelli respinti con modalità discriminatorie della selezione straordinaria del 2016, tanto quanto quelli diventati Coadiutori post 2016, e quindi privati per non si sa bene quale ragione della possibilità di poter diventare Esperti con una specifica selezione. Tutti colleghi entrati in Banca come Coadiutori, con un concorso per laureati (oggi si entra direttamente Esperti), o lo sono diventati con una prova interna tra le più difficili, dovendo mettere in gioco residenza, organizzazione familiare, percorso professionale. Molti di loro svolgono ruoli di rilievo e responsabilità, di cui aspettano un attestato nel “nuovo mondo”.

E anche stavolta abbiamo colto nel segno, se il Sindacato dei dirigenti si è dovuto scagliare in modo tanto livoroso (e menzognero) contro il Sibc, colpevole di aver reso intellegibili, a tutti i colleghi, gli esiti discriminatori della Riforma del 2016.
Assimilano, in modo specioso, chi ha varato le regole del 2016 (CIDA-CISL-DASBI ne festeggiarono l’avvento con tamburi e trombette) e chi invece, non condividendola, l‘ha firmata un anno dopo, per “adesione”, pur di non esserne estromesso nelle sedi di verifica e confronto. Già questo tentativo di raggiro nei confronti dei lettori basterebbe “a porre una pietra tombale sull’affidabilità” (cit.) di un sindacato che gioca coi tecnicismi delle relazioni sindacali, ignoti alle persone normali che lavorano, per cercare di chiamarci “in correità” 🙂.
Al di là di queste idiozie, compresa la richiesta di mettere in piazza la composizione, per gradi, segmenti e strutture, delle basi degli iscritti di ciascuna Organizzazione, ogni critica viene regolarmente respinta con il refrain: “allora rivolete il sistema precedente?” come neanche Corrado Guzzanti che cantilenava “allora rivolete il comunismo?” per stoppare ogni critica sensata alla protervia di alcuni suoi personaggi.
Assimilano, in modo specioso, chi ha varato le regole del 2016 (CIDA-CISL-DASBI ne festeggiarono l’avvento con tamburi e trombette) e chi invece, non condividendola, l‘ha firmata un anno dopo, per “adesione”, pur di non esserne estromesso nelle sedi di verifica e confronto. Già questo tentativo di raggiro nei confronti dei lettori basterebbe “a porre una pietra tombale sull’affidabilità” (cit.) di un sindacato che gioca coi tecnicismi delle relazioni sindacali, ignoti alle persone normali che lavorano, per cercare di chiamarci “in correità” 🙂.
Al di là di queste idiozie, compresa la richiesta di mettere in piazza la composizione, per gradi, segmenti e strutture, delle basi degli iscritti di ciascuna Organizzazione, ogni critica viene regolarmente respinta con il refrain: “allora rivolete il sistema precedente?” come neanche Corrado Guzzanti che cantilenava “allora rivolete il comunismo?” per stoppare ogni critica sensata alla protervia di alcuni suoi personaggi.

1. Due ore di negoziato sono poche per entusiasmi e preoccupazioni
La Banca ha presentato una proposta di riforma "non negativa", e l’effetto immediato è stato quello di scatenare preoccupazioni ed entusiasmi, entrambi - allo stato - infondati.
Come spiegato dal SIBC nella giornata stessa di lunedì, in quasi 5 ore di diretta web con 200 colleghi collegati e partecipi, siamo alle battute iniziali. Mancano numeri, mancano tempi, mancano tanti elementi essenziali che rendono prematuro cantare vittoria tanto quanto fasciarsi la testa.
E’ ancor più prematuro che qualcuno debba già cominciare ad avvelenare le acque. Ne parliamo in fondo per non rovinare il ragionamento.
La Banca ha presentato una proposta di riforma "non negativa", e l’effetto immediato è stato quello di scatenare preoccupazioni ed entusiasmi, entrambi - allo stato - infondati.
Come spiegato dal SIBC nella giornata stessa di lunedì, in quasi 5 ore di diretta web con 200 colleghi collegati e partecipi, siamo alle battute iniziali. Mancano numeri, mancano tempi, mancano tanti elementi essenziali che rendono prematuro cantare vittoria tanto quanto fasciarsi la testa.
E’ ancor più prematuro che qualcuno debba già cominciare ad avvelenare le acque. Ne parliamo in fondo per non rovinare il ragionamento.

Nonostante il desiderio di questo Sindacato di elevare il livello del confronto con tutte le parti in causa, ivi inclusi l’Amministrazione, il Direttorio, i Capi delle strutture e non ultimi gli altri Sindacati, attraverso una maggiore attenzione alla realtà sostanziale nell’approccio alle diverse questioni, riscontriamo ampie controprove di segno contrario.
Con un recente comunicato, un’altra organizzazione sindacale (che non nominiamo per non urtarne la patologica suscettibilità) ha provato a cavalcare il legittimo sentimento dell’orgoglio nazionale, leso dalla scelta dell’Unione Europea di allocare la sede della propria Autorità antiriciclaggio a Francoforte invece che a Roma.
Con un recente comunicato, un’altra organizzazione sindacale (che non nominiamo per non urtarne la patologica suscettibilità) ha provato a cavalcare il legittimo sentimento dell’orgoglio nazionale, leso dalla scelta dell’Unione Europea di allocare la sede della propria Autorità antiriciclaggio a Francoforte invece che a Roma.

Dopo aver meso in luce, la scorsa settimana, la curiosa "permutabilità" di compiti attribuiti a Consiglieri e Direttori, evidenziamo oggi - per contro - quanto forte sia la differenza tra Direttori e Consiglieri quando si tratta di riserva sulle posizioni organizzative migliori e più ambite (Capo Filiale e Vice Capo Servizio/Sede/Filiale, precluse ai Consiglieri, che viceversa devono subire la concorrenza dei Direttori sulle posizioni inferiori, alla faccia delle loro prospettive di crescita) e del trattamento economico e di carriera incomparabilmente più favorevole: stipendio decisamente più succulento e 60% di avanzamenti economici garantiti ogni anno.
Il meccanismo differenziato dei livelli tra Esperti e Consiglieri da una parte, e Direttori e Direttori Centrali dall’altra, fa sì che - paradossalmente - il sistema più garantista (solo l’1% degli scrutinati tra i Direttori non prende il livello nei primi due anni) sia anche quello più premiante in assoluto: gli avanzamenti al primo anno per i Direttori sono stabilmente superiori a quelli dei Consiglieri e di gran lunga superiori a quelli degli Esperti (per quantificare, parliamo del 26% dei Direttori con livello al primo anno nel 2023, contro il 9,9% dei Consiglieri e il 9,7% degli Esperti).
In un’area che viene spacciata come “unitaria”, i Direttori godono di un trattamento lineare e garantista, quasi fossero la parte più debole da tutelare, mentre Esperti e Consiglieri finiscono nel bosco oscuro del budget discrezionale, deciso anno per anno dall’Amministrazione.
Il meccanismo differenziato dei livelli tra Esperti e Consiglieri da una parte, e Direttori e Direttori Centrali dall’altra, fa sì che - paradossalmente - il sistema più garantista (solo l’1% degli scrutinati tra i Direttori non prende il livello nei primi due anni) sia anche quello più premiante in assoluto: gli avanzamenti al primo anno per i Direttori sono stabilmente superiori a quelli dei Consiglieri e di gran lunga superiori a quelli degli Esperti (per quantificare, parliamo del 26% dei Direttori con livello al primo anno nel 2023, contro il 9,9% dei Consiglieri e il 9,7% degli Esperti).
In un’area che viene spacciata come “unitaria”, i Direttori godono di un trattamento lineare e garantista, quasi fossero la parte più debole da tutelare, mentre Esperti e Consiglieri finiscono nel bosco oscuro del budget discrezionale, deciso anno per anno dall’Amministrazione.