Fare o chiacchierare questo è il problema...

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Fare o chiacchierare questo è il problema...

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Pubblicato in attività · Mercoledì 13 Mar 2024
Fare o chiacchierare questo è il problema...

 1.  L'utilità di concentrarsi sulle cose da fare  

Capita a volte di leggere volantini di cui non si capisce la logica.
Il problema è nostro, sia chiaro, che modestamente  saremmo convinti che le cose funzionerebbero meglio se ci si  concentrasse nel “fare”, invece di indugiare in chiacchiere malmostose.
 
 2. Il contributo di tutti (e le diverse responsabilità di ognuno) sul welfare aziendale.   

Pensiamo all’incontro odierno sul welfare aziendale, istituto nato nel 2018 con la firma preliminare di SIBC  e FALBI, e definitivamente varato nel 2019 con il contributo positivo e  la firma di tutte le Organizzazioni sindacali. Ora, alla prima scadenza  contrattuale, stiamo negoziando acquisizioni importanti a beneficio di tutti (e in particolare delle famiglie con figli).

Abbiamo più volte richiamato (es. qui) il fatto che sul tema "welfare" (salvo episodi minori) non si registrano le consuete guerre ideologiche che  caratterizzano altri temi negoziali; che le Organizzazioni sindacali  muovono da analisi di fatto in gran parte convergenti; che pertanto  portano tutti idee positive nel confronto con l’Amministrazione, a sua volta più aperta su questo argomento di quanto lo sia su altri.

Non si capisce quindi il senso di volantini in cui improvvisamente si imputa ad altri di essere “scorretti” e prendersi il “merito assoluto” di questo o di quell’avanzamento negoziale. I  meriti (e i demeriti) sono sempre di tutti, anche non sfuggirà che chi  ha più peso negoziale ha più meriti (o demeriti) e responsabilità di quello che succede: nel bene e nel male.  Questo vale quando i negoziati sono “trasversali” come quello sul  welfare o su assistenza sanitaria, e vale quando sono per comparto (Area  Operativa, Area Manageriale), come tutti gli altri temi negoziali.

Quindi, invece di accusare altri di non si capisce cosa, concentriamoci tutti sui punti da migliorare, se si vuole fare gli interessi dei colleghi e arrivare alla firma già durante la giornata di oggi.

Ci sono infatti aspetti importanti  che necessitano miglioramenti favorevoli a tutti i colleghi (il credito  libero), e altri che richiedono un’armonizzazione coerente (i riporti e  altri dettagli), per arrivare a una firma che porti tutto il  personale a sentire il “welfare” come patrimonio comune e strumento  inclusivo di benessere aziendale.
 
 3. Il contributo di tutti (e le diverse responsabilità di ognuno) sul lavoro da remoto   

A proposito di inclusione e di benessere, è evidente che l’orario di lavoro, e in particolare il modello ibrido di lavoro da remoto, ne sono strumenti fondamentali.

Anche qui, a prescindere dai doverosi  distinguo tra chi ha firmato l’accordo del 2021 e lo ha difeso ogni  giorno, chi ha firmato e poi s'è messo a fischiettare, chi non ha  firmato ma poi è rimasto folgorato sulla via di Damasco ed tornato sui  propri passi, e chi non ha firmato proprio, il punto chiave non  ci sembra la dotta disquisizione sulla differenza ontologica tra  confronto di verifica e confronto negoziale (“To be, or not to be, that is the question”).

Banalmente, qualunque accordo,  anche di portata meno “sistemica” di quello sul modello ibrido di  lavoro, è sempre stato modificato negozialmente previa verifica se ci  sono aspetti da migliorare. Verifica che in questo caso sarà  per forza veloce, considerato che il lavoro di chi ha partecipato alla  Commissione mista è servito proprio a evidenziare punti critici ed  applicazioni discriminatorie.
Per questo, è stato e sarà importante l’apporto di idee di ciascuno.
  
 4. Obiettivo: portare avanti il processo di innovazione, nell'interesse di tutti i colleghi  

Quindi, tornando all’inizio del discorso, su qualunque tema si può (e si dovrebbe) lavorare in una direzione comune,  anche viaggiando su binari paralleli, o saltando sul treno senza  nemmeno pagare il biglietto come fa qualcuno che si crede più furbo  degli altri. Si può decidere di non lavorare e mandare avanti noi altri  fessi (siamo abituati). L’importante sarebbe non sparare (sempre  e solo) su chi lavora nell’interesse dei colleghi, come dimostrano i  negoziati di questi mesi portati avanti con successo dal tavolo di  maggioranza.

Se non si può nemmeno fare a meno di  scatenare guerre dal nulla, saranno le colleghe e i colleghi a valutare.  Dalla nostra, ci sono tante persone che riconoscono chiaramente l’impronta  dell’innovazione, nei cambiamenti avviati in questi anni, e che vanno  portati avanti, coinvolgendo in modo armonico tutto il personale.


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