Utilizzi e utilizzatori
Pubblicato in carriera manageriale · Martedì 31 Ott 2023
Utilizzi e utilizzatori
Dimmi chi sei e ti dirò... se nel tuo destino c'è lo staff di Direzione, o il ritorno "professional"
E' bastata la prima puntata sulla (im)mobilità nell’area manageriale per suscitare una replica alquanto stizzita da uno dei firmatari, che volle con gran passione la riforma del 2016 assieme a CIDA e DASBI. Peccato, perché a diversi colleghi la nostra operazione-verità sembrava meritoria, quindi... continueremo. In attesa, quindi, delle prossime
“succulente” puntate di Better Call SIBC o come lo vogliono chiamare, rimandiamo la CISL all’ultimo episodio nel quale (come scritto chiaramente fin dall’inizio) formuleremo anche proposte concrete di revisione di questo accrocco pro-dirigenti. E adesso, bando alle ciance: ecco a voi la seconda puntata in materia di “utilizzi” del personale.
Premessa: dal nostro osservatorio possiamo leggere e analizzare procedure e provvedimenti pubblici. Sono oscurati i (numerosi) casi di assegnazione di posizioni di Vice Capo Divisione al di fuori di procedure selettive pubbliche di job posting. Riteniamo che l'Amministrazione debba fare piena luce su questa fattispecie, che come evidenziavamo nella puntata precedente, precostituisce in modo quasi automatico l’ascesa al ruolo futuro di Capo Divisione e - per conseguenza - alla Dirigenza.
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I dati visibili sugli utilizzi ci permettono comunque di acquisire certezza su andamenti assai rilevanti. Abbiamo analizzato quindi 184 utilizzi, contenuti in 11 provvedimenti collettivi emanati fra il 2021 e ottobre 2023 (al netto di riforme ad hoc di Servizi specifici o di provvedimenti su “soggetti apicali”).
Le misure riguardanti personale dell’Amministrazione Centrale – che sono state la gran parte (n. 115 casi; il 63% ca.) - sono sfociate per i due terzi (n. 76 casi) nell’assegnazione “in staff” della risorsa “mobilizzata”; val la pena notare che di questi 76 casi, 75 riguardano Direttori e solo uno riguarda un Consigliere.
Oltre la metà dei direttori collocati in staff in A.C. è rimasto nella stessa Unità/Servizio/Struttura di appartenenza con incarichi ad hoc, fatalmente ricalcati sulle mansioni che essi esercitavano in precedenza; il resto dei dirigenti ha “traslocato” quasi sempre in Servizi “contigui” (es. scambi GEP/ORG; BIL/PCO e viceversa) della stessa Area Amministrativa/Istituzionale.
Nelle Filiali (n. 66 utilizzi), il tasso di collocamento in staff – in esito ai provvedimenti citati - rimane prevalente ma scende al 55% (-11 p.p. rispetto all’AC) ma cambia drasticamente il peso di Direttori e Consiglieri a tale indicatore: i primi rappresentano qui il 42% degli incarichi di staff assegnati (in AC quasi il 100%) mentre i Consiglieri ne costituiscono il 58%, quasi sempre – peraltro – in connessione alla perdita di una precedente posizione organizzativa presso la stessa struttura (90% dei casi).
A livello d’Istituto, i Direttori (129 soggetti) sono stati posti in staff nel 71% dei casi, mentre i Consiglieri (54) solo nel 41% dei casi. E' evidente la disparità di trattamento fra queste figure professionali perché per i Direttori – specialmente in A.C. - è previsto un atterraggio morbido in posizioni di staff – spesso presso le stesse unità nella quali in precedenza erano dirigenti operativi (da questi incarichi, poi, è presumibile che essi potranno essere “ripescati” per utilizzi “funzionali”); per i Consiglieri, invece, spesso al primo incarico organizzativo della loro vita professionale, c’è molto spesso la fuoriuscita dalla linea gerarchica e il ritorno alla condizione di "professional", spesso nella stessa unità di appartenenza, a partire dalla quale dovranno ricostruire la loro carriera, subendo peraltro la pesante concorrenza dei Direttori nelle vacancy cui parteciperanno.
Sempre in linea generale, appare preoccupante che, dei 136 soggetti muniti di una posizione organizzativa prima dell’applicazione dei provvedimenti esaminati, appena 11 di essi (l’8%) sono passati a un’altra posizione organizzativa.
Per noi, questi dati sono riprova della grave insufficienza di posizioni funzionali da ricoprire, tanto più che nelle promozioni (e, vedremo, nei livelli!) la posizione funzionale pone in posizione di "aspettativa più che privilegiata" rispetto ai "professional". Guardando la situazione dal lato opposto, è anche la riprova della crescente pressione concorrenziale sui ruoli apicali, con ciò che ne consegue per le prospettive di crescita di Consiglieri ed Esperti.
Un cenno, infine, alle proroghe (ex art. 68 c. 4, che consentono di superare il limite ordinario di 6 anni di utilizzo nella stessa carica): esse risultano poche in valore assoluto (n. 8) e di valore contenuto in percentuale (4,2% dei casi, quasi per intero riferibili a Direttori). Ovviamente i dati non tengono conto di eventuali prolungamenti “di fatto”, vale a dire dei superamenti del limite regolamentare senza che l’Amministrazione si sia attivata. Su questo aspetto chiederemo dati aggregati sui superamenti di tale limite senza che sia stata bandita la relativa vacancy e che sia intervenuto un provvedimento di proroga.
Chiederemo infine di sapere, come accennato in premessa, quanti incarichi, ripartiti per posizione assegnata, siano stati affidati negli ultimi anni al di fuori delle procedure ordinarie. Tenuto conto della rilevanza che certe posizioni, pur in apparenza secondarie, hanno in termini di prospettiva di carriera, non possono esserci posizioni organizzative, anche minori, al di fuori di selezioni trasparenti: selezioni obiettive, con criteri misurabili e aperte davvero al “merito” sono le uniche che non si riducono alla foglia di fico di decisioni già prese lassù dove si puote.
