Sparate contro numeri - i veri dati del welfare

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Sparate contro numeri - i veri dati del welfare

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Pubblicato in welfare · Martedì 05 Mar 2024
Sparate contro numeri - I veri dati del welfare

Se vi siete imbattuti nel volantino del DASBI sul welfare, iconicamente titolato “Dal welfare aziendale al bonus pensionati il passo è breve?”, vi sarete domandati, preoccupati: “davvero è così?”.
Pensate che ce lo siamo domandati anche noi, che pure su quelle materie  stiamo negoziando, sia perché qualcosa può sempre sfuggire, sia perché in passato le analisi del DASBI ci avevano abituato a un fondamento abbastanza solido nella realtà dei fatti.

Non è questo il caso, diciamo così.

L'accordo che si profila (il 12 marzo ci sarà il negoziato finale per la firma) prevede incrementi del credito libero per ogni dipendente.
Prevede miglioramenti di spendibilità rilevantissimi per i crediti relativi ai figli in età prescolare (apertura per gli “asili di Banca”, e fine del vincolo di età e destinazione, rientrando nel generale “credito istruzione”), ai figli in età da “viaggio all’estero” (fine del vincolo di età e destinazione, rientrando nel generale “credito istruzione”), ai figli disabili (ampliamento delle spese ammesse, ora anche per spese relative all’istruzione), ai fratelli/sorelle (rimozione dei vincoli individuali per tutti i relativi “crediti istruzione”) e al personale in quiescenza (consentito l'uso per spese sanitarie e abbonamento ai mezzi pubblici).

Eppure scrive il DASBI che il welfare rischia di trasformarsi in un bonus per  i pensionati (che comunque sono i nostri colleghi di ieri e saremo tutti tra qualche anno o decennio).

Che la cosa sia falsa in assoluto, è facilmente evidente a tutti: del budget annuale che la Banca stanzierà per il welfare aziendale, al personale in servizio spettano risorse sostanzialmente pari a circa 10 volte quelle destinate al personale in quiescenza (che pure è più numeroso: circa 9.000 pensionati contro 7.000 in servizio). Il rapporto è quindi 10 a 1. Dieci a uno.

Anche a volersi concentrare sull’accordo “addizionale” in via di realizzazione, non capiamo come si possa sostenere una tesi del genere. Partiamo dai crediti annuali:  a ciascun dipendente la Banca ha proposto 113 euro in più l'anno (per  ora: puntiamo ad aumentare); a ciascun pensionato 8 euro l’anno (basta  una semplice calcolatrice per verificare l’impatto: 791.000 euro di crediti liberi per gli uni, 72.000 euro vincolati per gli altri). Un altro 11 a 1. Undici a uno.

Persino facendo finta che l’impianto complessivo non conti, che l’accordo addizionale non esista se non per la sola “proroga dei crediti vincolati a scadenza”, non troviamo riscontro alle parole del Dasbi. La proroga dei crediti non utilizzati a fine anno, felice intuizione del tavolo di maggioranza, riguarda TUTTI i crediti vincolati entro il limite (per ora) di 1.500 euro. E’ un limite a nostro avviso troppo ”tagliato con l’accetta” (chi ha più figli legittimamente avrebbe titolo a un credito superiore), ma che rappresenterebbe un vero successo (anche economico) che va a vantaggio di TUTTI coloro che hanno subito vincoli eccessivi nei comparti infatti meno utilizzati:  colleghi con figli disabili, colleghi con figli nella categoria  “viaggio all’estero”, colleghi con figli in età prescolare ed ex  colleghi in quiescenza.
La Banca ha dichiarato che l’80% dei crediti non utilizzati al 31 dicembre scorso saranno coperti dal riporto.  Puntiamo a far salire la percentuale aumentando la cifra riportabile,  ma sostenere che il welfare si trasforma in bonus per i pensionati è strumentale a creare disorientamento, o segno di una perdita di contatto con la realtà.

La realtà è che questo contratto non è ancora firmato, che se lo sarà vorrà dire che ci saranno stati ulteriori  miglioramenti che il SIBC, insieme alla FALBI, avrà ottenuto, dovendo  pure superare il vincolo posto dai firmatari di primo tavolo del 2019  (tra cui il DASBI, vabbè) (“qualora al  termine del periodo di vigenza del contratto…, risulti che le somme  utilizzate siano inferiori a quanto attualmente destinato alle attività  del CASC-BI (nel 2019 pari a 5,5 milioni di euro) le somme non spese saranno reimpiegate nell’ambito del sistema di welfare aziendale”). In pratica, in base all’accordo 2019, poiché  le somme utilizzate annualmente sono state un bel multiplo dei 5,5 mln  di euro, non avremmo potuto portare a nuovo nemmeno un centesimo dei  milioni scaduti.
Per fortuna, oggi in maggioranza c’è il SIBC. I colleghi che ci danno il loro supporto capiscono la differenza.


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