Negoziato Economico: parliamo chiaro

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Negoziato Economico: parliamo chiaro

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Pubblicato in negoziati · Giovedì 03 Ago 2023
NEGOZIATO ECONOMICO
Parliamo chiaro
Tra un mese, ci troveremo faccia a faccia con l’Amministrazione per affrontare il negoziato su aspetti retributivi di grande rilievo per tutto il personale, come l’efficienza aziendale 2022, l’efficienza aziendale 2023, l’IPCA  2023.

Si tratta di aspetti distinti, ma che - complice il ritardo studiato con cui l’Amministrazione ha  affrontato la questione dell’efficienza 2022 - si trovano ora  accatastati tutti insieme sul tavolo negoziale.

L’Amministrazione,  con argomentazioni del tutto pretestuose, ha evidenziato la propria  pregiudiziale di chiudere prima la “partita efficienze” (una tantum, rispettivamente 1,7% e 1,2%) rispetto alla “partita IPCA” (6,6% strutturale nelle buste paga).

Detto francamente, noi non capiamo questa pregiudiziale, e quando noi non capiamo, non ci fidiamo. Diffidare fa parte dei nostri compiti, per tutelare i colleghi.

In ogni caso, pur senza contrapporre una pregiudiziale uguale e contraria, non abdichiamo all’unica nostra pregiudiziale: fare fino in fondo, e in modo trasparente, gli interessi di tutti i dipendenti della Banca d’Italia.

E quindi, partiamo dal fatto che la via maestra, per il SIBC, è  quella di firmare al più presto l’IPCA 2023 e l’efficienza 2022 e 2023,  strutturalizzandone una quota nelle buste paga. Non per un puntiglio ideologico, ma esattamente per le ragioni cui la Banca condiziona da anni la strutturalizzazione: l’esistenza di riforme organizzative. Ebbene, l’introduzione del modello ibrido di lavoro, con il 35% del personale che mediamente ogni giorno lavora da remoto, è una ENORME riforma organizzativa, della quale immaginiamo la  Banca, al pari di qualunque azienda, tragga vantaggi anche sul piano  economico, che è giusto condividere con i dipendenti.

E' evidente che la ragionevolezza non appartiene a questa stagione della Banca d’Italia.

Quindi, non seguendo la via maestra, nascono problemi, duplici e collegati: i tempi delle firme sui diversi accordi, e il contenuto degli stessi.

Sul piano dei tempi, se per la Banca è essenziale, per oscure ragioni, firmare prima l’efficienza e poi l’IPCA, il  SIBC è disponibile, ma a condizione che la firma della rivalutazione degli stipendi nella misura stabilita dall’IPCA 2023 sia garantita in tempo per il Consiglio superiore di ottobre.

Sul piano dei contenuti, è evidente che lo schema della Banca (efficienza una tantum, quando dice lei, quanto  dice lei e stop) non è compatibile con il senso di equità né con le legittime attese del personale.
Poiché noi non siamo bambini capricciosi, facciamo una serie di proposte additive e costruttive, ciascuna sufficiente a sbloccare una situazione critica:
  1. riconoscere da subito il conguaglio IPCA 2022 (1,9% strutturale), senza attendere il 2025 considerata  la rilevanza senza precedenti dello scostamento dalle previsioni Istat,  che decurta il potere di acquisto dei colleghi;
  2. aggiornare il modello contrattuale, introducendo una norma di garanzia presente già nel contratto nazionale dei metalmeccanici, che prevede l’automatica rivalutazione degli stipendi all’IPCA previsionale,  senza più alcun negoziato che non sia il conguaglio triennale e senza  alcun accordo (che da noi finisce sui giornali). Ciò comporterebbe che  in occasione della prossima definizione IPCA andrebbe calcolato il conguaglio consuntivo degli scostamenti IPCA del 2022-23. Se qualcuno è così convinto che l'inflazione a consuntivo del  2023 sarà molto inferiore a quella previsionale, come ci è stato detto, non dovrebbe avere paura ad accettare il confronto. O no?
  3. aumentare in via strutturale il credito libero welfare per i dipendenti, utilizzando uno strumento fiscalmente vantaggioso per azienda e lavoratori. Parliamo, a scanso di equivoci, non della consueta mancetta, ma di un incremento strutturale di importo significativo, che farà da volano per l’accordo complessivo relativo alla prossima gara di appalto welfare;
  4. strutturalizzare parte dell'efficienza aziendale, con la contestuale definizione del negoziato sul codice di comportamento richiesto in sede europea. E' evidente che quest'ultimo negoziato, in mancanza di serie contropartite economiche, non potrebbe vedere la conclusione, comportando ulteriori vincoli e costi occulti a carico dei dipendenti;
  5. incrementare significativamente l’importo, sia pure una tantum, dell’efficienza aziendale 2022 e dell’efficienza aziendale 2023, che scontano la perdurante incertezza sui metodi di calcolo utilizzati; ciò andrebbe comunque accompagnato da una robusta rivalutazione del credito libero welfare dei dipendenti.
Ognuna di queste ipotesi è per noi ragionevole, e tiene conto delle esigenze manifestate dalla controparte. Se la controparte ha interesse a tenere conto dei dipendenti dell’Istituto, l’accordo, anzi, gli accordi potranno essere chiusi nello spazio di un mattino. Se. Dateci forza!


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