Gli inciampi dei negoziati
Pubblicato in negoziati · 2 Novembre 2023
Gli inciampi dei negoziati
...e una postilla per il nuovo Governatore sulla vicenda Bertini
Gli incontri negoziali freneticamente in corso in queste settimane sui turni notturni del settore per la cybersicurezza SOC, sugli incentivi economici per RUP/DEC e sulla definitiva regolarizzazione dei contrattisti, incontri convocati con una frequenza che - per dire - il confronto sugli inquadramenti non ha mai visto (ah, quando le cose interessano alla Banca!, ndr), si stanno incartando su posizioni incomprensibili.
Siamo partiti dalla pretesa della Banca di chiudere tutti e tre gli accordi insieme, “a pacchetto”. Pretesa a dir poco singolare, dal momento che le tre materie non hanno nulla da spartire fra loro, mentre era stata la stessa Banca, appena due mesi fa, a schifare l'argomento pretendendo che materie omogenee, come efficienza aziendale e IPCA, venissero spacchettate in accordi separati e con valenza economica differenziata.
L’altro giorno la Banca ha cambiato idea ed ha deciso che sì, può rinunciare al pacchetto, ed è disponibile a firmare anche solo l’accordo RUP/DEC, mentre (nelle more dei turni SOC) verrebbero tenuti “in punizione” i contrattisti, su cui pure c’era l’accordo del tavolo di maggioranza.
Una posizione inaccettabile, non solo sul piano della sostanza (ci sono forse colleghi più uguali degli altri?) ma anche su quello formale: sui contrattisti la Banca ha già proposto formalmente un testo di accordo e su quel testo ha già registrato in un incontro ufficiale il consenso del tavolo di maggioranza. Sarebbe un clamoroso vulnus per le relazioni sindacali se gli accordi uscissero dai cassetti e poi ci rientrassero secondo interessi, convenienze e ammiccamenti di questo o quel sindacato, senza nemmeno tener conto delle maggioranze.
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Sul tema dei turni pesanti (notturni, festivi e fine settimanali) presso il settore SOC del servizio GES, l'incontro non ha portato ad avvicinamenti apprezzabili fra le parti.
A fronte delle aperture positive sulla volontarietà in fase di avvio del progetto (“accoglimento preventivo” di tutte le richieste di uscita) e nel durante (“accoglimento tempestivo”, ma per ora senza esplicitare un tempo limite), non soltanto la Banca ha ribadito la contrarietà a valutare differenziazioni del trattamento economico rispetto quello riservato al posto di controllo (!) ma ha compiuto un mezzo passo indietro sulla questione del delocalizzato.
La Banca ha infatti ritirato la proposta iniziale di passaggio a 12-120 per i colleghi del settore SOC (al Dipartimento Informatico i Capi attualmente non concedono di schiodarsi dai 10-100 giorni, nutrendo evidentemente modesta fiducia nella tecnologia, ndr), e ha proposto invece di “sterilizzare” i turni notturni (non anche quelli nel fine settimana o dei festivi), non detraendoli dal delocalizzato.
Una posizione lontana dall’essere soddisfacente, trattandosi nel caso specifico non solo di sterilizzare la fruizione notturna del delocalizzato, ma di compensare uno stravolgimento dell’organizzazione personale e familiare di colleghi di elevata professionalità che non sono stati assunti per mansioni e turnazioni del genere e, all’improvviso, sarebbero chiamati a coprire 24 ore al giorno, per 7 giorni a settimana, esigenze che in qualunque Banca Centrale in Europa sono gestite diversamente.
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C’è ora da sperare che la Banca faccia proposte decisamente diverse e concludenti sulla questione, accantonando l'idea aberrante di scegliere gli accordi da firmare in base a chi ne è beneficiario, e che non si perda altro tempo a riprendere il confronto su altre materie di larghissimo interesse del personale, dal sistema degli inquadramenti alla revisione dell’accordo welfare, necessario per dare avvio alla gara d’appalto. Non riteniamo che sia il momento di tatticismi, brevetermismo e - in una parola - ricatti.
Al Governatore Panetta, che speriamo di incontrare presto, diremo innanzi tutto questo: dobbiamo poter tornare orgogliosi di essere dipendenti della Banca d’Italia, e per farlo c’è bisogno di essere trattati, tutti noi lavoratori, come persone degne di essere orgogliose del contributo che, con il proprio lavoro, ciascuno dà alla comunità nazionale.
Al Governatore Panetta va posto anche un quesito sulla questione Bertini, licenziato per violazioni regolamentari connesse all’esposizione pubblica di denunce sull’operato della Banca. A prescindere da quel che lui pensa sulla vicenda, è un dato oggettivo che il licenziamento di Carlo Bertini ha generato un forte discredito dell’Istituto presso una parte non marginale dell’opinione pubblica, e un forte disorientamento di tanti colleghi. E’ un risultato utile per la Banca d’Italia? Noi crediamo di no. Crediamo che gli errori commessi siano stati fatti pagare a sufficienza, e che il gesto di clemenza di un Governatore che si insedia sarebbe un modo nobile per presentarsi al personale. Che non vuol dire sconfessare l’operato del predecessore, ma “resettare” il confronto interno, e dare un messaggio di riconoscimento per chi lavora anche correndo rischi personali. Ci pensi, caro Governatore: lo diceva anche Mark Twain, “non è mai sbagliato fare la cosa giusta”.