CSR: se questa è una banca..... bisogna fare qualcosa
Pubblicato in CSR · 1 Settembre 2023
CSR: se questa è una banca...
bisogna fare qualcosa
Urgente il rinnovamento della Cassa, per ricostruire il rapporto con tutti i Soci

Non abbiamo mai taciuto, con buona pace del precedente Presidente del CdA, le doglianze e la rabbia di tanti colleghi che da tempo lamentano una Cassa lontana dai soci e inadeguata nel confronto con l’esterno:
⇒ ritardi penalizzanti nell’erogazione dei finanziamenti;
⇒ adempimenti burocratici incomprensibili (come l’adeguata verifica antiriciclaggio di persona anche per modesti finanziamenti a clienti arcinoti; la frequente richiesta della
presenza fisica del cliente per completare iter che in altre banche sono totalmente digitali);
⇒ lentezze inenarrabili nella rinegoziazione dei mutui a tasso variabile;
⇒ clamorosi silenzi nella gestione della vicenda “fringe benefit”, culminata da ultimo con la scoperta della “falla” che ha portato Cedacri a sbagliare i calcoli dei fringe per i mutui cointestati!
Ancora oggi, chi chiede un prestito personale, che in qualsiasi banca commerciale verrebbe erogato nel giro di 48h, viene risposto – dopo attese di mesi - che le rinegoziazioni stanno assorbendo più tempo e risorse del previsto e che pertanto c’è da pazientare; a chi, invece – avendo presentato richiesta di passaggio del proprio mutuo al tasso fisso da tre mesi e più – lamenta di non aver ricevuto notizie sull’esito della propria istanza, viene detto che i prestiti personali e i nuovi mutui da erogare impediscono un fluido svolgimento delle rinegoziazioni.
Incomprensibile e gravissima anche tutta la vicenda “fringe benefit”, per descrivere la quale bastano tre “flash”:
- fine 2022, azione “nascosta” della Banca d'Italia e del vertice della Cassa per applicare un’imposizione a migliaia di Soci;
- gennaio-febbraio 2023, informativa a sorpresa a 5 giorni dalla mazzata sulle buste paga dei colleghi;
- agosto 2023 altra sorpresa: l’errore dell’outsourcer informatico Cedacri sui mutui cointestati, che risale al 2022 e determina inaspettati e pesanti addebiti a numerosi colleghi, nella busta paga di agosto, quando le persone avevano già speso per le vacanze e non potevano correggere la rotta per compensare l’ammanco imprevisto. Anche se il SIBC, appena scoperta la vicenda, aveva avvisato della portata del problema e delle sue conseguenze, i colleghi sono stati colpiti dall’Amministrazione ancora una volta senza preavviso (di venerdì, alle 16,30, alla vigilia di Ferragosto!!).
Anche in questa situazione – che danneggia tutti i dipendenti e i soci della Cassa, anche quelli che lavorano nel sodalizio - c’è il marchio di fabbrica di chi, al vertice dell’Istituto, non ha mai sostenuto fino in fondo la CSR con le necessarie risorse tecniche, organizzative e umane (appena 54 dipendenti medi secondo il bilancio 2022, contando pure chi lavora per "altri fini", con 6 miliardi circa di masse amministrate, 111 milioni a testa, chi può controllare anche cosa combina Cedacri?).
Siamo fiduciosi che il Consiglio attuale voglia muoversi presto per fare tutto quello che può fare. Ci permettiamo di suggerire:
⇒ mettersi a tavolino con il Vertice dell’Istituto, dimostrando l’impossibilità di “fare banca” con una compagine inadeguata;
⇒ disboscare rapidamente le procedure che rendono la CSR - specie nell’attività creditizia - un fulgido esempio della burocrazia più elefantiaca;
⇒ avvalersi di risorse esterne, compresi giovani in stage “affidabili” da pescare magari tra i laureati figli di soci. Insomma, tutto, tranne che rimanere fermi o fare aggiustamenti marginali.
Sempre all’insegna della trasparenza e dell’informazione completa e tempestiva di tutti, che è tanto mancata negli ultimi anni, e di un utilizzo oculato delle risorse economiche disponibili, che sono di tutti i Soci.
Se però, favorendo il moltiplicarsi di situazioni che rendono la Cassa una zavorra (altro che un benefit!) qualche alto papavero puntasse a realizzare il sogno segreto di liquidare la CSR, per togliersi imbarazzi in ambito “europeo”, sappia che il SIBC, sindacato indipendente che ha come unica stella polare la tutela di chi lavora, si opporrebbe decisamente alla dissoluzione di questo straordinario patrimonio, che appartiene a ciascuno di noi.