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Sindacato Indipendente Banca Centrale
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Il progressivo ritiro della Banca d'Italia dai servizi resi alla comunità diffusa sul territorio prosegue con determinazione pari all’irragionevolezza delle scelte adottate. Curiosamente, tutta la sceneggiata dei gruppi di lavoro e delle task Force, delle consultazioni con le funzioni e con uno sparuto numero di rappresentanti della rete, del presunto ascolto dei rappresentanti del personale, delle presuntissime riflessioni e, infine, dell’approvazione teleguidata da parte del Consiglio Superiore, non ha spostato di più di 10 cm il piano originariamente partorito, e nemmeno di 24 ore la data già nota ai Carabinieri da mesi (prima di tutta la sceneggiata!!) per la disdetta dalle filiali da chiudere.
Domanda a bruciapelo: ma secondo voi, è normale che per ascoltare un pensiero compiuto, di alto livello, sul futuro della Banca e del sistema delle Authority in Italia, si trovi meno a spulciare tra gli innumerevoli interventi dei membri del Direttorio in pubblici consessi, di quanto non si trovi scorrendo le pagine di Milano Finanza? Un indicatore della capacità della Banca di incidere sul mondo circostante era sempre stato quello di anticipare innovazioni, o proporre al dibattito temi “alti”, guidandone la discussione e tratteggiando possibili soluzioni. E’ molto tempo che questo non accade, o sbagliamo noi? Pensiamo al surreale tema dell’integrazione presunta tra Banca d’Italia e IVASS. Dal Vertice della Banca il tema non è mai stato sottoposto alla pubblica discussione, e persino all’interno dell’Istituto ci si è guardati bene dal dare informazioni che potessero finire al personale - hai visto mai, qualcuno si accorgesse della pietra tombale alle proprie prospettive di avanzamento di carriera?
Con un volantino arrivato ieri sera, i dipendenti hanno appreso dell’esistenza di una nota del Servizio PCO – risalente al 22 gennaio scorso - in cui si impone alla Sede di Venezia un’interpretazione delle norme sulle “missioni” in lampante e insanabile contrasto con la lettera del Regolamento del personale. Purtroppo, questa nota rappresenta solo la punta dell'iceberg di numerose segnalazioni che stiamo ricevendo in materia, da colleghi che quasi sempre ci chiedono l’anonimato per il timore di ritorsioni (e anche questo la dice lunga su cosa stia diventando la Banca). Segnalazioni concordanti sul continuo, pervasivo e capillare attivismo dei vertici di quel Servizio e del dipartimento di appartenenza per penalizzare in ogni modo i colleghi inviati in missione: dai servizi di viaggio, agli alloggi, dai compensi agli extracosti, dagli ostacoli burocratici frapposti alla liquidazione delle missioni, fino alle ossessive autocertificazioni di fatti noti all’Amministrazione o che i dipendenti non sarebbero tenuti a conoscere, tantomeno a certificare.
Se qualcuno avesse bisogno di conferme che la Banca non negozia, ma presenta dei “prendere o lasciare”, o al massimo dei “prendere così, prendere camuffati, o lasciare”, basterebbe guardare al c.d. negoziato sulla riforma dell’Area Operativa. Un annetto fa, la Banca era sparita dai radar su questo confronto pluridecennale, ma il Segretario Generale motivò i ritardi con questa affermazione: “Riteniamo opportuno che il negoziato sulle carriere e la riforma della rete territoriale siano trattati insieme, essendoci numerosi elementi che legano i due temi”. Immaginavamo: leve premiali per il personale, formazione per acquisire nuove competenze, sviluppare skills e flessibilità del personale. Niente di tutto questo: pianificato un programma di sotto-sviluppo per la Rete territoriale, lo si voleva coronare con altrettanta Riforma da sotto-sviluppo dell’Area Operativa: dai ghetti territoriali ai ghetti professionali (e viceversa) è un attimo.
Di seguito, una sintesi critica, a cura del Sindacato Indipendente Banca Centrale, del recente spot pubblicitario “La gestione delle risorse umane in Banca d’Italia: evidenze e riflessioni sui cambiamenti in corso”. In un contesto di profondo e rapido cambiamento del modo di vivere e di lavorare, questo commento alla pubblicazione della Banca nasce per la necessità di ragionare anche noi sul modo di gestire le risorse umane in Banca d’Italia. Analogamente a quelle aziendali, queste riflessioni non hanno pretese scientifiche o sistematiche; a differenza di quelle aziendali, sono però basate sull’osservazione e il confronto dialettico continuo con i colleghi. Tenuto anche conto che, fino a quando la Banca non otterrà di arrogarsi anche questo ruolo, è il Sindacato che rappresenta i Lavoratori. Anticipiamo qui le nostre conclusioni, che ritroverete anche in coda.
Per chi non l’avesse letto, in “1984” Orwell descrive uno degli strumenti fondamentali di controllo della popolazione da parte di un potere pervasivo: la neolingua. Senza voler alludere a situazioni tanto estreme, tutti sanno che la comunicazione può controllare il modo in cui le persone percepiscono la realtà, a volte con il fine di rendere inconcepibile il dissenso. Questo ci è venuto in mente leggendo venerdì scorso la newsletter aziendale, che nel dare notizia della firma sull’adeguamento degli stipendi all’IPCA, butta lì che “come di consueto, contestualmente” è stato firmato l’accordo sull’efficienza aziendale. mesi dall’Amministrazione.
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Siamo presenti in strutture esterne alla Banca d'Italia quali lo SCECBU, composto dalle Organizzazioni Sindacali e dalle Associazioni del Personale che rappresentano il Personale delle Banche Centrali Nazionali Europee e della Banca Centrale Europea. Aderiamo poi alla CISAL, confederazione sindacale nazionale che comprende lavoratori dei comparti produttivi nazionali.
Il SIBC è presente poi nelle authority nazionali quali Consob, AGCM, Garante Privacy,  e altre e ha costituito la FISAV, la federazione che le comprende, partecipando ai negoziati contrattuali di questi enti e offrendo tutele e servizi ai suoi lavoratori.
Il SIBC ha oltre 30 anni di attività e ci siamo fermati spesso per analizzare il nostro impegno, integrando le specifictà col contesto esterrno, per valorizzare ed accrescere le nostre competenze, dando un servizio agli iscritti e a tutti i colleghi. Ci siamo cimentati nella organizzazione di seminari e convegni oltre ad aver pubblicato per diversi anni una testata (Nuova Solidarietà) sulla quale tutti potevano esprimere i loro pensieri relativamente alla vita aziendale. Tante sono le campagne di sensibilizzazione che abbiamo intrapreso per migliorare continuamente la vita lavorativa e culturale di tutti noi. Nella pagina che abbiamo rpedisposto si può trovare un riepilogo degli eventi, dei congressi, delle nostre pubblicazioni e delle campagne attivate.








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