Modello ibrido: temi e tempi della verifica necessaria
Pubblicato in smartworking · Martedì 27 Feb 2024
Modello ibrido:
temi e tempi della verifica necessaria
Quella tenutasi nella giornata di ieri è stata l’ultima Commissione mista sul lavoro ibrido prima della verifica negoziale, prevista già dagli accordi del 2021 (qui le statistiche sintetiche mostrate).
Avete presente il Palio di Siena? Incredibilmente, ieri praticamente tutte le Organizzazioni sindacali invocavano la verifica negoziale e per ragioni omogenee. Persino chi non ha firmato chiede che si apra un negoziato sulla materia. Una congiuntura astrale più unica che rara, ma… il mossiere non dà il via.
Le ragioni sono anche state spiegate: il 2024 è il primo anno in cui i 2.000 colleghi in Banca collocati nella fascia 12/120 ne fruiscono da inizio anno e non per spezzoni frazionari; è quindi di utilità statistica e conoscitiva monitorarne le preferenze. Ma intendiamoci: dal 2020 a oggi abbiamo sperimentato "la qualunque", sarebbe così imperdibile il valore aggiunto di una statistica che potrebbe abbracciare il solo primo semestre?
La verifica sul lavoro da remoto va comunque compiuta urgentemente, dal momento che è ormai diffusa la consapevolezza che la mancanza di equità determinata in parte dall’accordo, in parte dalla sua applicazione, mina la percezione generale di un accordo che ha una portata rivoluzionaria in Banca e per tutte le pubbliche amministrazioni, che ha cambiato la vita e la modalità di lavoro per migliaia di colleghi, altrimenti inventariati e incastonati negli uffici al pari di una scrivania, di una lampada, di un armadio qualunque.
Dicevamo dei temi che vengono consegnati alla verifica: il focus non può che essere sulle strutture collocate nelle fasce di accesso minori o nulle. Focus che l’Amministrazione deve permettere senza annegare queste Divisioni (come invece fa nelle sue statistiche) nel calderone generale, così da renderne meno visibile l’effettiva fruizione di lavoro da remoto.
Il tema delle divisioni GSP, delle Segreterie di Filiali è talmente rilevante (e talmente ne sono consapevoli i Direttori di Filiale) che ieri è stato esplicitamente riconosciuto che l’altra clamorosa evidenza statistica (nessuna divisione Vigilanza e nessun Nucleo studi in Filiale è passata ai 12/120 gg., nonostante il lavoro sia lo stesso dei cugini romani) è dovuta non a potenziali criticità per quelle divisioni, ma all’"esigenza di non accentuare le differenze di trattamento, all’interno di realtà di modesta numerosità".
Possiamo quindi dire che persino l’Amministrazione è consapevole che la disparità di trattamento all’interno del personale non è tollerabile!
Quello che al momento ci divide è che l’Amministrazione non sta facendo nulla per ridurne la portata, pur avendo strumenti scritti nero su bianco nell’accordo (rotazione e mobilità del personale), altri pienamente disponibili (una maggiore dotazione di organico), altri ancora chiesti inizialmente solo da SIBC e CGIL, ora quasi da tutti (compensazioni economiche per il personale addetto a strutture con più limitato grado di “libertà” rispetto ad altre).
Questo e altri (ad es: tempi di riconoscimento delle richieste di flessibilità, semplificazioni operative) saranno dunque i temi delle verifica che si aprirà nel giro di pochi mesi.
Nel frattempo, il Sindacato Indipendente chiede formalmente che la Banca:
- riveda “nel continuo”, come assicurato ieri dai colleghi del Servizio Organizzazione, le fasce di giorni da remoto delle diverse divisioni, sia quelle di Filiale citate, sia quelle che anche in A.C. sono incongruamente collocate sui 5/50;
- si dedichi realmente alla riforma degli inquadramenti operativi e manageriali, non con le solite, ridicole convocazioni occasionali, ma con un negoziato che non può che essere esclusivo e serratissimo, per verificare seriamente se si vuole veramente dare corso alla rivoluzione culturale di cui la Banca, in primis, ha terribilmente bisogno.