Area Manageriale: la verifica involontaria

Pubblicato in carriera manageriale · Martedì 25 Lug 2023

Area Manageriale

La verifica involontaria

Dopo la verifica condotta dal SIBC sugli esiti della riforma dell’Area Manageriale del 2016 (cfr. i link soprastanti), nessuno può più dire “non lo sapevo”. La verifica era prevista dopo tre anni dall’entrata in vigore della riforma, ma i sindacati firmatari (Cida-Cisl-Dasbi) si guardarono bene dal pretendere chiarezza e rimettere mano a quel che - già si capiva - non sarebbe andato a dovere.

E così, Esperti e Consiglieri si sono trovati sempre più alla mercé dei propri Capi, che possono disporre del loro futuro e della loro busta paga come più gli aggrada, senza dover rispondere del rispetto di alcun criterio, avendo “dimenticato”, la menzionata Banda dei Tre, di imporne uno-che-fosse-uno (tranne, si capisce, il 60% per i Direttori).

Per chi non ha letto nei mesi scorsi i volantini SIBC, o non ha voglia di cliccare sui link, o non si trova a proprio agio con numeri e tabelle, nessun problema: la verifica è involontariamente sintetizzata in un volantino della scorsa settimana scritto da uno dei tre firmatari della Riforma del 2016 (spoiler: non è il sindacato dei dirigenti, che da quando Martiello ha imposto loro il silenzio per non farli rispondere alle lettere del SIBC, per non sbagliare tacciono pure se al bar gli chiedono “normale o macchiato?”; e nemmeno quello dei dirigentini, autocandidati a un “futuro da UIL”, avendo preso pure loro a cianciare fuori contesto di “cresta pandemica”).

Pur costellato da curiosi “svarioni” matematici, quel volantino sintetizza il bordello combinato firmando un contratto che penalizza gran parte dei colleghi direttivi. Infatti:

ESULTANO CHE LA BANCA RISPETTA L’ACCORDO,

NELLA PARTE CHE GARANTISCE LAUTE ELARGIZIONI AI DIRETTORI,

anche superiori a quelle già abbondanti previste dall’accordo che hanno voluto;

ESULTANO CHE LA BANCA NON RISPETTA L’ACCORDO,

E TAGLIA I LIVELLI AL PRIMO ANNO PER ESPERTI E CONSIGLIERI (!!),

disapplicando le regole che loro stessi avevano firmato,

PROTESTANO CONTRO LA POSSIBILITA’ DI ASSEGNARE IL LIVELLO AL TERZO ANNO, prevista sempre dagli accordi 2016 da loro stessi firmati!.

Leggendo bene i tre punti citati, si capisce che l’unica cosa buona dell'accordo 2016 riguardava i direttori. (Ma davvero? Chi l’avrebbe mai detto, signora mia!)

Tutto il resto, che tocca - guarda caso - proprio Esperti e Consiglieri, sarebbe molto meglio non applicarlo:

₼ i passaggi al primo anno, no (ma non era una riforma meritocratica??), perché “avevamo fortemente criticato il suggerimento di aumentare la percentuale di passaggi da assegnare al primo anno, perché questo avrebbe significato un aumento del numero di passaggi assegnati ai “reprobi” del terzo anno” e per fortuna “le indicazioni impartite dal Segretario Generale a inizio sessione sono state ampiamente disattese”.

Due osservazioni in merito: dare il giusto numero di passaggi al primo anno avrebbe portato a un aumento dei passaggi al terzo solo perché - grazie all’accordo del 2016 - la Banca ha potuto ridurre, e potrà ridurre ancora in futuro, il budget complessivo dei livelli assegnati. Altrimenti nulla vieterebbe che il merito venisse riconosciuto, senza per questo buttare al macero altrettanti incolpevoli

Seconda: ma davvero qualcuno pensa che i Capi che non hanno il coraggio di portare le divisioni a 12/120 gg. da remoto, né di rispondere alle nostre lettere, né di scegliere in autonomia fra carta igienica a singolo o doppio velo siano così Cuor-di-Leone da ribellarsi ai diktat del Segretario Generalissimo? Ma andiamo! Si saranno fatti due conti al Dipartimento RUC e avranno considerato che è meglio perdere la faccia - non i denari - che far scoppiare tante piccole guerre civili. Però la faccia l’hanno persa tutti, perché il merito è stato affossato sotto il 10% e il bottino se l’è tenuto la Banca. Davvero: cosa c’è da rallegrarsi?

₼ i passaggi al terzo anno, pure quelli no. Chi sarà mai infatti quel cattivone che li ha previsti? Davvero inspiegabile tanta perfidia, visto che “da quanto ci risulta non esiste alcuna motivazione valida per rinviare il livello stipendiale al terzo anno”. A dirla tutta, non esisteva alcuna motivazione valida, per la Banca dei Tre CIDA-DASBI-CISL, per firmare in tutta fretta la riforma voluta dalla Banca tra cui - salvo omonimia - c’è il sindacato del “non esiste alcuna motivazione”. Ah, saperlo prima, non solo non avrebbero firmato il passaggio al terzo anno, che ha profili intimidatori evidenti per i colleghi, ma avrebbero fatto un pandemonio alla sola idea di sbattere al terzo anno il 7-8% di Esperti e Consiglieri (oltre 200 colleghi ogni anno).

Insomma, piuttosto che tante manfrine, che contano sul fatto che nel 2016 molti colleghi non erano ancora stati assunti e non sanno come andarono le cose, sarebbe più serio dire: "ok, abbiamo sbagliato, Abbiamo dato troppo potere alla Banca, e nella riforma abbiamo tutelato solo chi ha almeno il grado di Direttore. Ora è il caso di ripensare ai meccanismi di questa riforma, che per tanti aspetti non funzionano".

Senza questo minimo mea culpa, che credibilità avrà mai la Banda dei Tre? L’unica via di uscita è il SIBC, sindacato INDIPENDENTE anche dai vertici e, proprio per questo, l'unico in grado di dirvi le cose come stanno!